Tra le città più antiche degli Stati Uniti, Capitale del New England e dello splendido Massachusetts, Boston si è fatta amare da subito. Città a misura d’uomo, elegante, lontana dal caos a cui ci hanno abituato le metropoli americane, si è rivelata subito nelle nostre corde.
Boston per noi è stata una rivelazione. Una città con una forte personalità che abbiamo amato dal primo sguardo, col suo essere sintonia perfetta tra storia e modernità. Camminare per le sue strade è stato come ritrovarsi in un quadro dalle tinte vivide: il rosso caldo delle case storiche, il blu profondo del cielo che si specchia nel Charles River, il dorato delle foglie autunnali che accarezzano ogni angolo. Ogni scorcio è una pennellata carica di storie, un intreccio di rivoluzioni e innovazioni, dove la tradizione si mescola alla visione del domani. Una città diversa da ogni altra, con l’anima sospesa tra il passato che l’ha scolpita e tutto quello che promette di diventare.
Boston è stata di importanza cruciale per la storia degli Stati Uniti. I Nativi che l’abitavano (le tribù dei Massachusett, i Nipmuck a Ovest e i Wampanoag a Sud) fin dal 2400 a. C.la chiamavano Shawmut (il significato è incerto, probabilmente è un riferimento all’acqua salata che circonda la penisola).
Nel 1614 fu il capitano John Smith a esplorare la costa di quella che battezzò “Nuova Inghilterra”, per rendere la zona più attraente per i coloni. Nel giro di pochi anni però, più della metà dei nativi americani della regione era morta a causa del vaiolo introdotto dagli esploratori europei. Nel 1630, una flotta di navi partite dall’Inghilterra – guidate dai puritani – si stabilì nella Colonia della Baia del Massachusetts. Guidato da John Winthrop, il gruppo si fuse presto con la Colonia di Plymouth dei Pellegrini, situata a circa 70 chilometri a sud.
Originariamente chiamato Tremontaine per le tre colline della zona, i Puritani cambiarono il nome dell’insediamento in Boston, dal nome della città in Inghilterra da cui provenivano molti di loro. Con la crescita e la prosperità della città, le tensioni tra i coloni e i governatori inglesi aumentarono, soprattutto dopo che il Parlamento britannico approvò il Molasses Act del 1733, che imponeva una tassa di sei penny per gallone sulle importazioni di melassa proveniente da colonie non britanniche. Ben presto i politici e gli ecclesiastici, stanchi del trattamento, iniziarono a protestare contro le imposizioni di tasse verso le colonie che non erano rappresentate in Parlamento.
Dopo il Massacro di Boston del 1770, durante il quale le truppe britanniche spararono su una folla di coloni uccidendone cinque, il sentimento anti-britannico raggiunse il culmine. Quando il Tea Act del 1773 impose tasse sul tè importato, i Figli della Libertà inscenarono il Boston Tea Party, gettando circa 45 tonnellate di tè (per un valore pari all’attuale milione e mezzo di dollari) nel porto di Boston. Molti altri eventi chiave della Guerra d’Indipendenza si verificarono a Boston o nelle sue vicinanze, tra cui le battaglie di Lexington e Concord, la cavalcata di Paul Revere e la battaglia di Bunker Hill.
La città continuò a crescere nell’Ottocento e il Massachusetts, da sempre centro del movimento abolizionista, fu il primo Stato dell’Unione ad abolire la schiavitù.
Nel XX secolo Boston entrò in un periodo di declino, in quanto le vecchie fabbriche furono abbandonate a favore di impianti di produzione moderni e di manodopera più economica altrove, ma nonostante le numerose sfide che dovette affrontare, la città è emersa nel XXI secolo come un centro prospero e cosmopolita di tecnologia, istruzione e ricerca medica ed oggi è uno scrigno orgoglioso del suo passato, proiettato verso il futuro.
Cosa vedere a Boston: itinerario di tre giorni
In collaborazione con Meet Boston, abbiamo studiato, organizzato – e provato in prima persona – un itinerario che permette di scoprire molte delle sfumature di questa splendida città, perfetto per tre – quattro giorni (tre giorni pieni, quindi considerate di soggiornare almeno quattro notti).
Non sono sufficienti per vedere tutto quello che Boston ha da offrire ma abbastanza per farsi un’idea e caricarsi di voglia di ritornare.
Cosa vedere a Boston, primo giorno: South Boston
A dimostrazione del legame che unisce Boston alla storia degli Stati Uniti, si può fare un tuffo anche nei capitoli moderni della storia del Paese, iniziando l’esplorazione della città dalla John F. Kennedy Presidential Library and Museum, situata a Dorchester. Questo edificio imponente, progettato dal celebre architetto I.M. Pei, fu inaugurato nel 1979 per onorare il 35° Presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy.
