Film girati a Boston: tour delle location cinematografiche da conoscere prima di partire

Culla della Rivoluzione Americana e dei Figli della Libertà, capitale del New England, primo Stato ad abolire la schiavitù, città dei Red Sox e della Maratona più antica d’America, della libreria pubblica più grande d’America, delle università più prestigiose degli Stati Uniti… e sfondo di alcuni dei migliori film e serie TV usciti sul grande schermo.

Boston è tutto questo e molto di più. Presa in considerazione meno di quanto meriti dal turismo, sa incantare e una volta scoperta è difficile non restarne colpiti. A noi è successo proprio questo e lo raccontiamo nell’articolo dedicato a cosa vedere a Boston. Come a noi, è successo anche a tantissimi registi (Ben Affleck in particolare, cresciuto in Massachusetts) e case di produzione, tanto da essere stata scelta come sfondo ideale per oltre 400 film.
Tra questi ne ho scelti dieci dei più famosi e interessanti, mappando (e vi assicuro che non è affatto facile farlo sui film più vecchiotti. La differenza tra chi si limita a fare un elenco di film girati in una città e chi vuole davvero conoscere i luoghi in cui è stato girato, è anche questa) le loro location per creare un itinerario dedicato ai film girati a Boston. Un modo diverso e, secondo me, assolutamente meraviglioso per scoprire sia le zone più iconiche della città, sia quelle meno battute ma capaci di regalere angoli incantevoli. Perché ogni scorcio di Boston è una meraviglia, e spero che questi film, elencati in ordine cronologico, vi ispireranno a visitare questa splendida città (oltre ad arricchire la vostra cultura cinematografica come hanno fatto con la mia!).
Buona lettura e… buona visione!

ndr: come scelgo i film? Il primo criterio è la location: non deve essercene una uguale, altrimenti non verrebbe un bell’itinerario completo di quelli che piacciono a me. Il secondo criterio poi è l’importanza cinematografica (non quindi il successo al botteghino) del film, basata sempre su miei criteri personali che ora non sto ad elencare.

Gli amici di Eddie Coyle (The Friends of Eddie Coyle – 1973)

“It’s a grubby, violent, dangerous world. But it’s the only world they know. And they’re the only friends Eddie has.”
“È un mondo sporco, violento e pericoloso. Ma è l’unico mondo che conoscono. E sono gli unici amici che Eddie ha.”

Trama: Basato sul romanzo omonimo di George V. Higgins – scrittore Bay Stater , i cui libri hanno ispirato anche il film “Cogan – Killing Them Softly” con Brad Pitt – il film racconta una storia di crimine, sopravvivenza e tradimento nel cuore del New England, con un magistrale Robert Mitchum nei panni del protagonista. Con una regia sobria e una narrazione glaciale, il film dipinge un ritratto senza speranza di un uomo intrappolato in un sistema spietato.
Eddie Coyle, un trafficante d’armi cinquantenne di Quincy, Massachusetts, cerca disperatamente di evitare una condanna al carcere, ma la sua lotta per la libertà si trasforma presto in una rete di inganni e doppi giochi. In passato, Coyle era stato condannato per aver trasportato 200 casse di whisky rubato. Ora, schiacciato dal peso delle difficoltà economiche e con una moglie e tre figli a carico, è disposto a collaborare con l’agente del Tesoro Dave Foley (Richard Jordan) nella speranza di ottenere una riduzione della pena. Ma l’accordo non è quello che Coyle si aspettava: Foley vuole trasformarlo in un informatore stabile, una “spia permanente”, come Coyle stesso ammette amareggiato. Quello che segue è un turbinio di tradimenti, nel quale il concetto di “amico” si rivela una beffarda illusione (da qui si capisce l’ironia del titolo). Il più grande inganno viene da Dillon (Peter Boyle), barista e complice di Eddie. Ignaro di tutto, Coyle si fida di lui, ma Dillon è anche un informatore di Foley e sicario al soldo di un misterioso boss mafioso, soprannominato “The Man”. Quando quest’ultimo decide che Eddie rappresenta una minaccia, Dillon accetta senza esitare l’incarico di eliminarlo per 5.000 dollari.

Curiosità: Per il film, lo sceneggiatore Paul Monash ha utilizzato i dialoghi direttamente dal romanzo, definito “il miglior romanzo poliziesco mai scritto”.
Del film è stato detto anche che “Ci si può guardare indietro e lamentarsi del fatto che nessuno fa più film come Gli amici di Eddie Coyle. La verità è che non li hanno mai fatti. C’è solo questo.” Non a caso è ammirato anche da Tarantino, il cui film “Jackie Brown” è stato proprio ispirato dal personaggio del film Eddie Coyle.
Secondo il critico cinematografico Glenn Kenny, il film porta sullo schermo “una visione realistica della vita criminale” lontana da quella romanzata di altri film più di successo. E per gli attori non è stato facile calarsi nella parte. Pensate che Alex Rocco, che interpreta il rapinatore Scalise, era un ex membro della famigerata Winter Hill Gang che operava a Boston. Inoltre, Rocco ha presentato Robert Mitchum a Howie Winter, il secondo boss della Winter Hill Gang, per aiutare Mitchum a studiare il ruolo del protagonista.

