Itinerario a Budapest sulle location del film “Spy”

“Non sarei quel che sono senza te a guidarmi!”

Prendete l’azione di cui solo Jason Statham è capace, la bellezza di Jude Law e la simpatia di Melissa McCarthy e avrete il perfetto Spy Comedy. Un film che, se preso nel giusto modo, concede più di qualche risata ed è la scelta giusta per un paio d’ore di svago. Quindi perché non ritrovare i luoghi in cui si svolge il film con un itinerario a Budapest creato ad hoc?

Partiamo dalla trama: di cosa parla il film?
Susan Cooper (Melissa McCarthy) è una donna monotona e con scarsa autostima che lavora come analista della CIA. Il suo compito principale è guidare l’agente segreto Bradley Fine (Jude Law), di cui è innamorata, osservandolo e dandogli indicazioni dal suo ufficio in Virginia mentre lui prende parte alle azioni. Durante una missione l’agente Fine uccide Tihomir Boyanov accidentalmente e senza portare a termine il suo compito. Ci riprova infiltrandosi a casa di Boyanov ma la figlia lo uccide davanti gli occhi di Susan, la quale per vendicarsi si fa mandare in missione nonostante lo sdegno dell’agente Rick Ford (Jason Statham), che inizierà a seguirla per dimostrare di poter fare meglio di lei. Da qui inizia il vero corpo del film, una serie di avventure in giro per l’Europa, di simpatici colpi di scena e di gag che porteranno Susan a confrontarsi con sé stessa, a superare le sue paure e i suoi limiti, e a capire che vale molto di più di quel che pensava.
Una parodia di James Bond che, pur non essendo la più originale delle idee, funziona bene grazie al cast perfetto e qualche piccola chicca.

Itinerario a Budapest sulle location di Spy: Melissa McCarthy e Jason Statham in una scena del film
Itinerario a Budapest sulle location di Spy: Melissa McCarthy e Jason Statham in una scena del film

Perché proprio Budapest? Dalle parole dello stesso Paul Feig, regista e produttore del film:

“L’abbiamo girato completamente a Budapest in parte per le facilitiazioni nelle tassazioni, ma anche perché volevo assolutamente delle location europee affascinanti. Originariamente, scrivendo, l’avevo ambientato tra Parigi, Vienna e Capri, ma quando abbiamo iniziato le perlustrazioni ci siamo accorti che Budapest poteva essere la perfetta sostituzione per molti di quei luoghi. Così ho semplicemente riscritto la sceneggiatura in modo che l’azione si svolgesse lì.”

La capitale ungherese è talmente piaciuta a Paul Feig che non ha semplicemente sostituito le altre città, ma vi ha girato anche scene che nel film si svolgono a Parigi e Roma. In effetti Budapest è una bellissima città (date un’occhiata al nostro itinerario per scoprirla in un weekend e alle dieci cose da assaggiare assolutamente) e sembra perfetta per ospitare avventure da spie!

L’itinerario che ho studiato per vedere tutte le location del film Spy è lungo quasi 16 km e attraversa tutta la zona di Pest, la parte più vecchia della città. Per comodità sulla cartina ho messo la strada a piedi ma vi consiglio di usare i mezzi pubblici o, ancora meglio, dividere le varie tappe in più giorni, inserendole in un itinerario completo della città. Come la maggioranza degli itinerari cinematografici – e uno dei principali motivi per cui li amo – non tocca luoghi classicamente turistici ma molto più insoliti.

Mappa itinerario Budapest location Spy
Mappa itinerario sulle location del film Spy

Solo alcune scene del film si svolgono appena fuori Budapest, sul Lago Balaton, ma le ho tenute fuori da questo itinerario, la cui conclusione perfetta sarebbe una crociera sul Danubio, magari al
tramonto o la sera, a cena… un appuntamento romantico alla fine della missione, in un’atmosfera da film spy!

Partiamo dalla location più lontana dalla zona centrale, che vediamo nella scena in cui l’agente Bradley Fine uccide Boyanov: la fabbrica della birra Dreher. O meglio, i sotterranei della fabbrica: un complesso labirinto di grotte calcaree sotterranee conosciuto come sistema di cantine di Kőbánya, il più grande complesso di cantine dell’Ungheria. 32 km di tunnel, corridoi larghi da 3 a 6 metri e padiglioni alti 10 metri, che già nel Medioevo venivano usati per tenere le botti del vino al fresco. Durante la Seconda Guerra Mondiale vennero usate per nascondere armi e civili ma anche come hangar segreto per la costruzione degli aerei… il che dà un’idea delle dimensioni del posto! Oggi è in parte proprietà del governo, in parte della Dreher che la utilizza proprio come cantina. La Kőbánya Asset Manager Jsc. (Kőbányai Vagyonkezelő Zrt.) organizza alcune visite guidate durante l’anno – nei giorni di San László a giugno e durante le Giornate Europee del Patrimonio a settembre – per raccontare la storia di questi corridoi sotterranei che hanno assistito, e a loro modo partecipato, alla storia della città.

