Il New Mexico è lo Stato più ambivalente che abbiamo attraversato durante il viaggio sulla Route 66. Se è vero che negli States ogni Stato è completamente diverso dall’altro, questo vale ancora di più – almeno secondo noi! – per il New Mexico.
Il nickname dello Stato è “Land of Enchantment”, per la sua bellezza naturale e la ricca storia che si porta alle spalle. Non potrebbe essere più azzeccato!
Da cosa è dovuta l’ambivalenza che abbiamo trovato? Pensate che il New Mexico è lo Stato con il maggior numero di ispanici ed il quinto per numero di nativi americani. Insieme agli statunitensi, questo miscuglio di popoli e culture rende questo luogo diverso dal resto degli Stati Uniti che abbiamo visto, meno americano e più ispanico. Qui si incontrano i cowboy e le loro terre con i Pueblos degli indiani, i ranch con le pianure sconfinate. È lo Stato di città particolari e uniche come Santa Fe, di Albuquerque e Breaking Bad, dei parchi nazionali e delle ghost town, lo Stato dove abbiamo festeggiato il 4 luglio. Indimenticabile, per questi e tanti altri motivi.
La route 66 in New Mexico: itinerario
Partendo da Glenrio, la ghost town sul confine tra Texas e New Mexico, si attraversa un tratto di Old Route 66 lungo meno di un centinaio di chilometri dove si incontrano solo ghost town e piccolissime città ormai quasi totalmente abbandonate: Endee, Bard e San Jon.
Prima vera e interessante tappa sulla Route 66 in New Mexico, a circa 40 km da San Jon, è la più conosciuta Tucumcari.
Questa cittadina nacque nel 1901 come un semplice campo per la vicina stazione ferroviaria. Quando dalle cittadine vicine iniziarono a vedere gli affari che la stazione poteva portare, in molti si trasferirono a Ragtown – il primo nome di Tucumcari – che divenne luogo di saloon, botteghe e… fuorilegge! Infatti le sparatorie in città iniziarono ad essere numerose, tanto che venne ribattezzata “Six Shooter Siding“. Oggi Tucumcari è uno dei simboli della Route 66, con il suo famosissimo Blue Swallow Motel (la sua immagine è una delle più rappresentative della Route 66) e il negozio di souvenir Tee-pee Curios lungo Tucumcari Boulevard. Meno conosciute tutte le altre numerose attrazioni della città: il Mesalands Dinosaurus Museum, il Tucumcari Historical Museum con una sezione dedicata alla Mother Road, il Cactus Motor Lodge, il Westerner Drive-In, il Palomino Motel, Del’s Restaurant, Dick’s Auto Service e il Pow Wow Restaurant. Alla Tucumcari-Quay County Chamber of Commerce potete trovare una preziosa brochure che vi guiderà in uno speciale tour storico della Route 66… vale la pena prenderla e spendere almeno un paio di giorni qui a Tucumcari!
Usciti da Tucumcari si prosegue per un tratto lungo circa 70 km dove si incontrano altre ghost town (Montoya, Newkirk e Cuervo) ed infine si arriva a Santa Rosa, la città dei laghi naturali che prende il nome da Santa Rosa di Lima, la prima santa del Nuovo Mondo. Nei primi tempi della Route 66, Santa Rosa divenne famosa per essere una sorta di oasi nel deserto, grazie alle sue numerose risorse d’acqua, ai laghi in cui ci si rinfrescava, ma anche grazie ai numerosi ristoranti, motel e car repair che vi si trovavano. Ancora oggi, soprattutto se percorsa in estate, Santa Rosa rappresenta un’oasi fresca lungo la Mother Road, grazie al meraviglioso Blue Hole in cui ci si può tuffare.
Fate una visita al Santa Rosa Auto Museum (noi purtroppo non siamo riusciti a vederlo. Era sabato, siamo arrivati lì alle 17.50 e ha chiuso proprio davanti a noi perché alle 18 iniziava la Messa. Io gli americani li trovo meravigliosi anche in queste cose. E non sono ironica!) e al vostro ingresso in città non perdete il Comet Drive In, il Silver Moon, il Sun and Sand e il La Loma Motel. Mangiate un panino da Joseph’s (aperto dal 1956) e, se capitate nell’orario giusto, attraversate la città di sera, quando tutti i neon sono accesi… sembrerà di tornare negli anni ’50!
Da Santa Rosa la Route 66 si divide in due e dovete fare una scelta: o risalire verso Santa Fe e poi scendere per Albuquerque, oppure continuare dritti verso ovest per raggiungere direttamente Albuquerque. Noi abbiamo scelto la prima strada, il tratto più vecchio di Route 66.
Salendo verso Santa Fe si incontra il Pecos National Historical Park, nato prima del 1500 come Pueblo di una tribù di lingua towa. Questo Pueblo partecipò alla rivoluzione contro gli spagnoli e quando venne riconquistato si alleò con la Spagna, scelta che lo portò a subire continui attacchi dai Comanche i quali lo portarono al declino e poi al totale abbandono nel 1838. È un luogo affascinante, ideale per scoprire vita, cultura e tradizioni dei nativi americani di questa zona.
Finalmente si arriva a Santa Fe, la città più particolare, diversa, unica – secondo noi! – della Route 66. Un viaggio lungo la Mother Road non può saltare questa tappa!
