Cosa vedere a Varsavia in un weekend

“Riuscirò a vedere Varsavia in un paio di giorni?”
Questa è la prima domanda che mi fanno solitamente quando mi chiedono informazioni su Varsavia, e come già detto nel post dedicato all’organizzazione di un weekend a Varsavia, la risposta è: “dipende”.
Noi siamo rimasti più che soddisfatti dal nostro tour nella capitale polacca, l’unica mancanza è stata quella di non riuscire a visitare tutti i musei che ci interessavano. Quindi se in un paio di giorni pensate di vedere tutto quello che la città ha da offrire, la risposta è no. Se invece vi basta – come prima visita – vedere la città al di fuori dei musei, la risposta, per noi, è si.

Varsavia mi ha stupito.
Letteralmente, mi ha lasciata a bocca aperta. Sapevo che la città era stata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e poi ricostruita, perciò mi aspettavo di vedere palazzoni grigi e architettura comunista a riempire la città, la storia cancellata per sempre. Invece…

Cosa vedere a Varsavia?

Cosa vedere a Varsavia

…e invece Varsavia è una città divisa a metà, dove nuovo e vecchio si guardano, faccia a faccia uno di fronte l’altro, sorridendosi.
Nel 1944 le truppe naziste la rasero al suolo, letteralmente: soltanto sette edifici rimasero in piedi. Sette.
Dopo la fine della guerra e negli anni della ricostruzione, i polacchi decisero di non lasciar morire la loro storia e, rimboccandosi le maniche, ricostruirono il centro storico della città proprio così come era una volta: le case colorate il castello, le strade… tutto venne minuziosamente riprodotto come appariva secoli fa. Credetemi, se non lo sapeste che è stata ricostruita, non ve ne accorgereste nemmeno. Questa è stata la cosa che mi ha stupito più di tutti, camminavo per il centro storico guardandomi attorno meravigliata come una bambina.
E il cemento del regime comunista? Dimenticatelo. Nella Città Nuova (Nowe Miasto in polacco) grattacieli di vetro la fanno da padrone.
E’ una città ancora in costruzione, infatti abbiamo trovato cantieri ovunque, a tutte le ore. Qui gli operai lavorano almeno dalle otto del mattino alle dieci di sera. Ne ho la certezza perché sotto il nostro residence c’era un cantiere per sistemare una strada. La mattina alle otto erano già al lavoro, e lo erano ancora alle dieci di sera quando rientravamo. In tre giorni però i lavori erano finiti. Stupefacenti. Dovremmo metterli a lavorare sulla Salerno Reggio Calabria.
Bando alle ciance, volete conoscere l’itinerario.

Cosa vedere a Varsavia, i giardini inglesi

La prima cosa che abbiamo visitato sono stati i Giardini Sassoni (Ogród Saski), che si trovavano vicino il Centro, esattamente a metà strada tra il nostro appartamento ed il centro storico.
Non sono soltanto il parco pubblico più antico della città, ma tra i giardini più antichi del mondo!
Furono realizzati sul modello dei giardini di Versailles e vennero aperti al pubblico nel 1727. Sono disseminati da statue barocche che rappresentano le allegorie delle Virtù, degli Elementi e della Scienza, decorati da un lago ornamentale con un’immensa fontana ottocentesca a forma di tempio greco, e al loro interno (si estendono per 15 ettari!) si trova anche la tomba del Milite ignoto, ospitata sotto tre archi superstiti del Palazzo Saski cui appartenevano i giardini, il quale venne distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.
Colorati, eleganti, lontani dal caos delle strade, mi sono piaciuti subito. E’ stato il primo impatto con quella parte storica che credevo Varsavia non avesse più.

Essendo già sera (siamo arrivati il venerdì pomeriggio), abbiamo deciso di proseguire verso il Quartiere Finanziario, per ammirare le luci e la movida varsaviana.
Qui lo scenario cambia completamente e ci si ritrova tra luci, negozi, schermi giganti su cui proiettano le pubblicità, Starbucks, centri commerciali, Hard Rock Cafè (dove abbiamo ovviamente fatto tappa per la cena) e grattacieli a specchio. In pratica la Times Square di Varsavia.
Qui si trova anche il famoso Palazzo della Cultura e della Scienza (PKiN), il palazzo più alto di tutta la Polonia, che merita una visita (che noi non siamo riusciti a fare). Fu costruito da Stalin come regalo alla città, e al suo interno si trovano un cinema multisala, un’università, uffici, teatri, sale congressi e una terrazza panoramica che permette di osservare tutta Varsavia, e oltre, dal 30° piano.
La cosa bella è che, se passate di qui la sera, il Palazzo vi sorride. Sembra salutare e dare il benvenuto in città, spiccando tra le mille altre luci che lo circondano.

Cosa vedere a Varsavia, palazzo della scienza

Il giorno successivo lo abbiamo dedicato al Centro Storico (Stare Miasto), la Città Nuova e il Free Walking Tour sulla storia del Ghetto e degli ebrei di Varsavia.