Location: La Boston che si vede nel film è molto diversa da adesso. É la Boston degli anni ’70, epoca in cui la città iniziava appena a riprendersi da un trentennio di recesso economico. In una delle scene si vede la City Hall Square ma solo la “parte brutta”, quella moderna, con l’edificio del comune inaugurato nel 1968, esempio dell’architettura brutalista – quella che usava la rudezza del cemento a vista – e definito dai più “l’edificio più brutto al mondo”. Fortunatamente, dall’altra parte della strada ci sono la Faneuil Hall e Union Street, due tra il centinaio di luoghi più affascinanti della città.
La Faneuil Hall, chiamata anche “La culla della Libertà”, fu costruita e donata alla città da Peter Faneuil, uno dei mercanti più ricchi di Boston. Venne inaugurata nel 1742 e ospitò la prima riunione cittadina d’America, dove i Figli della Libertà proclamarono il loro dissenso contro gli oppressori inglesi. Nel 1826, con la costruzione del Quincy Market, il complesso venne abbandonato e cadde in rovina ma nel 1976 venne restaurata, ospitò il primo “Marketplace Festival” degli Stati Uniti e risorse a nuova vita.
Union Street, invece, è una delle strade più antiche e storicamente significativa di Boston. Tracciata nel 1636 – conosciuta come Green Dragon Lane fino al 1828 – ospita l’Union Oyster House, il ristorante più antico degli Stati Uniti tuttora in attività, inaugurato nel 1826. L’edificio che lo ospita è stato anche sede del “Massachusetts Spy” e nel 1796 vi soggiornò il futuro Re Luigi Filippo di Francia (l’ultimo regnante ad usare il titolo di Re). Parte integrante del Freedom Trail, oggi è una bella combinazione di storia e vivace atmosfera urbana.

Il Verdetto ( The Verdict – 1982)

“The weak have to have someone to fight for them.”
“I deboli devono avere qualcuno che combatta per loro.”

Trama: anche questo film è tratto dal romanzo omonimo di Barry Reed e ottenne 5 candidature agli Oscar (miglior film, miglior regista, miglior attore e miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura non originale) e 5 ai Golden Globe. Si è guadagnato il 4° posto tra i migliori drammi giudiziari secondo l’American Film Istitute e addirittura un posto nella 10 top 10 dell’AFI (una lista che include i dieci migliori film statunitensi in dieci generi) e nella classifica dell’Empire dei 500 migliori film di tutti i tempi.
La pellicola racconta la storia di Frank Galvin (Paul Newman), un avvocato di Boston caduto in disgrazia, un uomo devastato dall’alcolismo e dalla perdita di prestigio professionale. Quando gli viene offerto un caso di malasanità che potrebbe chiudersi con un accordo extragiudiziale, Frank decide invece di andare in tribunale per cercare giustizia. Il caso riguarda una giovane donna che è entrata in coma irreversibile a causa di una negligenza medica avvenuta in un ospedale cattolico. Combattendo contro i potenti avvocati della difesa, Frank intraprende una battaglia legale che rappresenta la sua ultima possibilità di redenzione personale e professionale.

Curiosità: La sceneggiatura di David Mamet è considerata una delle migliori mai scritte nel genere dei drammi legali e il film fece guadagnare a Paul Newman una nomination agli Oscar (ruolo che Frank Sinatra avrebbe interpretato gratuitamente, ma non lo trovarono adatto). Eppure, non fu facile farle vedere la luce. Venne cambiata diverse volte e anche nella versione che sembrava definitiva, c’era un grosso problema: mancava il verdetto. Non veniva dato, il film si sarebbe dovuto chiudere senza conoscere la sentenza. E non fu facile convincere Mamet (a cui la sceneggiatura venne inizialmente tolta, fu Sidney Lumet a decidere di voler girare con la versione scritta dal drammaturgo) a cambiare il finale… ma alla fine possiamo apprezzare uno dei migliori drammi legali mai girati fino alla sentenza finale.

Location: le scene dei corridoi dell’ospedale e dell’aula di tribunale, sono state girate all’interno della Massachusetts State House – conosciuta anche come “New State House” – una delle più importanti attrazioni storiche di Boston. Situata a Beacon Hill (esattamente nel punto in cui sorgeva la fattoria di John Hancock, uno dei firmatari della Dichiarazione d’Indipendenza), fu progettato dal celebre architetto Charles Bulfinch e completato nel 1798, sostituendo la Old State House. È considerato uno dei migliori esempi di architettura neoclassica negli Stati Uniti. La cupola d’oro che la rende così riconoscibile, in origine era in legno, poi venne ricoperta di rame grazie a Paul Revere, e infine dorata nel 1874 (solo durante la Seconda Guerra Mondiale venne dipinta di grigio).
All’interno è possibile visitare la Great Hall of Flags – che espone le bandiere di ogni unità militare che rappresenta il Massachusetts – e la House of Representatives Chamber, interessante perché ospita un’antica incisione di un pino, simbolo storico di resistenza contro il dominio britannico. Durante i giorni feriali vengono organizzati tour guidati gratuiti per visitare la State House (qui trovate tutte le informazioni).

Will Hunting – Genio Ribelle (Good Will Hunting – 1997)

“Liberty in case you’ve forgotten, is a soul’s right to breathe. And when I cannot take a long breath, laws are girdled too tight.”
“La libertà, se l’ha dimenticato, è il diritto dell’anima di respirare, e se essa non può farlo le leggi sono cinte troppo strette. Senza libertà l’uomo è una sincope.”

