I luoghi di Cars lungo la Route 66: itinerario alla scoperta della vera Radiator Springs

Non è vero che tutti i film di animazione si svolgono in luoghi inventati, magici e a volte inverosimili. Molti, anzi, sono ambientati in luoghi reali – o in luoghi ispirati a location reali – come nel caso di Radiator Springs, la città protagonista di “Cars – Motori Ruggenti”, i cui luoghi principali sono tutti ispirati alla Route 66.

Questo itinerario attraversa tutte le location reali di Cars – il primo film d’animazione a vincere un Golden Globe come Miglior Film d’Animazione – lungo la Mitica Route 66. Nonostante i nomi fittizi che vengono usati nel film, tutti i luoghi sono ispirati alla strada più bella del mondo, la Mother Road, quei quasi 3940 km – 2448 miglia – che uniscono Chicago a Los Angeles. Soprannominata anche Main Street of America, o Highway of America, è una strada diventata simbolo di speranza, l’anima d’America.
Potevo non parlarne, trattandosi della mia strada preferita negli States (E qui potete trovare tutti gli altri articoli al riguardo, con gli itinerari Stato per Stato)?

I luoghi di Cars sulla Route 66
Tutti i luoghi di Cars sulla Route 66

Partiamo dalla trama: Saetta McQueen è una giovane auto da corsa che partecipa per la prima volta alla prestigiosa Piston Cup e spera di vincere la gara da esordiente, assicurandosi così lo sponsor della Dinoco. La gara però non va come sperato e Saetta taglia il traguardo insieme a The King – la vecchia auto da corsa che vede come un esempio – e Chick Hicks, l’eterno secondo scorretto e vigliacco. Così la commissione decide di organizzare una gara per lo spareggio tra i tre la settimana successiva, in California. Piantato dal suo team a causa del suo egocentrismo, Saetta monta su Mack, il suo rimorchio, e parte subito per la California, obbligando il rimorchio a tirare dritto senza soste fino alla meta. Mack, ovviamente, si addormenta, sbanda e accidentalmente si preme il tasto di apertura, lasciando scivolare Saetta nel mezzo della strada. Svegliato di soprassalto, l’auto cerca di inseguire il suo rimorchio ma non lo trova e si perde lungo le strade notturne, ritrovandosi sulla Route 66. Inseguito da uno sceriffo che lo vuole fermare per eccesso di velocità, si ritrova in una cittadina nel mezzo del nulla, dove combina diversi danni nel tentativo di fuggire, e alla fine viene arrestato. Il giorno dopo subirà un breve processo in cui verrà condannato – “grazie” all’intervento di Sally, avvocato della città e proprietaria del motel “Cono Comodo” – a ricostruire la strada che ha distrutto. Saetta scopre così di trovarsi a Radiator Springs, nella contea di Carburator. Arrogante ed egocentrico, inizialmente detesta il posto e i suoi abitanti ma piano piano inizia ad affezionarsi a tutti, in particolare a Cricchetto, il carro attrezzi un po’ svitato che diventerà il suo migliore amico, a Doc Hudson Hornet, che solo alla fine diventerà suo mentore per molte cose, tra cui la corsa, e Sally, di cui si innamora.
A questo punto si svolge la scena più significativa per chi, come me, ama la Route 66: un giorno Saetta e Sally vanno a fare una passeggiata lungo le strade che circondano Radiator Springs e lei, originaria di Los Angeles, gli racconta la storia della città: quarant’anni prima l’autostrada Interstate 40 non esisteva e la Route 66 seguiva il paesaggio, quindi Radiator Springs aveva molti clienti e turisti. Tutto cambiò a metà degli anni ’80, quando un tratto dell’autostrada venne costruito non lontano dalla cittadina, che venne così tagliata fuori per risparmiare dieci minuti, scomparendo poi dalle mappe. Senza più clienti in arrivo, alcuni dei precedenti abitanti chiusero definitivamente i loro negozi e lasciarono la cittadina, mentre gli abitanti rimasti trascorsero gli anni a contare l’uno sull’altro, attendendo con pazienza i clienti. Durante il racconto, Sally dice anche una delle frasi che più mi sono rimaste impresse: “Allora il bello non era arrivare, il bello era viaggiare.”
Saetta termina finalmente di riparare la strada ma prima di ripartire per la California fa numerosi acquisti nei negozi della città, in particolare da Luigi e Guido, gli italiani che vendono pneumatici, e fa riparare le insegne al neon di tutta Radiator Springs. Doc Hudson, intanto, che qui ancora non sopporta Saetta, chiama la stampa avvisando della presenza in città dell’auto da corsa. Poco dopo, Mack e una marea di giornalisti invadono Radiator Springs, riportando Saetta in California. Saetta però sente la mancanza degli unici veri amici che abbia mai avuto e corre lo spareggio senza alcun entusiasmo… se non conoscete il finale, non vi resta che guardare il film!