Cosa sono le Presidential Libraries?
Fino a metà del XX secolo, gli oggetti appartenuti ai vari Presidenti venivano considerati loro proprietà e l’importanza storica di essi era riconosciuta soltanto ufficiosamente. Fu Franklin Delano Roosevelt (32° Presidente, dal 1933 al 1945) il primo a proporre di lasciare i suoi documenti al pubblico – in un edificio da lui donato – nella sua tenuta di Hyde Park. Da allora, una serie di leggi (in particolare il Presidential Library Act del 1955) hanno istituito la conservazione pubblica dei documenti e il sistema delle biblioteche presidenziali, oggi gestite dal NARA (National Archives and Records Administration).
Per ogni presidente è stata istituita una biblioteca presidenziali nel suo Stato di provenienza (abbiamo visitato anche quella di Lincoln), in cui sono conservati documenti, manufatti, doni di Stato e mostre museali che riguardano la vita e la carriera politica e professionale dell’ex presidente.
La prima biblioteca presidenziale è la Franklin D. Roosevelt Presidential Library and Museum, inaugurata il 30 giugno 1941.
A meno di un anno dall’inizio della sua presidenza, Kennedy – nato a Brookline, Greater Boston – contattò l’archivista degli Stati Uniti dichiarando che avrebbe voluto istituire una biblioteca presidenziale dopo aver lasciato il suo incarico. Appena un mese prima della sua morte, decise che la sede sarebbe stata a Cambridge, nel Massachusetts, vicino l’Università di Harvard, la sua Alma Mater. Nel 1975 però, dopo svariati ritardi nell’avvio dei lavori di costruzione, la famiglia decise di abbandonare il sito di Cambridge e scelsero l’attuale sito vicino al campus dell’Università del Massachusetts di Boston.
La biblioteca non è solo un luogo per gli studiosi, ma un vero e proprio museo che racconta la vita e il lascito di JFK. Tra le mostre interattive si trovano filmati storici, fotografie, oggetti personali e documenti che tracciano la sua carriera politica, la sua visione per l’America e i momenti più cruciali della sua presidenza, come la Crisi dei Missili di Cuba e l’inizio della corsa allo spazio. L’esposizione parte raccontando la giovinezza di Kennedy, poi tutta la sua carriera politica, partendo dalle elezioni del 1960 – le prime ad essere seguite anche dalla TV – dove vinse contro Nixon. Vi è riprodotto anche uno dei corridoi della Casa Bianca, in cui sono esposti i doni ricevuti da JFK.
Una delle sezioni più amate è quella che riproduce la Stanza Ovale, dove si possono osservare da vicino alcuni dei mobili originali e alcuni oggetti iconici come la sua scrivania, costruita con il legno di una nave britannica, la Resolute.
Molto interessante anche la sezione in cui viene raccontato come Jacqueline Kennedy rivoluzionò la vita all’interno della Casa Bianca.
La mostra si conclude raccontando di quel fatidico 22 novembre 1963, sul quale ancora non si hanno spiegazioni certe, quando Kennedy venne ucciso a Dallas. Si parla anche dell’eredità di Kennedy, di come ha cambiato l’America, lasciando un’impronta indelebile nella storia, perseguendo quegli ideali di libertà e giustizia che l’America ha sempre rappresentato.
Dopo aver esplorato la JFK Library, potete dirigervi verso Castle Island per vedere Fort Independence (tour del forte vengono organizzati – gratuitamente – soltanto nei weekend dei mesi estivi). Precedentemente conosciuto come Castle William, come viene tuttora chiamato da molti, è una delle fortificazioni più antiche di Boston e uno dei forti di origine inglese più antico di tutti gli Stati Uniti. Infatti, sebbene l’attuale costruzione risalga al 1851, il primo forte in questo sito fu costruito nel 1634. Durante la Guerra d’Indipendenza venne utilizzato come luogo per relegare i prigionieri di guerra britannici e, nel tempo, ha ospitato molte persone famose tra cui Edgar Allan Poe, che qui iniziò la sua carriera militare prestandovi servizio nel 1827. Si dice anche che l’autore abbia basato il suo racconto “Il Barile di Amontillado” su una storia di duello tra due ufficiali del forte.
Noto per la sua struttura difensiva, venne costruito per proteggere la città dagli attacchi via mare. L’ingresso ha due pesanti porte e un cancello scorrevole in metallo che fungeva da trappola, permettendo ai soldati di sparare sugli intrusi bloccati dentro.