Trama: vincitore di 2 premi Oscar (Miglior Attore non Protagonista per Robin Williams e Miglior Sceneggiatura Originale), il film racconta di Will Hunting (Matt Damon), un ventenne orfano e autodidatta di South Boston, il quale lavora come addetto alle pulizie al MIT dopo aver scontato una pena detentiva ed essere stato rilasciato sulla parola. Will ha un’intelligenza straordinaria e un talento innato per la matematica e risolve, in modo anonimo, un difficilissimo problema che il professor Lambeau (Stellan Skarsgård) aveva scritto come sfida ai suoi studenti. Quando Lambeau scopre che è stato Will a risolvere il problema, lo cerca e lo segue in tribunale, dove si trova a processo per una rissa, e gli promette di evitargli il carcere se accetterà di studiare matematica sotto la sua supervisione e di partecipare a sedute di psicoterapia. É qui che Will conosce Sean Macguire (Robin Williams), col quale inizierà, lentamente e non senza difficoltà, ad aprirsi. Sean capisce che Will autosabota sé stesso a causa dei traumi subiti, che il ragazzo gli confessa, e rivelandogli che lui crede fermamente nel suo potenziale, facendogli capire che non è lui il colpevole di ciò che ha subito. Questa fiducia cambia completamente Will, che riprende in mano la sua vita.

Curiosità: la sceneggiatura del film è nata come compito finale per il corso di drammaturgia che Matt Damon stava seguendo all’Università di Harvard, per il quale presentò una scenggiatura di 40 pagine, anche se l’unica scena di quel copione che è sopravvissuta è quella in cui Will incontra per la prima volta Sean. Damon scrisse un thriller su un giovane cresciuto a South Boston che possiede un’intelligenza superiore e che viene preso di mira dal governo. Ben Affleck (si conoscono da quando avevano 8 e 10 anni) gli chiese di lavorare insieme alla sceneggiatura, scelta che segnò una svolta nelle loro carriere. Fu il presidente della Castle Rock Entertainment, Rob Reiner – il quale acquistò la scenggiatura per 675.000$ – che li esortò ad abbandonare l’aspetto thriller della storia e a concentrarsi sulla relazione tra Will e Sean.
Affleck e Damon volevano recitare nei ruoli principali ma la Castle Rock voleva Brad Pitt e Di Caprio, così diedero ai due attori 30 giorni di tempo per trovare un altro acquirente per la sceneggiatura che rimborsasse alla casa di produzione i soldi pagati. In caso contrario la sceneggiatura sarebbe stata restituita alla Castle Rock e Damon e Affleck sarebbero stati tagliati fuori. Tutte le altre case di produzione rifiutarono la coppia di attori, così Ben Affleck passò la sceneggiatura a Kevin Smith, il regista con cui stava girando “In cerca di Amy”, il quale promise di portarla direttamente sulla scrivania di Weinstein. Il produttore acquistò il lavoro, accettando Affleck e Damon come attori principali e pagando il dovuto alla Castle Rock. E grazie a questa mossa, ora possiamo goderci uno tra i film migliori mai fatti.

Location: la scena più iconica del film, la chiacchierata sulla panchina durante la quale Robin Williams si cimenta con uno dei più bei monologhi del cinema, è stata girata nel Boston Common, il parco pubblico più antico degli Stati Uniti (fondato nel 1634) e uno dei parchi cittadini più belli che abbia mai visto. Sicuramente il più bello degli Stati Uniti (sì, lo preferisco a Central Park!).
Punto di partenza del Freedom Trail, fu originariamente acquistato dagli abitanti di Boston per essere utilizzato come pascolo comune per il bestiame e come spazio pubblico. In quei primi anni, era noto semplicemente come “la Common Land” e rappresentava un simbolo dell’etica condivisa della comunità puritana. Fu utilizzato per addestramenti militari e come luogo di esecuzione pubblica e si dice che fu il punto di partenza dei militari britannici per la marcia verso Lexington e Concord, che si trasformò nella battaglia che diede il via alla Rivoluzione Americana. Oggi vi si tengono concerti, festival culturali ed eventi come le celebrazioni del 4 luglio o la cerimonia dell’accensione dell’albero di Natale, donato annualmente dalla città di Halifax, in Canada, in segno di gratitudine per l’aiuto offerto da Boston dopo l’esplosione del porto di Halifax del 1917.

Mystic River (2003)

“The reality is we’re still 11 year old boys locked in a cellar imagining what our lives would have been if we’d escaped.”
 “In realtà, siamo ancora ragazzini di 11 anni chiusi in una cantina a immaginare come sarebbe stata la nostra vita se fossimo scappati.”

Trama: diretto da Clint Eastwood e basato sul romanzo omonimo di Dennis Lehane, il film si è guadagnato 6 nomination agli Oscar (tra cui Miglior Film, Miglior Regista, Miglior Attore Protagonista, Migliore Attore non Protagonista, Miglior Attrice non Protagonista e Miglio Sceneggiatura non Originale) vincendone due. É ambientato nella Boston del 1975, dove tre ragazzi irlandesi-americani – Jimmy Markum (Sean Penn), Sean Devine (Kevin Bacon) e Dave Boyle (Tim Robbins) – vivono a East Buckingham, un quartiere popolare immaginario di Boston, e trascorrono il tempo giocando a hockey su strada. Una svolta sconvolgente avviene quando due uomini, fingendosi poliziotti, fermano il gruppo. Costringono Dave a salire sulla loro macchina, lasciando Jimmy e Sean attoniti e impauriti. Dave viene tenuto prigioniero per quattro giorni prima di riuscire a scappare. Questo evento traumatico segna per sempre le loro vite, separandoli.
Venticinque anni dopo, i tre amici conducono vite molto diverse: Jimmy è un ex galeotto diventato proprietario di un negozio di alimentari e leader carismatico della comunità locale, Sean è un detective della Polizia di Stato del Massachusetts, che si dedica al suo lavoro ma è tormentato dall’abbandono di sua moglie Lauren, incinta, e Dave è un uomo travagliato, segnato dal trauma della sua infanzia, che vive un’esistenza grigia come operaio e marito di Celeste, cugina della seconda moglie di Jimmy, Annabeth. Una notte Katie, la figlia di Jimmy, che sta pianificando di scappare a Las Vegas con Brendan, un ragazzo che Jimmy disprezza, viene uccisa e le indagini porteranno a svelare le vere personalità dei tre amici.