la vera Radiator Springs Route 66
Sally e Saetta alla scoperta della storia della Route 66

La storia che Sally racconta a Saetta è una storia reale, la storia della Route 66, la quale visse un periodo d’oro prima di essere sostituita dalla I-40. Tante cittadine sulla Mother Road vennero isolate, diventando città fantasma. Fortunatamente, sono nate diverse associazioni per preservare la 66 e le città che ne fanno parte, e il film vuole essere proprio un omaggio a questo pezzo d’America, sperando di contribuire alla sua rinascita (in questo post trovate la storia completa della Route 66).

La vera Radiator Springs: i personaggi del film

Tornando al film, sapete che non solo i luoghi ma anche alcuni personaggi sono ispirati a persone reali, protagoniste della storia della Mother Road?
Come Flo, la proprietaria del V-8 Café, ispirata a Fran Houser, proprietaria del Sunflower Station, un negozio di articoli da regalo e antiquariato ad Adrian, in Texas, il paese Midpoint, la metà esatta della Route 66. Fran e il suo cagnolino gestivano anche il bar accanto al negozio quando la squadra di Cars si è presentata per una visita a sorpresa durante le rilevazioni per il film e grazie alla splendida accoglienza ricevuta le hanno dedicato un personaggio.

Luoghi di Cars sulla Route 66 Sunflower Station
Luoghi di Cars sulla Route 66: il Sunflower Station

Anche Filmore, il Wolksvagen hippy, è ispirato a Bob Waldmire, una legenda della Route 66, l’uomo che ha dipinto gran parte dei murale lungo la strada viaggiando sul suo vecchio Volkswagen. Purtroppo, Bob è venuto a mancare qualche anno fa ma la sue opere sono ancora visibili – spesso anche sulle cartoline della Mother Road – e il suo furgone è esposto nella Route 66 Hall of Fame a Pontiac, in Illinois. Gli è anche stato dedicato un piccolo tributo sul molo di Santa Monica, una bacheca che raccoglie disegni, immagini, cartelli, cartoline e oggetti di tutta la Route.

Luoghi di Cars sulla Route 66 Tributo a Bob Waldmire
Luoghi di Cars sulla Route 66: Tributo a Bob Waldmire a Santa Monica

Lo sceriffo del film invece è un omaggio a Michael Wallis, esperto della Route 66 e autore di tanti libri che la riguardano. E’ stato la guida della squadra della Pixar che ha pensato di omaggiarlo dedicandogli uno dei personaggi del film.
Tornando in Texas, il proprietario della Dinoco, quello con le grandi corna sul cofano, è ispirato al Big Texan Steak Ranch di Amarillo e al suo proprietario Bill. E’ un luogo unico e assolutamente da visitare (fermatevi a mangiare se potete, ne vale la pena). Noi abbiamo soggiornato proprio all’interno del Motel del Big Texan, nella Honeymoon Suite (qui trovate il post dedicato). E’ stata la cosa più texana che abbiamo mai visto, a partire dalle dimensioni del letto sul quale dovevo salire aiutandomi con la scaletta messa a disposizione! In fondo, come si dice? Tutto è più grande in Texas!
La mattina a colazione invece, ho chiesto se potevano scaldarmi del latte. La risposta? No, ma se vuoi abbiamo le bistecche da colazione! Le bistecche da colazione! Solo in Texas ne sono capaci… D’altronde, qui è dove fanno la sfida della cena gratis se riesci a mangiare 12 antipasti e 2 kg di bistecca, cosa
potevamo aspettarci? E’ stata un’esperienza unica!


