La Route 66 in Texas: da Shamrock a Glenrio

Take me to Texas, on the open range
The Rio Grande is in my veins
It’s heaven there and so my prayer
Is that you’ll take me anywhere in Texas
The only home I know
I’m a child of the Alamo and the Yellow Rose…
(George Strait)

Ricordo come fosse ieri il momento in cui siamo arrivati di fronte ai confini del Texas. Contavo i chilometri che ci separavano da questo Stato, quello dei miei sogni, il cui solo pensiero mi faceva battere il cuore.

Perché? Non so dare una spiegazione logica. Forse perché per me è sempre stato il Paese dei cowboy, della musica country, dei ranch, dell’accoglienza. Forse perché certi posti ci chiamano, li sentiamo nostri già prima di andarci e non esiste un vero e proprio motivo che possa spiegare questa sensazione. Sono i luoghi dove poi ci si sente a casa.
Ricordo che quando abbiamo letto il cartello con quella scritta “TEXAS STATE LINE” ci siamo fermati e non sapevamo se saltellare e urlare come bambini, ballare e cantare o commuoverci, o magari tutte queste cose insieme.
Alla fine Take me to Texas l’abbiamo cantata a squarciagola, dopo aver scattato una foto che esprimeva la nostra gioia.

La Route 66 in Texas

The Lone Star State, è questo il “motto” del Texas… o meglio, il soprannome. Il vero motto in realtà è “Friendship”, amicizia, e il nome stesso dello Stato – Texas – viene dalla parola indiana táysha che significa “amici, alleati”… e questo spiega l’atteggiamento così amichevole e accogliente dei texani: per loro è uno stile di vita (anche se il secondo motto è “don’t mess with Texas”, non scherzare col Texas. Quindi occhio, amici amici ma solo finché non li si prende in giro!)
Più grande di qualsiasi altra nazione europea, è il secondo Stato sia per estensione che per popolazione, praticamente un mondo a sé. La Route 66 però ne attraversa solo una piccola parte, nella regione chiamata Panhandle Plains, per 178 miglia, 150 delle quali sono ancora quelle originali.

 

La Route 66 in Texas: da Shamrock a Glenrio

Il primo paese che si incontra lungo la Route 66 in Texas è Shamrock e se il nome sembra irlandese è perché effettivamente lo è: fu un immigrato irlandese a dare il nome a questo posto, un nome che significa buona fortuna e coraggio. La tradizione irlandese divenne talmente forte che nel 1938 si è iniziato a festeggiare anche San Patrizio con parate e spettacoli, tradizione che continua ancora oggi. Da non perdere assolutamente è lo U-Drop Inn, un tempo definito “the swankiest of swank eating places from Oklahoma City to Amarillo” – il più elegante dei ristoranti eleganti in cui mangiare da OKC ad Amarillo – oggi è più un museo che un cafè (ma si può bere e mangiare) ed espone orgogliosamente il tavolo in cui una sera si sedette a mangiare Elvis Presley.

La route 66 in Texas. lo U-Drop Inn a Shamrock
La route 66 in Texas. lo U-Drop Inn a Shamrock

 

Subito dopo Shamrock, superata Lela – cittadina famosa per la produzione di gas – si arriva a McLean, il cui fondatore è morto sul Titanic quel tragico 15 aprile 1912. Nel 1942 questa piccola città fu utilizzata come campo per i prigionieri di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale e ne ospitò circa tremila, portati fin qui dall’Europa o dall’Africa… la cosa curiosa è che molti provarono a scappare, ma non c’era assolutamente nulla per miglia e miglia, così quando venivano ritrovati e riportati nel campo ne erano felici. Almeno potevano bere, mangiare e stare all’ombra (il caldo in Texas non perdona e nemmeno le tempeste di sabbia… per questo pensateci bene e partite con una buona assicurazione viaggio).
Oggi passare qui è come fare un vero salto indietro nel tempo, perché le strade e i negozi sono ancora fermi agli anni ’50 e i murales raccontano di una Route 66 che oggi non c’è più. Inoltre, McLean è la sede della Texas Historic Route 66 Association.