Curiosità: la produzione provò a convincere Clint Eastwood a girare il film a Toronto, in Canada, per risparmiare soldi, ma il regista non cedette di un passo e pretese di girare il film interamente a Boston, città in cui era ambientato. Tra l’altro, per calarsi meglio nel ruolo, Kevin Bacon lavorò per un po’ di tempo negli uffici della polizia di Stato del Massachusetts.
Una curiosità divertente:  Thierry Frémaux, il direttore del Festival di Cannes, racconta spesso che uno dei suoi ricordi più spaventosi è quello di dover chiamare Clint Eastwood per avvisarlo che il film non si era aggiudicato nessun premio.

Location: il quartiere di East Buckingham non esiste a Boston. Le scene sono state girate in particolare a Charlestown, il quartiere irlandese-americano, uno dei quartieri più antichi di Boston, con una storia che risale al 1628, quando fu fondato come il primo insediamento permanente della baia del Massachusetts. Situato a nord del centro cittadino, sulle rive del Mystic River – da dove prende il nome il film – e del Boston Harbor, è famoso per il ruolo centrale che ha avuto durante la Guerra d’Indipendenza americana. Qui si svolse la storica Battaglia di Bunker Hill nel 1775, uno dei primi scontri tra le truppe coloniali e l’esercito britannico. Oggi, il Bunker Hill Monument è uno dei simboli principali del quartiere e fa parte del Freedom Trail. Fu anche il punto di partenza della famosa cavalcata di Revere per avvisare i patrioti che gli inglesi stavano arrivando, per questo ospita anche il monumento a lui dedicato.
Nella zona si trova la Warren Tavern, una delle taverne più antiche della città – frequentata da figure storiche come Paul Revere e George Washington – e la USS Constitution, la più antica nave da guerra ancora galleggiante.

The Departed (2006)

“When you decide to be something, you can be it.”
“Se decidi davvero di diventare qualcuno ci diventi.”

Trama: remake del film cinese Infernal Affairs del 2002 e basato in parte sulla vita della Boston Winter Hill Gang (una “associazione” di esponenti della criminalità organizzata nel Massachusetts), il film di Scorsese è ambientato nella Boston degli anni ’80 e racconta la storia di Frank Costello (personaggio interpretato da Jack Nicholson e basato sul vero boss della mafia irlandese Whitey Bulger) spietato boss della malavita che manda il giovane Colin Sullivan (interpretato da Matt Damon e basato su John Connelly, vero agente corrotto dell’FBI) ad infiltrarsi nella polizia di Stato del Massachusetts. Allo stesso tempo, la polizia recluta Billy Costigan (Leonardo DiCaprio), proveniente da una famiglia di criminali, per lavorare come agente sotto copertura all’interno dell’organizzazione di Costello. I due uomini vivono costantemente in bilico, cercando di smascherare l’identità della rispettiva talpa mentre navigano in una rete di inganni, doppi giochi e violenza.

Curiosità: la produzione del film fu talmente lunga e faticosa, da lasciare esausto ed esaurito perfino un regista con l’esperienza di Martin Scorsese, il quale dichiarò: “Ho soprannominato The Departed ‘Moral Ground Zero’. […] Non ho fatto quasi nessuna promozione per quel film perché ne ero stanco. Era esasperante. Mi piace il film, ma il processo per realizzarla è stato molto difficile.”
È risaputo che Martin Scorsese non è solo un grande regista ma uno dei più grandi studiosi di cinema e nelle sue opere non mancano mai riferimenti a classici hollywoodiani. The Departed non fa eccezione. Verso la fine del film, Costigan invia un CD a Sullivan, che Madolyn gli fa ascoltare mentre Sullivan è sotto la doccia e si vedono tre rapide inquadrature di Sullivan che accende la doccia. Queste tre inquadrature sono una copia di quelle in cui Janet Leigh apre la doccia nella celebre scena di Psycho (1960) di Alfred Hitchcock. Inoltre, nel film Scarface, l’originale del 1932 diretto da Howard Hawks, ogni volta che il protagonista Tony Camonte uccide qualcuno, fischietta la musica dall’opera Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. È la stessa opera a cui Costello va ad assistere.

Location: il film è stato girato sia a Boston che a New York e alcune location sono un mix di entrambe le città, come, ad esempio, il bar che fungeva da quartiere generale di Costello: l’interno è il ristorante francese Raoul’s, a SoHo, che appare anche in Sex and the City, mentre l’esterno si trova a Boston, al 17 di Charles Street, a Beacon Hill. Nel film era la “Charles Street Brasserie” ma nella realtà è una lavanderia (come potete vedere nella foto sopra).
Famoso per il suo stile architettonico, i mattoni rossi, le strade acciottolate e le tradizionali lampade a gas che evocano un’atmosfera di altri tempi, Beacon Hill si trova a ovest del Boston Common e della Massachusetts State House. Prende il nome dalla “beacon” (lanterna) che un tempo si trovava sulla collina per avvertire i residenti di possibili pericoli.
É qui che si trovano anche Acorn Street, definita la strada più fotografata degli Stati Uniti (e in effetti è bellissima e molto caratteristica) e Louisburg Square, una piazza privata circondata da alcune delle case più prestigiose di Boston. Anche Louisa May Alcott, autrice di Piccole Donne, ha vissuto in questa piazza (al numero 10, ma ha abitato anche in altre case della zona).