Nata nel 1607 è la seconda città fondata dagli europei più antica degli Stati Uniti (la prima è St. Augustine in Florida). Capitale dello Stato, è un misto tra una città messicana e un Pueblo dei nativi americani, di cui ancora oggi subisce moltissimo le influenze. Dimenticate grattacieli, neon, villette col giardino… qui le case sono tutte basse e costruite in adobe, un particolare impasto di argilla, sabbia e paglia essiccato al sole.
A Santa Fe c’è davvero tanto da vedere (infatti le dedicherò un intero post a parte), a partire dalla cattedrale di San Francesco d’Assisi, protettore della città, con la sua cappella di Loretto e la scala magica; il Palazzo dei Governatori, la Plaza, la missione di San Miguel, la casa più antica degli Stati Uniti, il museo di arte e cultura indiana, la Canyon Road, El Rancho de las Golondrinas… e molto altro ancora!
Lasciata Santa Fe si riscende verso Albuquerque e questo tratto di strada offre moltissimo. Da qui può partire anche un interessante itinerario alla scoperta dei Pueblos dei nativi americani, molti dei quali ancora abitati. Noi abbiamo visitato Santa Ana, Isleta e Laguna, ma c’è solo l’imbarazzo della scelta ed è un’altra delle cose che vi consiglio di visitare assolutamente sia per la loro particolarità che per l’importanza culturale e storica che hanno.
La prima cosa che potete visitare lasciando Santa Fe e scendendo verso Albuquerque è il Bonanza Creek Movie Ranch, un set cinematografico nel mezzo della pianura del New Mexico. La visita costa 20$ e va prenotata (noi in realtà l’abbiamo prenotata il giorno prima telefonando direttamente. L’abbiamo visitato proprio il 4 luglio ed eravamo gli unici visitatori quel giorno) ma se siete appassionati di cinema o Old West dovete assolutamente farlo. Il primo film girato qui fu L’uomo di Laramie nel 1955, fino al più recente Cowboys and Aliens del 2010. È un luogo unico, una vera e propria città western ricostruita nei minimi dettagli: il saloon, la chiesa, la prigione con l’ufficio dello sceriffo, il medico, le case, le botteghe… non manca nulla, non c’è niente fuori posto ed è come fare un salto indietro nel tempo… o in un film! Soprattutto grazie alla guida, vestita proprio come un vero cowboy, che fornisce interessantissime spiegazioni sia sulla storia del posto sia su come era la vera vita nel vecchio west.
A circa 40 km dal Bonanza Creek, anche se un po’ fuori mano rispetto alla strada per Albuquerque, potete visitare il Kasha-Katuwe Tent Rock National Monument. È un posto spettacolare. Faticoso, perché si gira per lo più a piedi (portatevi TANTA acqua dietro, perché all’interno del parco non si può comprare), ma la sua particolarità vale la fatica. “Kasha-Katuwe” nella lingua dei Cochiti (il Pueblo che abita in questa zona) significa “Scogliere bianche” e hanno chiamato così questa zona per le sue formazioni rocciose, che arrivano fino a centinaia di metri d’altezza e sono a forma di… tepee! Le rocce sono scolpite dal vento, che sembra aver pennellato la loro superficie per donargli decine di striature diverse.
Si possono seguire diversi trail, il più semplice è il Veteran Trail, lungo appena 1 miglio.
Alla fine si arriva ad Albuquerque, la città famosa per essere lo sfondo di Breaking Bad.
Una città che ha una storia di dodicimila anni, nata con i primi insediamenti indiani. Molto simile a Santa Fe nella piccola Old Town, offre diverse icone della Route 66, a partire dal Route 66 Diner, il Luna Lodge, Nob Hill, il Lobo Theater e il Lobo Pharmacy & Bookstore, fino al Lindy’s Restaurant aperto nel 1929.
Dopo Albuquerque si arriva a Grants, ritrovando la Route 66 tradizionale. Anche questa cittadina nacque come campo d’appoggio durante la costruzione della Pacific Railroad, trasformandosi piano piano in una vera e propria città che visse il suo periodo migliore e più vivo durante gli anni d’oro della Mother Road. Oggi è una meta turistica in crescita, grazie ai suoi dintorni ricchi di parchi nazionali e rovine degli antichi Pueblos.
La Old Route 66 ha preso il nome di Santa Fe Avenue e lungo di essa si possono ancora vedere vecchie icone come il Grants Cafè, il Sands Motel e il Lux Movie Theatre ormai chiuso.
Continuando verso ovest si attraversano piccoli paesi come Milano (no, non è un errore), Bluewater, Prewitt e Fort Wingate, arrivando infine a Gallup.
Patria di molte tribù e cuore delle riserve indiane del New Mexico, oltre ad offrire storia e cultura dei nativi americani, è ricca di luoghi legati alla Route 66, come il Motel El Rancho, dove hanno dormito anche Ronald Reagan, Spencer Tracy, Katherine Hepburn e Kirk Douglas. Altri must-see sono il Rex Museum e il Gallup Cultural Center che si trova nella vecchia stazione ferroviaria lungo la Route 66.
Pochi chilometri dopo Gallup si passa il confine con l’Arizona, lo Stato del Grand Canyon.