Sette miglia dopo McLean si incontra la città fantasma (o quasi) di Alanreed, che un tempo era una delle città più attive e vive lungo la Route 66 in Texas. Appena superate Alanreed, fate molta attenzione: troverete il Jericho Gap, un tratto di strada famoso per intrappolare le auto nel fango. Per chi viveva qui era un po’ la fortuna del luogo: aprirono molte officine e carroattrezzi/soccorso stradale e sembra che a volte infangassero appositamente la strada (ma sono solo voci di corridoio).

Continuando a seguire la Route 66 incrocerete quella che oggi è un’icona della Mother Road, grazie al film Disney “Cars”: la leaning water tower di Britten. Un tempo accanto ad essa c’era un diner famoso che serviva soprattutto a far risposare camion e viaggiatori, mentre oggi è rimasta solo la “torre pendente” (ed una piccola stazione di servizio con un truck stop)… e come faccia a stare in piedi così è un mistero ancora irrisolto.

Route 66 in Texas. la Britten leaning water tower

 

Meno di due miglia dopo la torre si trova Groom, un paese dove oggi vivono meno di 500 persone. Una curisoità da non perdere qui è la croce bianca, la Groom Cross, che venne costruita e installata per protesta contro le immagini e i neon osè che pullulavano lungo la Route 66. Alta circa 57 metri, è visibile da oltre 20 miglia di distanza, un vero e proprio segnale pubblico di fede come desiderava Mr Thomas, l’uomo che l’ha fermamente voluta nel 1995.
Passata Groom si arriva a Conway, un paesino di appena 50 abitanti che ospita il Bug Ranch, la parodia del più famoso Cadillac Ranch di Amarillo.

Ed è proprio ad Amarillo che si arriva poche miglia dopo. Qui ci ho lasciato il cuore, davvero. Sarà che è stata la prima ed unica sosta in Texas, ma ho respirato e vissuto tutto ciò che immaginavo il Texas fosse, il luogo in cui tutto quel che immaginavo è diventato realtà. La Air Force Base, il canyon di Palo Duro, il Big Texan Steak Ranch, il rodeo, le persone vestite da cowboy ovunque… tutto questo però merita un racconto a parte più approfondito.

La Route 66 in Texas, Amarillo

 

Dopo circa 14 miglia da Amarillo si arriva a Bushland prima e Wildorado poi, due piccole cittadine in cui vivono meno di duecento persone e alcune insegne, stazioni e negozi ormai chiusi e abbandonati che ricordano i bei tempi della Mother Road.

Si arriva poi a Vega, secondo me il posto più pittoresco della Route 66 in Texas, una cittadina già in voga prima che arrivasse la main Street of America. Fu fondata su un terreno pagato appena 1$ per acro nel 1899. Agli inizi del 1900 veniva chiamata “The home of opportunity“, viste le numerose occasioni lavorative che offriva, grazie al fatto che ospitava la più grande banca e il più grande hotel della contea, oltre all’unica tipografia. Con l’arrivo della Mother Road ha moltiplicato le sue attività aprendo negozi, ristoranti e gas station. Oggi offre diverse roadside attraction: la Magnolia Gas Station, costruita nel 1924 e restaurata da poco, il Roark Hardware Store, il più antico della Route 66, la Oldham County Courthouse, ed infine il simpaticissimo Dot’s Mini-Museum, un piccolissimo museo che espone memorabilia della Route 66, reperti del vecchio west, bambole e molto altro. Inizialmente è nato come un noleggio frigoriferi, quando non tutti potevano averne uno. Vendevano anche frutta e verdura fresca ai viaggiatori, ma quando la I-40 sostituì la 66, gli affari crollarono così Dot Levitt e la moglie, i proprietari, ebbero l’idea del museo, oggi gestito e mandato avanti dalla figlia, Betty Carpenter.

Quattordici miglia dopo Vega si arriva ad Adrian, il Midpoint della Route 66.
Midpoint perché si trova esattamente a metà strada tra Chicago e Los Angeles (distano entrambe 1139 miglia) ed è un must-see sulla Route 66. Proprio sul midpoint si trova il caratteristico Midpoint Cafè, un tipico diner anni ’50 che serve, oltre agli immancabili burger, squisiti dolci.

La Route 66 in Texas, il Midpoint

 

Infine si arriva a Glenrio, la ghost town che si trova proprio al confine tra Texas e New Mexico, dove si scopre tutta un’altra America.

 

La Route 66 Stato per Stato:

 

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