Gone Baby Gone (2007)

“I always believed it was the things you don’t choose that makes you who you are.”
“Sono le cose che non scegliamo a renderci quelli che siamo.”

Trama: film che ha visto il debutto di Ben Affleck alla regia, per la quale ha ricevuto diverse lodi, e che è valso un Oscar a Amy Ryan come Miglior Attrice non Protagonista, inizia con il rapimento di Amanda McCready, una bambina di quattro anni, dalla sua casa nel Dorchester. Il dipartimento di polizia di Boston ha a cuore i casi di rapimento di bambini perché la figlia di Jack Doyle (Morgan Freeman), il capo della polizia, era stata rapita e infine uccisa anni prima.
Tre giorni dopo il rapimento di Amanda, Patrick (Casey Affleck) e Angie (Michelle Monaghan), due detective privati partner nel lavoro e nella vita, vengono assunti da Lionel e Bea McCready, lo zio e la zia materni di Amanda per aiutare le indagini della polizia. Nonostante questo caso sia al di fuori della norma dei casi abituali di Patrick e Angie, i McCready sperano che la conoscenza di Patrick del quartiere e della sua gente possa essere d’aiuto, soprattutto per far sì che i criminali del quartiere si aprano, specialmente quelli che non sono disposti a parlare con la polizia. I due detective privati scoprono subito che Helene McCready, la madre single di Amanda, non è una santa: è una trafficante di droga ed è coinvolta nel furto di denaro sporco. Ritengono quindi, proprio come la polizia, che la sua storia abbia a che fare con il rapimento. Man mano che si addentrano nell’indagine insieme alla polizia, si ritrovano ad affrontare il problema se i mezzi giustifichano il fine e su quale sia la cosa moralmente più giusta da fare.

Curiosità: Anche questo film è basato su un romanzo di Dennis Lehane, nato proprio nel Dorchester, a differenza di Amy Ryan, originaria di New York, che lavorò tantissimo sul suo accento bostoniano. Ed era diventata talmente brava che un giorno una guardia, scambiandola per una del posto e dei fan che giravano intorno al set, non le permise di entrare. Ci vollero venti minuti di discussioni, finché uno della produzione non si accorse di quello che stava accadendo e disse alla guardia di lasciarla entrare.
Un’altra guardia invece proibì ad una donna, Jill Quigg, di passare, impedendole di andare a prendere il figlio a scuola, e la sua voce attirò le attenzioni di Ben Affleck che le offrì una piccolissima parte nel film. Ebbe un’altra parte nel film The Fighters, ma la sua carriera come attrice si fermò lì e nel 2018 è stata arrestata per aver rubato una TV in un negozio.

Location: il film è girato quasi tutto nella zona del Dorchester. Un tempo cittadina a sé stante, oggi è il quartiere più grande e diversificato di Boston (e pensate che se fosse una città separata ancora oggi, sarebbe la quarta più popolosa del Massachusetts). Le sue vie e i suoi locali sono stati scelti per rendere il film il più realistico e vicino alla realtà possibile.
La zona ospita la JFK Library and Museum, un’istituzione dedicata alla memoria del 35º presidente degli Stati Uniti. Questo iconico museo e biblioteca presidenziale non solo celebra la vita e la carriera di JFK, ma si concentra anche su temi come i diritti civili e la politica estera. Progettata dal rinomato architetto Ieoh Ming Pei e inagurata nel 1979, ospita esposizioni sull’Eredità di JFK, una riproduzione dello Studio Ovale della Casa Bianca, sezioni che approfondiscono l’impegno del Presidente nella lotta per i Diritti Civili, la corsa allo Spazio e l’innovativa campagna presidenziale che sfruttò per la prima volta il potere della televisione. La biblioteca è anche un simbolo del legame tra la città, il Presidente (nato a Brookline, un sobborgo di Boston) e la comunità del New England.

The Town (2010)

“I need your help. I can’t tell you what it is, you won’t be able to ask me later, and we will hurt someone.” “Whose car are we taking?”
“Chiedo il tuo aiuto, senza dirti perché e senza che tu possa mai chiedermelo, e qualcuno si farà male.” “Con quale macchina andiamo?”

Trama: quattro amici di lunga data, Doug (Ben Affleck), Jem (Jeremy Renner), Gloansy (Slain) e Dez (Owen Burke), compiono rapine a banche nel quartiere di Charlestown, a Boston. Durante una rapina, Jem prende in ostaggio la direttrice della banca, Claire (Rebecca Hall), ma successivamente la rilascia incolume. Doug scopre che Claire vive nel suo stesso quartiere e decide di seguirla per evitare che riveli informazioni alla polizia. Inaspettatamente, Doug e Claire iniziano una relazione segreta, mentre Doug nasconde la sua vera identità alla banda. Nel frattempo, l’agente speciale dell’FBI Frawley (Jon Hamm) inizia a indagare sulla banda e scopre collegamenti con un fioraio locale, Fergie. Doug pianifica di lasciare Boston con Claire, ma le cose prendono una brutta piega quando la banda compie una rapina fallimentare e Frawley mette sotto controllo il telefono di Claire. Alla fine, Doug decide di proteggere Claire uccidendo Fergie e la sua guardia del corpo. Doug riesce a fuggire, ma promette a Claire che si rivedranno un giorno. Claire utilizza il denaro trovato da Doug per ristrutturare l’arena locale di hockey su ghiaccio. Infine, Doug si ritira in Florida, apparentemente al sicuro.