Tornando ai personaggi del film, avete presente i trattori che sembrano mucche? Quelli che Cricchetto si diverte a far cadere all’indietro? In realtà sono ispirati agli asini di Oatman, una cittadina in Arizona che sa ancora di selvaggio West e dove gli asini girano liberamente per strada, a volte infilandosi anche in negozi e locali. Merita sicuramente una visita un posto simile!
Infine, l’ultima curiosità: ad Erick, in Oklahoma, si trova il Sandhill Curiosities Shop, che a dispetto del nome non è un negozio ma una piccola esposizione di memorabilia della Route 66, messa su da Annabelle e Harley Russell. Annabelle è scomparsa qualche anno fa ma Harley è ancora lì, nel loro piccolo museo, e pare che Daniel Lawrence Whitney, la voce originale di Cricchetto, meglio conosciuto come Larry the Cable Guy, si è ispirato all’accento e alla voce di Harley per dare la voce al migliore amico di Saetta.

I luoghi di Cars lungo la Route 66

La produzione della Pixar percorse tutta la Route 66 per studiare i luoghi in cui ambientare la storia, quindi in realtà la maggior parte sono un mix di più posti reali. Per scoprirli tutti proviamo a percorrere un itinerario che ci porterà a toccare tutti i luoghi che hanno ispirato il film, dall’Illinois alla California.

Partiamo da Springfield, in Illinois, la città di Abraham Lincoln e del Corn Dog. E proprio il Cozy Dog Drive-In, il cui proprietario e fondatore è stato Ed Waldmire, il padre di Bob, ha ispirato il nome del Cozy Cone, il Motel di cui è proprietaria Sally.
A proposito di Cozy Dog, il locale è famoso per il suo Corn Dog. Sapete cos’è? Un semplice wurstel fritto in una pastella di farina di mais, un tipico street food degli States. In realtà sono molti a contendersi questa invenzione, l’unica cosa certa è che sono stati degli immigrati tedeschi che vivevano in Texas a presentare il brevetto per l’invenzione intorno al 1927. I primi a rivendicarla furono i fratelli Fletcher, dichiarando di aver venduto i primi Corn Dog alla Texas State Fair del 1938. Quelli del Cozy Dog di Springfield affermano di essere stati i primi ad aver venduto i Corn Dog su stecco nel 1946 ma nello stesso anno, Dave Barham aprì il primo chiosco di “Hot Dog su stecco” a Muscle Beach, a Santa Monica, in California.

Ma a noi poco importa chi sia stato il primo, e con il nostro Corn Dog in mano, partiamo per la prossima tappa e arriviamo a Cuba, in Missouri.
Quando nel film Saetta e Sally vanno a fare la loro prima passeggiata insieme, si fermano di fronte al Wheel Well Motel che ha visto giorni migliori, ed è qui davanti che Sally racconta la storia della Route 66. Il Motel è ispirato al Wagon Wheel Motel, un’icona della Mother Road, costruito nel 1936. Pensate che all’epoca dormire qui costava dai 2.50 ai 3 dollari a notte per 2 persone. Oggi è rimasto quasi identico a com’era allora e fa parte del Route 66 Corridor Preservation Program del National Parks Service, un programma nato per preservare luoghi storici della Mother Road.
A proposito di curiosità gastronomiche: proprio accanto al Wagon Wheel Motel si trova il Missouri Hickory BBQ, il locale lungo la Route 66 dove, finora, abbiamo mangiato meglio. Vi consiglio di provarlo, io ancora sogno la loro cheesecake, non riesco a trovarne una altrettanto buona da nessun’altra parte, neanche a New York!