All’interno, il forte presenta esposizioni che raccontano la vita militare, come l’antico forno, restaurato negli anni ‘70, che sfornava pane per le truppe. Sono presenti inoltre bandiere storiche, incluse quelle delle colonie, mentre i cannoni Rodman danno un’idea delle difese costiere dell’epoca. Concludendo il percorso, una passerella moderna permette di esplorare le mura in sicurezza.
Dai bastioni del forte, si possono ammirare il porto e punti di interesse storico come il Boston Light (1716), il primo faro degli Stati Uniti, e il Nixes Mate, dove i pirati condannati venivano impiccati. Guardando verso l’entroterra, è visibile il Logan Airport e, in lontananza, il famoso Rainbow Swash, la più grande opera d’arte protetta da copyright al mondo e una delle opere d’arte più controverse di Boston, realizzata da Suor Mary Corita Kent, una delle artiste più influenti degli anni ’60 e ’70 (e professoressa di visionari come Alfred Hitchcock e gli Eames Brothers).
Per concludere la prima giornata, è perfetta una passeggiata nel vibrante Seaport District, una delle zone più alla moda di Boston. Nata come zona fangosa del porto – gran parte della zona era sommersa fino a metà del 1800 – si rivelò essere un punto strategico nel XX secolo, quando le navi iniziarono a consegnare le materie prime alle fabbriche emergenti della zona. Un secolo dopo però, le fabbriche chiusero o si trasferirono altrove e gran parte dell’area andò in rovina. Fu solo intorno al 1968 che il quartiere, trasformato in città fantasma, attirò l’attenzione del sindaco Kevin White, determinante nell’avviare la riqualificazione del Seaport District. Dopo di lui, anche il sindaco Tom Menino spinse per la costruzione nella zona del Boston Convention & Exhibition Center e dell’Istituto di Arte Contemporanea, definendo l’area “Innovation District”. Oggi è diventata un polo di innovazione, con grattacieli moderni, ristoranti alla moda, e una vista magnifica sul porto di Boston. La zona ospita anche molte installazioni d’arte pubblica e uno dei musei più interessanti della città, l’Institute of Contemporary Art (ICA), che si affaccia sull’acqua con una spettacolare terrazza panoramica.
La zona è ideale anche per una cena a base di pesce fresco: Boston è famosa per la sua clam chowder e i suoi lobster rolls, e dove provarli se non passeggiando sul lungomare della città?
Cosa vedere a Boston, secondo giorno: Fort Point (e il Freedom Trail) e la città dall’alto
Il secondo giorno inizia con una delle esperienze più coinvolgenti da fare a Boston: il Boston Tea Party Ships & Museum. Questo museo interattivo porta indietro nel tempo al fatidico 16 dicembre 1773, quando un gruppo di coloni gettò tonnellate di tè nelle acque del porto di Boston in segno di protesta. E dire “ti porta indietro nel tempo” è quasi letterale: si viene trascinati in quella sera per rivivere tutto minuto per minuto tramite attori in costume che coinvolgono come se tutti i presenti fossero “Figli della Libertà”. Si inizia entrando all’interno della replica della Old South Meeting House, dove uno dei personaggi storici racconta – in attesa dell’arrivo di Samuel Adams – in maniera divertente e coinvolgente come il suo popolo si sia opposto all’ingiusta tassazione imposta dall’Impero britannico. Viene anche assegnato ad ognuno un personaggio, qualcuno anche “parlante”, e si percepiscono benissimo gli ideali che hanno mosso i ribelli, la loro rabbia, la frustrazione per leggi ingiuste su cui non avevano voce in capitolo e la voglia di indipendenza. Subito dopo si sale sulla nave – la Eleanor e la Beaver, repliche fedeli delle navi originali coinvolte nel Boston Tea Party – dove vengono raccontate le condizioni in cui viaggiavano i marinai e cosa accadde a bordo quel 16 dicembre. Si può anche gettare il tè in mare, proprio come fecero i ribelli!
Infine si visita il museo, dove gli attori in costume continuano a guidare la visita che si arricchisce di video 3D, oggetti originali in esposizione e tecnologie moderne (occhio ai quadri!) per far rivivere la storia in modo talmente coinvolgente che io sono arrivata a commuovermi guardando il documentario sulla Battaglia di Lexington e Concord!
A conclusione della visita si trova la bellissima Abigail’s Tea Room, dove è possibile gustare le 5 varietà di tè che furono gettate in mare quella storica notte (abbiamo scoperto una varietà di tè affumicato buonissima!). Un ottimo modo per concludere l’esperienza e rilassarsi dopo aver partecipato a questo pezzo fondamentale della storia americana!