Curiosità: “Ogni anno a Boston ci sono più di 300 rapine in banca e la maggior parte dei rapinatori vive in un quartiere di un miglio quadrato chiamato Charlestown.” Inizia con questa frase il film, che suscitò non poche polemiche da parte dei residenti della zona che vedevano il loro quartiere promosso come “capitale americana delle rapine”. Inoltre, il film termina con un disclaimer per spiegare che la reputazione della zona è autentica ma non è riferita ai suoi abitanti, persone buone e vere a cui il film è dedicato.
Effettivamente, la zona aveva questa fama negli anni ’80 e ’90 ma non è più così da allora. La maggior parte delle rapine che si vedono nel film sono ispirate a rapine realmente accadute, in particolare quella del marzo 1995 ad Harvard Square, quando quattro uomini mascherati (nel film sono travestiti da suore, probabilmente perché la rapina reale avvenne alle 12, Noon in inglese, che si legge nun. Ma la parola Nun così scritta significa suora).
Oggi, fortunatamente, non è più così. Infatti, il Massachusetts è stato dichiarato a dicembre del 2024 lo Stato più sicuro di tutti gli Stati Uniti.

Location: Il film è girato, come è facile immaginare, per lo più nella stessa zona in cui è ambientato: Charlestown. Ci sono però diverse location che si trovano nel North End, come ad esempio il ristorante Neptune Oyster (nel film viene chiamato Over Oyster) e un paio di lavanderie della zona che nel film prendono le sembianze di banche.
Il quartiere risale al 1630 ed è stato teatro di importanti avvenimenti storici soprattutto durante la Rivoluzione Americana, infatti ospita diverse tappe del Freedom Trail, tra cui la casa di Paul Revere e la Old North Church, celebre per la lanterna che segnalò l’avanzata dei britannici nel 1775 durante la Battaglia di Lexington e Concord. A partire dal XIX secolo, invece, il North End accolse un numero crescente di immigrati italiani, trasformandosi in ciò che è oggi considerata la “Little Italy” di Boston. Non a caso la zona è famosa anche per le sue festività religiose, conosciute come le Feasts of the Saints, che si tengono ogni estate. La più famosa è la Feast of St. Anthony, che trasforma le strade in un’esplosione di colori, musica e cibo.

Il caso Spotlight (Spotlight – 2015)

“Sometimes it is easy to forget that we spend most of our time stumbling around in the dark.”
“A volte è facile dimenticare che per la maggior parte del tempo brancoliamo nel buio.”

Trama: il film è basato su storie e indagini vere, che hanno portato il Boston Globe a vincere il premio Pulitzer nel 2003 per il servizio pubblico.
Nel 1976, due poliziotti discutono dell’arresto del sacerdote John Geoghan per molestie su minori. Successivamente, l’arresto di Geoghan viene nascosto alla stampa e il procuratore distrettuale ordina ai poliziotti di mantenere il silenzio. Nel 2001, il nuovo direttore del Boston Globe, Marty Baron (Liev Schreiber), si reca da Walter “Robby” Robinson (Michael Keaton), il capo della squadra investigativa del giornale chiamata “Spotlight”, e li convince ad indagare su un articolo che accusava il cardinale Bernard Law di aver coperto gli abusi commessi da Geoghan. Il giornalista Michael Rezendes (Mark Ruffalo) convince il famoso avvocato Mitchell Garabedian ad essere intervistato. Il team Spotlight scopre una rete di abusi perpetrati da diversi sacerdoti nell’arcidiocesi di Boston, oltre al continuo insabbiamento da parte dell’arcivescovo Law. Grazie alla testimonianza di Phil Saviano, leader di un gruppo di vittime di abusi da parte del clero, il team espande la ricerca fino a coinvolgere tredici sacerdoti e raccoglie 87 testimonianze di vittime. Questa indagine mette alla prova le vite dei membri del team Spotlight: il reporter Matt Carroll scopre che uno dei centri di riabilitazione per preti si trova vicino alla casa della sua famiglia, ma decide di non rivelarlo per non compromettere l’inchiesta; la reporter Sacha Pfeiffer scopre che la sua stessa nonna frequenta una delle parrocchie coinvolte; Rezendes si preoccupa di evitare ulteriori abusi e spinge per una rapida pubblicazione della storia; Robinson si confronta con la resistenza dei suoi amici più stretti, che scopre essere stati complici nell’insabbiamento degli abusi. Dopo i tragici eventi dell’11 settembre, il team decide di ridimensionare la storia, ma riprende slancio quando Rezendes scopre che ci sono documenti pubblici che dimostrano che l’arcivescovo Law era a conoscenza degli abusi e non ha fatto nulla. Il team decide di approfondire ulteriormente prima di pubblicare la storia, ma la situazione cambia quando il Globe ottiene accesso a documenti legali che forniscono altro materiale probatorio.
L’epilogo elenca oltre 100 comunità negli Stati Uniti e altre 101 nel mondo che sono state coinvolte in gravi scandali di abusi da parte del clero.