Proseguiamo lungo il percorso per arrivare in Kansas, lo Stato con il tratto più corto di Route 66: appena 21 km! Eppure, proprio qui si trova Radiator Springs, la città protagonista di Cars, ispirata a Galena, una piccola cittadina del Kansas dove oggi si trova “Cars on the Route”, un’esposizione dedicata al film all’interno di una stazione di servizio restaurata, e il vecchio carro attrezzi che ha ispirato il personaggio di Cricchetto. Negli anni i proprietari hanno acquistato diversi veicoli che ricordano i personaggi di Cars, per accentuare ancora di più il loro legame con il film, ed oggi la loro esposizione è una vera e propria attrattiva, forse la principale, della città.
Lasciandosi alle spalle i pochi km di Mother Road del Kansas, possiamo proseguire fino al Texas, attraversando l’Oklahoma e passando per il Cyrus Avery Route 66 Memorial Bridge a Tulsa, un ponte rappresentato anche in Cars, durante la famosa passeggiata di Sally e Saetta.
Arrivati in Texas, ci aspettano diverse tappe. La prima è a Shamrock, dove troviamo lo U-Drop Inn e la sua iconica Conoco Tower, che hanno ispirato il negozio artistico di vernici di Ramon.
Questo locale Art Déco comprendeva la Tower Conoco Station, così chiamata per la torre metallica a tulipano attaccata all’edificio; un caffè, a cui è stato dato il nome U-Drop Inn da uno studente locale che ha vinto un concorso e 5 dollari per dare il nome al locale e uno spazio che doveva ospitare la vendita al dettaglio. Un tempo, lo U-Drop Inn era conosciuto come “il più elegante dei locali per mangiare alla moda” e “l’edificio più moderno del suo genere sulla US Highway 66 tra Oklahoma City e Amarillo”. Era anche l’unico locale nel giro di 100 miglia, quindi non era solo elegante, ma anche affollato. Cadde però nel dimenticatoio, come tutti gli altri locali lungo la Route 66, negli anni più bui per la strada, nonostante vide anche Elvis Presley tra i suoi clienti affezionati. Fortunatamente fu recuperato nel 2003 e oggi possiamo sedere anche noi ai suoi tavoli.

Tutti i luoghi di Cars sulla Route 66 U-Drop Inn
Tutti i luoghi di Cars sulla Route 66: lo U-Drop Inn

Restando in Texas, proseguiamo verso Amarillo dove, oltre al Big Texan di cui ho già parlato, si trova anche il Cadillac Ranch, da cui è stato preso uno dei luoghi più riconoscibili nel film Cars, chiamato non a caso “Cadillar Range”. Sicuramente vi sarà capitato di vedere da qualche parte le immagini delle Cadillac col muso nella sabbia: ecco, si tratta proprio del Cadillac Ranch, il cimitero delle Cadillac, una installazione artistica voluta del milionario texano Stanley Marsh III. Una persona eccentrica, al punto che fece cambiare quel III in numeri romani con il 3 arabo. Fu lui a chiamare un’artista da San Francisco per creare questa particolare opera per il suo ranch, prendendo da rimesse o discariche dieci diversi modelli di Cadillac che uscirono tra il 1948 e il 1963 e piantandoli nel terreno, con l’intenzione di rappresentare gli anni d’oro d’America. Inizialmente le auto avevano il loro colore originale, ma viaggiatori da tutto il mondo iniziarono a lasciare le loro firme più o meno colorate su queste auto, mentre alcuni vandali passavano di tanto in tanto a distruggerle. Vennero ridipinte più volte ma alla fine si è deciso di lasciare libero sfogo ai viaggiatori, invitandoli a lasciare un segno colorato del loro passaggio su queste auto.

Luoghi di Cars sulla Route 66 Cadillac Ranch
Luoghi di Cars sulla Route 66: il Cadillac Ranch

Riprendiamo il viaggio e dal Texas arriviamo in Arizona, dove troviamo il maggior numero di location del film. Iniziamo da Holbrook, poco dopo il confine, dove si trova uno dei due Wigwam Motel, i motel con le stanze a forma di tepee che hanno ispirato quelle del Cozy Cone, a forma però di cono stradale.
Di Wigwam Motel ne esistevano ben sette un tempo. Il primo nacque come museo per la collezione di artefatti Nativi Americani di Frank Redford e fu costruito nel 1935. Poi seguirono gli altri, dei quali però ora ne restano solo tre: due si trovano sulla Route 66 e il terzo in Kentucky.
Poco dopo Holbrook, lungo la strada se fate attenzione noterete un cartello giallo con la scritta rossa “Here it is” e il disegno di un coniglio: è il famoso cartello del Jack Rabbit Trading Post, ormai un simbolo della Route 66, rappresentato anche nel film Cars tale e quale, tranne per il fatto che al posto del coniglio c’è un trattore.