Finita la missione – fallita – Fine porta a cena Susan e nonostante le scene si svolgano a Washington DC siamo ancora a Budapest, nello storico ristorante Gundel, in via Károly 4, un ristorante aperto nel 1910 da Károly Gundel che acquistò il locale esistente dal 1866. Modernizzò da subito la cucina tradizionale ungherese combinandola con alcune caratteristiche della cucina da altre parti del mondo, riformò completamente il servizio e la cucina e ben presto diventò il ristorante preferito di politici, sportivi e classe ungherese medio-alta. Tutti dicevano che “è così chic andare da Gundel!”. Nel 1939 Gundel divenne il fornitore ufficiale del contingente ungherese alla New York World Exhibition e il New York Times scrisse: “Il ristorante Gundel è per Budapest una pubblicità migliore di una marea di brochure turistiche.” Una fama di cui tutt’oggi il ristorante può vantarsi, al punto da attirare ai suoi tavoli tantissime celebrità, dagli attori hollywoodiani agli sportivi più famosi, fino ai regali di tutto il mondo (tra cui la compianta Regina Elisabetta II).
Se mangiate qui non perdete la focaccia Gundel (Gundel palacsinta) – con il ripieno a base di rum, uva passa, noci e scorza di limone, servita con una salsa al cioccolato- e la zuppa Palóc, con agnello e patate.

Prossima tappa è il Museo Etnografico (ma per arrivare qui passerete vicino la Terror Haza, la Casa del Terrore che vi consiglio di visitare). Nel film rappresenta il Club Nomad, la discoteca dove Nancy Artingstall (Miranda Hart) mette a terra 50 Cent con un placcaggio per creare un diversivo. Ben lontano dall’essere una discoteca, si tratta di uno dei musei più grandi, antichi e importanti d’Europa e le sue sale hanno ospitato i set di svariati film, tra cui anche Inferno. Il Museo ha chiuso le porte al pubblico nel 2017, per essere spostato nella nuova sede, modernissima e tre volte più grande, nell’ambito del Liget Budapest Project, il più grande progetto europeo di rinnovamento urbano. Di fronte la vecchia sede però si trova il Parlamento Ungherese, il luogo più iconico di Budapest.

Il palazzo fatiscente in cui Susan segue l’agente nemico è l’edificio conosciuto come Express Building, un tempo quartier generale dell’Adria Shipping Company e oggi in fase di restauro (quindi completamente coperto e irriconoscibile rispetto al film). A poca distanza da qui si trova il Teatro dell’Opera di Stato, che nel film rappresenta un inverosimile casinò di Roma, dove Susan abbandona l’aspetto da casalinga per trovarne uno più elegante. Il Teatro è uno degli edifici più importanti di Budapest ed è il terzo al mondo per qualità del suono percepito. Un edificio bellissimo, commissionato dall’imperatore austriaco Franz Josef, il quale precisò subito che non doveva superare per bellezza e fasto l’Opera di Vienna. Il Teatro è visitabile tutti i giorni dalle 11 alle 17 e la domenica dalle 16 (ma niente visite se vi sono opere in scena).

Quando Susan “torna” a Budapest da Roma, soggiorna nel lussuoso Gresham Palace del Four Season, costruito nel 1906 e considerato uno degli hotel più eleganti d’Europa. Affacciato sul Danubio con vista sul Ponte delle Catene e sulla Collina del Castello, fu gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e per decenni rimase abbandonato, finché non fu completamente restaurato e riaperto nel 2004. In una delle scene più simpatiche del film, Susan esce dall’hotel e salta su un motorino per inseguire un aspirante assassino. Purtroppo cade in un cantiere in via Zrínyi, sul cui sfondo si intravede la Basilica di Santo Stefano (un must-see della città).

Le ultime tappe del tour faranno felici gli amanti della moda e delle compere. La prima è Deák Ferenc St, la Fashion Street di Budapest. Ne film ne vediamo qualche scorcio quando Susan decide di andare a comprare un nuovo abito più elegante, ed è probabilmente l’unica tappa che è rappresentata per ciò che è anche nella realtà. La via porta il nome di Deák Ferenc, il politico considerato “l’umo più saggio della Nazione” ed è la via più elegante e scintillante della città (qui potete trovare tutti i negozi presenti lungo la via).

Quando le scene si spostano a Parigi, anche se nel film si vedono la Tour Eiffel e i prestigiosi Hotel George V e Prince des Galles, nella realtà le riprese delle scene sono, ancora, a Budapest. L’elegante e bellissima galleria in art decò in cui Susan assiste allo scambio di borse, è in realtà la Paris Court, conosciuta anche come Bruden House. L’avete vista anche in altri film come La Talpa e nella serie Dracula con Jonathan Rhys Meyers. La Galleria è stato il primo centro commerciale aperto in Ungheria e oggi è stata trasformata in un lussuoso hotel.

Arriviamo infine all’ultima tappa di questo insolito itinerario di Budapest: il The Whale – che si trova lungo il Danubio e non la Senna, come dicono nel film – un centro commerciale che ricorda le forme di una balena, dal design moderno esternamente e le atmosfere retrò all’interno, che ha fatto anche da location ad alcune scene di The Martian di Ridley Scott, dove rappresenta la base della NASA. In Spy lo vediamo a fare da cornice all’esibizione di Verka Serduchka, un’artista vera che ha partecipato anche all’Eurovision proprio con il brano che suona nel film.

Itinerario a Budapest sulle location di Spy: il the Whale (Foto da http://www.balnabudapest.hu/)

Giusto una piccola aggiunta per concludere: la “CIA Communications Room” e altri interni sono stati costruiti negli studi Fot e Origo di Budapest che, non essendo visitabili, non ho inserito nell’itinerario.

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