Curiosità: il team Spotlight esiste davvero. Nato negli anni ’70, è l’unità di reportage investigativo del Boston Globe. Possono dedicare mesi o anni a un singolo caso, che scelgono loro stessi. Sono autonomi dal resto del giornale, devono riferire solo al loro superiore e gli è vietato parlare del loro lavoro ad altri, che siano altri collaboratori, amici o familiari. Sacha Pfeiffer, Michael Rezendes e Walter Robinson sono persone reali che fanno parte della squadra Spotlight e hanno anche avuto un cameo nel film.
Il film racconta solo come arrivarono alla prima pubblicazione ma la squadra Spotlight continuò ad indagare e pubblicò ulteriori articoli negli anni successivi. Molte delle scene raccontate sono realmente accadute, anche se alcune sono state leggermente modificate per adattarle al pubblico. Ad esempio, la scena in cui Matt Carroll scopre che uno dei centri di cura dei preti si trova in fondo all’isolato in cui vive è basata su una scoperta reale fatta durante l’indagine ma nella realtà Carroll viveva in fondo alla strada di John Geoghan, il sacerdote il cui caso ha dato il via alle indagini. Come la sua controparte cinematografica, Carroll ha immediatamente affisso una foto di Geoghan sul suo frigorifero, avvertendo i suoi figli di stare alla larga se lo avessero avvistato.

Location: in una delle scene del film, Sacha Pfeiffer (interpretata da Rachel McAdams) si reca alla Boston Public Library per fare delle ricerche. Fondata nel 1848 è una delle biblioteche pubbliche più prestigiose al mondo, la seconda biblioteca pubblica più grande degli Stati Uniti ed è stata la prima grande biblioteca municipale gratuita del Paese. Infatti è stata istituita con la missione di fornire accesso gratuito all’educazione e alle risorse culturali per tutti. È stata la prima biblioteca pubblica americana a permettere agli utenti di prendere in prestito i libri per leggerli a casa. Il motto della biblioteca, “Free to All”, riflette la sua dedizione a rendere accessibili libri e conoscenze.
La sede principale della Boston Public Library, situata in Copley Square, è famosa per il suo splendido Edificio McKim, progettato dall’architetto Charles Follen McKim e inaugurato nel 1895, considerato un capolavoro del Rinascimento Beaux-Arts americano. Al suo interno sono ospitati oltre 23 milioni di pezzi tra cui una delle prime copie stampate della Bibbia, la collezione di cartografia più importante al mondo e stampe, lettere, e documenti unici, molti dei quali legati alla storia di Boston e dell’America.

Don’t Look Up (2021)

“Everything is theoretically impossible until it is done.”
“Ogni cosa è teoricamente impossibile finché non viene fatta.”

Trama: al secondo posto tra i film più visti su Netflix, Don’t Look Up cerca di fare satira ma fa riflettere a fondo.
La dottoranda in astronomia Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) scopre una cometa che il suo professore, il dottor Randall Mindy (Leonardo DiCaprio), conferma essere in rotta di collisione con la Terra, con un impatto previsto tra sei mesi. La cometa, abbastanza grande da causare un’estinzione globale, viene verificata dalla NASA. Accompagnati dal dottor Teddy Oglethorpe (Rob Morgan), capo dell’Ufficio di Difesa Planetaria, i due scienziati informano la Casa Bianca, ma il presidente Janie Orlean (Meryl Streep) e il suo capo di gabinetto Jason Orlean (Jonah Hill), suo figlio, reagiscono con apatia e cinismo. In cerca di attenzione pubblica, Dibiasky e Mindy divulgano la notizia in uno show televisivo. Tuttavia, la questione viene trattata con leggerezza, portando Dibiasky a un acceso sfogo in diretta. Quando emerge uno scandalo sessuale legato al presidente, la Casa Bianca ammette la minaccia della cometa e approva una missione per deviarla con armi nucleari. Tuttavia, il piano viene annullato quando il miliardario Peter Isherwell, CEO di BASH, scopre che la cometa contiene preziosi elementi rari. Isherwell convince il governo a sfruttare commercialmente la cometa con un piano tecnologicamente incerto.La decisione divide l’opinione pubblica: alcuni credono nel rischio, altri minimizzano o negano la sua esistenza. Isolata e minacciata, Dibiasky lascia la scena pubblica mentre Mindy si adatta al ruolo di consulente scientifico del governo ma stanco della superficialità e dell’avidità che trova, denuncia apertamente l’amministrazione, riappacificandosi con Dibiasky. Con il peggioramento della situazione, i tentativi internazionali di fermare la cometa falliscono e l’estrazione mineraria di Isherwell si rivela inefficace. Mentre il mondo si prepara all’impatto, Isherwell, Orlean e altri potenti fuggono su un’astronave diretta verso un nuovo pianeta. Mindy, Dibiasky e Oglethorpe scelgono invece di trascorrere il tempo rimanente con i propri cari.

Curiosità: Dopo l’uscita del film, numerosi scienziati del clima e divulgatori scientifici hanno espresso opinioni positive sull’opera. Peter Kalmus, scienziato del clima, ha affermato sul The Guardian che il film è una satira, ma anche “il film più accurato che abbia mai visto sulla terrificante non risposta della società alla crisi climatica”. Anche il climatologo Michael E. Mann ha elogiato il film, definendolo “un serio commento sociopolitico mascherato da commedia.” Rebecca Oppenheimer, su Scientific American, ha sollevato dubbi sull’uso della metafora della cometa per rappresentare il cambiamento climatico, dati i diversi tempi di impatto delle due crisi. Tuttavia, ha apprezzato la rappresentazione del negazionismo scientifico e dei fallimenti politici nell’affrontare un evento catastrofico. La critica Laura Hiscott, su Physics World, ha notato che il film, “davvero divertente e coinvolgente”, piace particolarmente agli scienziati per i riferimenti al mondo accademico, come l’importanza della revisione paritaria (peer review) e le difficoltà di ottenere credito scientifico.
Infine, una scena del film è stata paragonata sui social media a una situazione in Brasile, dove una trasmissione televisiva nel 2020 minimizzava i rischi del COVID-19, invitando la popolazione ad affrontare la pandemia con “leggerezza”.