Proseguendo oltre i Giardini Sassoni, abbiamo imboccato Krakowskie Przedmieście, una strada chiusa al traffico che conduce direttamente alla piazza fulcro del Centro Storico. Già da questa via lo scenario cambia di nuovo, facendo un salto indietro nel tempo e trasportandoci in atmosfere colorate liberty e rococò, colori pastello e tetti spioventi.
Come rococò è lo stile della chiesa di San Giuseppe (la Visitationist Church o Kościół Opieki św. Józefa w Warszawie in polacco) che ci si ritrova subito di fronte, uno degli esempi più belli di rococò in Polonia.
Proseguendo su questa strada si incontrano anche la statua equestre dedicata al Principe Józef Poniatowski, patriota e ministro della Guerra, e il monumento ad Adam Mickiewicz, poeta polacco, giornalista politico, leader del movimento di liberazione nazionale.
Dietro il monumento al Principe Józef, si trova anche il Palazzo Presidenziale, con i suoi due bei leoni a fare la guardia.

cosa vedere a Varsavia, il palazzo presidenziale

Alla fine di questa lunga e particolare strada ci siamo ritrovati nel cuore di Varsavia e del suo Centro Storico, per me la parte in assoluto più bella della città: elegante, colorata, viva.
Si sbuca in Piazza Zambowy, dove si trovano il monumento più antico di Varsavia, simbolo della città, la Colonna di Sigismondo III Vasa (il re che dichiarò Varsavia Capitale nel 1611) e il Castello Reale.
Ricordatevi sempre, ad ogni passo che fate, che tutto ciò che vedete è stato ricostruito da meno di settant’anni. Dovete ricordarvelo perché solo così potete rendervi conto dell’impresa straordinaria che è stata fatta in questa città… e sapete che in parte è merito dell’arte italiana? Infatti per poter riprodurre la città esattamente com’era un tempo, hanno dovuto prendere spunto dai dipinti di Bernardo Bellotto, pittore veneziano nipote di Canaletto (cui è dedicata anche una sala all’interno del Palazzo Reale, con 23 suoi dipinti).

Anche il Castello Reale è una copia perfetta di quello originale, per ricostruirlo hanno usato anche tutte le parti e gli oggetti (quelli che furono nascosti e sopravvissero al saccheggio dei tedeschi) riutilizzabili sopravvissuti ai bombardamenti. La ricostruzione è descritta nei dettagli nella mostra permanente nel seminterrato del Palazzo.
Fu residenza dei re polacchi, degli zar di Russia e ad oggi viene usato per cerimonie di Stato.
E’ un edificio di mattoni rossi di cui sono visitabili due piani, nei quali si possono ammirare gli appartamenti e le camere dei re, gli appartamenti di Jozef Poniatowski, le Camere del Parlamento e l’opulenta Grande Sala dell’Assemblea.
Le parti per me più belle? La Sala da ballo, il Grande appartamento, la Sala Nazionale, con 6 grandi tele originali, la Stanza di Marmo e la Sala del Trono.
L’ingresso al Palazzo costa 23 zloty (5 euro circa), è aperto dalle 10 alle 16 ed è possibile fare foto all’interno, a tutto ciò che volete!

Usciti dal Palazzo abbiamo gironzolato per le stradine del centro storico, ammirandone i colori, la gente, i negozietti e gli strani gelati che qui vanno forte. Ci siamo così imbattuti nella suggestiva Piazza del Mercato, che a me è piaciuta moltissimo. E’ piena di vita, di odori, di colori, di persone. Ristoranti, locali, artisti di strada… è il fulcro della vita cittadina, come lo era un tempo quando qui si svolgevano feste, fiere ed esecuzioni.
Due curiosità: la piazza ha la forma di un rettangolo e i suoi lati prendono il nome di due importanti membri del Parlamento polacco del XVIII secolo: Zakrzewski e Dekert; al centro della piazza si trova la statua della sirena simbolo di Varsavia e leggenda vuole sia la sorella della Sirenetta di Copenhagen.

cosa vedere a Varsavia, Piazza del mercato

Proseguendo oltre la piazza si trova il Barbacane, la struttura difensiva che proteggeva l’ingresso alla Città Vecchia, e da quello si accede alla Città Nuova.
Questa per secoli fu una città a sé stante (per questo si trova fuori le mura della Città Vecchia), con un proprio sindaco e una propria Piazza del Mercato, finché non venne annessa a Varsavia. La Ulica Freta che esce dal Barbacane, costituisce l’asse principale della Città Nuova e porta direttamente alla Piazza del Mercato.
Da vedere in questa zona della città anche il bronzeo Monumento alla Rivolta di Varsavia del 1944 in piazza Krasińskich.

Infine, tornati indietro alla Colonna di Sigismondo, abbiamo speso le tre/quattro ore successive alla scoperta della Varsavia ebraica e la storia del ghetto. Giro che vi consigliamo, perché interessante ed istruttivo. Se camminando per la città di tanto in tanto vi capiterà di guardare a terra, vedrete delle linee con la scritta “Ghetto Wall 1940”: segnano i confini di quello che era il ghetto ebraico.
E’ una storia fatta di fughe, paura, azioni coraggiose ed eroi. Una storia che si conclude di fronte al Museo della storia degli ebrei polacchi, aperto nel 2013 e che racconta la storia degli ebrei in Polonia dal medioevo ad oggi.

 

Varsavia è una città che non può lasciare indifferenti in nessun senso. Storicamente, culturalmente, esteticamente, ha tanto da offrire a tutti e visitarla è un po’ come far parte della sua rinascita.

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