Il dono più bello per chi ama viaggiare è sempre un nuovo viaggio. E Lonely Planet ci ha fatto questo dono, accompagnandoci a scoprire Matera e i suoi sassi.
Perché proprio Matera? Per tanti splendidi motivi, tra cui l’essere – secondo Lonely Planet – destinazione Best in Travel 2018. Questo significa che quest’anno non avete scuse per non andarla a visitare e magari fare il bis l’anno prossimo, quando Matera sarà anche Capitale della Cultura 2019.
Perché proprio Matera, ancora?
Perché è la terza città più antica al mondo e porta addosso 9000 intensissimi anni di storia, di storie, del vento che l’ha modellata. Secoli di cui è ancora orgogliosa testimone, dai ritrovamenti risalenti al paleolitico all’antico canyon, fino ai tradizionali sassi.
La prima volta che sono stata a Matera – ormai ben sei anni fa – la cosa che più mi aveva affascinato nei racconti di questa meta erano proprio i Sassi, quel “paesaggio culturale” che si è meritato il riconoscimento dell’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, ed è stato scenario di molti film e fantasia di molti viaggiatori.
Visitare i Sassi di Matera
Ma cosa sono o cos’erano i sassi?
I sassi sono antiche abitazioni scavate nella roccia di calcarenite (erroneamente chiamata “tufo”) abbarbicate lungo i pendii della Gravina, il sorprendente canyon della Murgia attraversato da un torrente. Trattandosi di una città preistorica non potevano esserci case ma caverne o grotte create dagli antenati materani e successivamente ingrandite nel corso dei secoli dal susseguirsi di generazioni.
La zona dei Sassi si divide in due rioni: il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano, divisi dalla rupe della Civita, il punto più alto della città. il tutto circondato dal magnifico scenario naturale della Gravina di Matera.
È bello immaginare come in queste caverne immutate nei secoli si siano succeduti i diversi materiali per gli oggetti di uso comune: dalla pietra, al legno, dal ferro all’alluminio e alla più recente plastica. Oppure immaginare le persone che si scaldavano allo stesso focolare immutato di generazione in generazione.
Nel 1943 Carlo Levi scrisse “Cristo si è fermato ad Eboli”, dove raccontava e denunciava le condizioni di scarsa igiene in cui vivevano gli abitanti di Matera. Attirò così tanta attenzione su questa città che se ne occuparono personaggi come Palmiro Togliatti, il quale la definì la vergogna d’Italia ed il sociologo americano George Peck. Così il 17 maggio 1952 Alcide De Gasperi firmò la legge speciale per lo sfollamento dei Sassi e impose a circa diciassettemila persone di abbandonare le proprie case per trasferirsi nei nuovi rioni, tant’è che ancora oggi gli anziani di Matera pensano con disprezzo ai Sassi e se ne vergognano. A metà degli anni ’80 con una legge speciale fu di nuovo permesso ai cittadini di tornare ad abitare nei sassi perché potessero diventare la testimonianza della capacità di adattamento dell’uomo alle diverse condizioni di vita.
Oggi molti Sassi sono diventati hotel, anche di lusso, grazie ai quali è possibile viverli con le comodità di oggi. Se cercate l’autentico però, dovete visitare i Sassi di un tempo, per rendervi conto di cosa significasse vivere lì dentro. Luoghi poveri, dove spesso convivevano casa e stalla in uno stesso ambiente nemmeno tanto grande. L’umidità la faceva da padrone e le malattie erano all’ordine del giorno. Esempio autentico di questa vita e questo pezzo di storia materana è la Casa Grotta di Vico Solitario (costo del biglietto 3€), dove i tipici arredi di un tempo raccontano com’era la vita nei sassi prima che venissero abbandonati. Lo spazio era unico e solo gli arredi dividevano in zone la casa: un unico piatto in cui mangiavano tutti, la mangiatoia per l’asino di fronte al letto, in disparte solo il buco che serviva da latrina e letamaio. Non è difficile indovinare perché non si ha un buon ricordo della vita qui dentro.
La convinzione che Matera sia solo Sassi però non potrebbe essere più sbagliata. C’è il canyon, il fondaco con le botteghe degli artigiani, i meravigliosi panorami che si possono osservare dalla Civita, c’è la cattedrale e la chiesa di San Francesco d’Assisi, ci sono le chiese rupestri (non tutte visitabili, ma non potete perdere la più bella, quella di Santa Lucia delle Malve)… bisogna esplorarla lentamente tra salite e discese, godendosi il cielo terso contro il bianco della sua pietra, o il fascino di un cielo tempestoso che la sovrasta. Matera bella sempre, sotto ogni cielo.
Matera l’immutata, che proprio per questa sua particolarità è stata corteggiata da innumerevoli registi che l’hanno resa protagonista di film come La passione di Cristo, King David, la Lupa e L’uomo delle Stelle.
Matera è anche città di ottimo cibo tradizionale e sapori contadini come la Cialledda, pane raffermo bagnato e condito con i prodotti dell’orto come cipolle, pomodori o peperone crusco. Potete assaggiarla ancora oggi nei ristoranti Baccus o Kappador.
La storia più importante di tutte sulla tavola materana la racconta però il pane, una storia di tradizioni, acqua farina e timbri che ha raccontato sul suo blog Picchiapò.
Visitare i sassi di Matera: curiosità
Non si può lasciare questa città senza gettare un’occhiata agli scavi del cimitero barbarico nel Sasso Caveoso, che portò Carlo Levi a descriverlo come “l’unico posto al mondo dove i morti sono sopra i vivi”. Motivo in più per viistare questa città unica al mondo.
La vera curiosità di cui vorrei parlarvi però è un’altra e riguarda i nostri giorni.
Una delle iniziative di Matera 2019 mi ha veramente incuriosita: il 19 gennaio 2019 i bambini di Matera sotterreranno in una buca scavata appositamente lettere e disegni fatti da loro, che verranno poi disseppelliti tra cento anni, nel 2119. Così i bambini del futuro potranno vedere con che occhi vedevano il mondo e soprattutto Matera i bambini di oggi. Non è emozionante?
Un po’ come lo è ogni passo in questa città.