Location: il film è stato interamente girato nel Massachusetts e a Boston, anche le scene ambientate a New York. In particolare, in una scena è ben visibile la South Station, uno dei principali snodi di trasporto della città.
Alla fine del XIX secolo, Boston era un importante snodo ferroviario con numerose stazioni indipendenti, spesso mal collegate tra loro. La costruzione della South Station fu un progetto ambizioso per unificare il traffico ferroviario in un’unica sede e migliorare l’efficienza del trasporto.Progettata dagli architetti Shepley, Rutan and Coolidge, all’epoca della sua costruzione nel 1899, era considerata la stazione più grande al mondo e la sua facciata in stile Beaux-Arts, con il grande orologio ispirato al Big Ben di Londra, una tra le più belle.
Nel 2014 venne rinominata “The Governor Michael S. Dukakis Transportation Center at South Station”, dedicata al governatore del Massachusetts Michael S. Dukakis, ma tutti continuano a chiamarla semplicemente South Station, inclusi i cartelli della stazione e le mappe.
Da questa centralissima stazione partono i treni Amtrak che collegano Boston con New York, Washington D.C. e il Maine, oltre ai Greyhound, la linea rossa della metro e la Silver Line che collega direttamente la stazione al Logan International Airport. Inoltre, una volta arrivati qui, è facilissimo raggiungere anche a piedi praticamente qualunque attrazione di Boston.

The Holdovers (2023)

“You see, history is not simply the study of the past. It is an explanation of the present.”
“La storia non è semplicemente lo studio del passato. É la spiegazione del presente.”

Trama: Nel dicembre del 1970, Paul Hunham (Paul Giamatti), un severo insegnante della Barton Academy, una scuola maschile del New England, viene incaricato di sorvegliare un piccolo gruppo di studenti che restano al campus durante le vacanze di Natale. Tra questi c’è Angus Tully (Dominic Sessa), abbandonato dalla madre che è andata in luna di miele con il nuovo marito. Rimane anche Mary Lamb (Da’Vine Joy Randolph), la direttrice della mensa, in lutto per il figlio recentemente morto in Vietnam. Hunham, con il suo approccio rigido, rende le giornate difficili, ma un incidente in cui Angus si ferisce segna l’inizio di un legame più umano tra di loro. Durante una gita a Boston, Angus e Hunham condividono momenti di riflessione e Hunham confessa eventi del suo passato, incluso il motivo per cui la sua carriera accademica è fallita. Angus, invece, visita il padre in un ospedale psichiatrico, preoccupato del fatto che potrebbe diventare come lui. Hunham lo rassicura e consolida il rapporto con lui. Quando la scuola riprende, la madre e il patrigno di Angus vanno alla scuola per rimproverare il ragazzo, a cui è vietato fare visita al padre. Hunham si assume la responsabilità di quanto accaduto, raccontando che è stato lui a convincere Angus a fare visita la padre. Un gesto di protezione che gli costa il lavoro.

Curiosità: candidato a cinque premi Oscar e con Da’Vine Joy Randolph che ha vinto ben 6 premi come Miglior Attrice Non Protagonista, il film è stato universalmente acclamato.
É stato girato interamente on location, senza mai utilizzare green screen o ricostruzioni digitali dei luoghi. E la fortuna li ha aiutati: molte scene sono state girate alla Fairhaven High School di Fairhaven, Massachusetts, nel febbraio 2022. In quel periodo, sulla zona si è abbatttuta una tempesta di neve per la gioia della troupe cinematografica, poiché molte scene dovevano svogliersi durante una tempesta di neve. Hanno sfruttato appieno il meteo e la neve e la tempesta che si vedono nel film sono assolutamente reali.

Location: durante la gita a Boston, Angus e Hunman si fermano anche alla Brattle Book Shop, una delle librerie indipendenti più antiche degli Stati Uniti, con una storia che risale al 1825. Offre un’incredibile varietà di volumi, che spaziano dalla narrativa alla saggistica, con una sezione dedicata ai libri rari e antichi, tra cui prime edizioni e pezzi da collezione. Una delle caratteristiche più distintive della Brattle Book Shop è il cortile esterno, dove le pareti degli edifici adiacenti sono tappezzate di scaffali pieni di libri usati. All’interno, la libreria è divisa in tre piani e il terzo è riservato ai libri più rari e preziosi.

Ovviamente il film preferito in assoluto dall’altra metà dei Mesupi (Nunzio!) non poteva mancare. É stato però girato quasi interamente nei dintorni di Boston, perciò abbiamo mappato per bene tutte le sue location e gli abbiamo dedicato un intero itinerario di cui vi parlerò per bene nel prossimo post!

p.s.
Ognuno di questi film meriterebbe un itinerario completo e la mia missione è proprio quella di realizzarli tutti. Come si dice? Stay tuned!

4 comments

  1. Wow! Film 🎥 molto belli e location meravigliosamente trattate. Boston vale piu’ di un’unica esperienza di viaggio, piu’ di un’unica stagione e merita di essere osservata e vissuta abbandonando i riferimenti ad altre citta’ statunitensi. Boston e’ a se’ stante. Unica, autentica, speciale. Brava per questo contributo originale!

    1. Concordo, Boston è a sé e non ha paragoni. Una città autentica, con le sue peculiarità uniche.
      Grazie Olga!

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