Tutti i luoghi di Cars sulla Route 66 Wingwam Motel il Cozy Cone
Tutti i luoghi di Cars sulla Route 66: il Cozy Cone come il Wingwam Motel

Proseguendo verso ovest, si arriva a Selingman, uno dei luoghi più importanti. Perché? Qui lavora e vive Angel Delgadillo, a cui si deve molto di Radiator Springs e a cui si deve soprattutto l’intera Route 66.
Icona della Mother Road, soprannominato non a caso il “Padre” o “l’Angelo” della Route 66”. Angel Delgadillo fu intervistato dalla troupe e le sue storie hanno ispirato Radiator Springs e l’intero film. Classe 1927, Angel è veramente il personaggio principale della Route e di lui si potrebbe parlare a lungo. E’ grazie a lui se la Main Street of America oggi è ancora percorribile, se ancora se ne parla. E’ stato il fondatore della prima associazione per la Route 66, La Historic Route 66 Association of Arizona, seguita da altre 11 associazioni dedicate a preservare la strada. Grazie all’attività e alle battaglie della sua associazione, lo Stato dell’Arizona riconobbe il tratto di Route 66 tra Seligman e Kingman come “Strada di interesse storico”. Fu il giorno in cui nacque la “Historic Route 66”. Le altre associazioni seguirono il suo esempio, altri stati riconobbero l’importanza storica della strada e così l’intera Mother Road venne salvata.
Se passate per Selingman andare a salutare Angel nel suo negozio è dovuto!
L’ultima location del film in Arizona si trova dopo Valentine, ed è l’Hackberry General Store, di cui Bob Waldmire fu proprietario per un periodo, e che è praticamente identico al Curio Shop di Lizzie nel film. A proposito di Lizzie, la vecchia auto arrugginita che si vede fuori dal General Store è proprio lei!

Concludiamo il viaggio in California. Qui non si trova nessuna location legata al film, ma potete fare un giro da Cars Land, il parco a tema del Disney Adventure Park dove si trova riprodotta fedelmente e a grandezza reale tutta Radiator Springs. La conclusione perfetta di questo viaggio, per sentirsi letteralmente trasportati nel film!

I luoghi di Cars lungo la Route 66: curiosità sul film

Non è bello conoscere anche qualche curiosità che riguarda i film?
Sapete, ad esempio, che Cars è stato l’ultimo film di Paul Newman, che ha dato la voce a Doc Hudson nella versione originale, nonché il suo film con il più alto incasso? Paul, uno dei più grandi attori di sempre, morì nel 2008 e per rispetto il personaggio di Doc non è più stato usato nei successivi film della saga, a parte qualche flash back in Cars 3, utilizzando scene mai mostrate prima, girate insieme a Paul per il primo film. Lui era un appassionato di Nascar, nonché bravissimo pilota, e considerava la sua performance in Cars la migliore dai tempi de Il Verdetto del 1982.
Altri personaggi con diverse curiosità sono quelli di Guido e Luigi: la targa di Luigi è 445-108, numeri che indicano la latitudine e la longitudine della fabbrica della Ferrari di Modena. Guido invece è stato scelto come nome non solo perché italiano, ma anche come prima persona presente del verbo guidare, “Io guido”. Nel film lui parla solo italiano, e nella versione italiana lo hanno reso facendolo parlare in dialetto modenese, sempre per riportare alle origini della Ferrari. Le uniche due parole che dice in inglese – anche nella versione originale – sono ok e pit stop. La rapidità da record di Guido nel cambiare gomme non è scelta a caso, tra l’altro: rappresenta i tempi record battuti spesso dai meccanici della Ferrari nei pit stop.
Chiudiamo con una piccola curiosità che riguarda i luoghi nel film: quando viene ripreso la Los Angeles International Speedway dall’alto, è possibile vedere anche, in lontananza, gli studi della Pixar Animation. Cars è stato l’ultimo film della Pixar prima che venisse acquisita dalla Disney.

Se volete potete ascoltare qui l’episodio del podcast:

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