Proprio di fronte al Tea Party, si trova il Boston Children’s Museum, un vero paradiso per i più piccoli (e per gli adulti che vogliono tornare bambini). Fondato nel 1913, è uno dei musei per bambini più antichi del mondo e, lungo i suoi tre piani, offre una miriade di esposizioni interattive che spaziano dall’arte alla scienza alla cultura. Fu proprio qui al Children’s Museum di Boston che, negli anni ’70 – grazie al direttore Michael Spock – per la prima voltà si sperimentò la possibilità dI mettere tra le mani dei bambini gli oggetti esposti nel museo, così da permettere loro di esplorare, interagire e sfogare la propria curiosità.
Oggi, all’interno del museo i bambini possono provare ogni sorta di attività pratica: dal costruire strutture giganti all’arrampicarsi su percorsi sospesi, dalle attività artistiche alle esperienze sensoriali, fino agli esperimenti scientifici o perfino il green screen!
Ci sono centinaia di attività in cui i bambini possono divertirsi, apprendere, sperimentare, immaginare, curiosare, sfogarsi fisicamente praticando sport. Ho notato un’attenzione particolare anche all’educazione alimentare lungo i diversi percorsi e alla conoscenza del mondo che li circonda. É qualcosa che va al di là delle classiche attività per bambini, un’immersione in un mondo tutto dedicato a loro, in cui anche i genitori possono aiutarli a sognare (e farlo insieme).
Vi segnalo anche il Martin’s Park, che si trova vicino al museo: un parco pubblico dedicato a Martin Richard, una delle giovani vittime dell’attentato alla maratona di Boston del 2013, noto per i suoi meravigliosi playground, progettati per essere inclusivi e accessibili a tutti i bambini. Bellissima la parte della nave pirata, una grande nave di legno in cui i bambini possono arrampicarsi, muovere il timone, ammainare e issare le bandiere e giocare ad essere dei temibili pirati! Mi ha impressionato per le dimensioni, sulla nave ci sono salita anche io e potevo perfino correrci tanto è grande!
Alternativa per chi non viaggia con bambini: Freedom Trail
Un’alternativa per chi non è interessato a visitare il Children’s Museum o semplicemente preferisce esplorare meglio la città e approfondire la storia, è percorrere il celebre Freedom Trail di Boston, un percorso che tocca 16 luoghi fondamentali per la storia della Rivoluzione Americana.
Si parte dal bellissimo Boston Common (un parco che è una cartolina, un quadro, tra i più belli che io abbia mai visto) e si finisce al Bunker Hill Monument, che commemora una delle battaglie più sanguinose della Rivoluzione Americana, passando per la Old North Church (nella pittoresca Little Italy) e la Paul Revere House, la Old South Meeting House e tanti altri luoghi affascinanti.
Seguire il percorso è semplice, poiché è segnato da una linea rossa che guida attraverso le varie tappe, seguendo le orme dei patrioti americani.
Gli dedicherò un articolo dettagliato, intanto qui trovate una cartina in pdf con le varie tappe e sul sito di Meet Boston – a questo link – una mappa interattiva molto precisa che illustra tutti e 16 i punti del Freedom Trail.
Per concludere una giornata così intensa, andate al View Boston per ammirare il tramonto e la città dall’alto a 360°.
Situato al 52° piano del Prudential Center – costruito negli anni ’60, è uno degli edifici più alti di Boston, secondo solo alla John Hancock Tower – e inaugurato nel 2023, il giovanissimo View Boston quest’anno è già stato inserito tra i migliori Observation Deck al mondo.
Oltre alla meravigliosa vista su tutta la città – nei giorni migliori dalle vetrate, lunghe dal pavimento al soffitto, si può arrivare a vedere fino a 60 km di distanza! – l’osservatorio offre installazioni interattive per scoprire di più su ogni monumento visibile, uno spettacolare modello 3D di Boston con cui viene raccontata la storia della città, come cambia con le stagioni e lo spirito che la contraddistingue; due ristoranti e il bar sulla Cloud Terrace, la terrazza all’aperto al piano inferiore che offre una vista a tutto tondo di Boston, secondo me ancora più bella rispetto al piano superiore.
Cosa vedere a Boston, terzo giorno: Downtown e l’avventura sul Duck Tour
Il terzo giorno è tutto dedicato all’esplorazione del centro della città.
Il luogo perfetto per iniziare è l’incantevole Boston Common, il più antico parco pubblico degli Stati Uniti, fondato nel 1634 (venne acquistato dai coloni che versarono 6 scellini a testa al proprietario del terreno, il sacerdote William Blackstone). Originariamente utilizzato come terreno comune per il pascolo degli animali, durante la Guerra d’Indipendenza, il Boston Common si trasformò in accampamento militare per i soldati britannici. È un luogo ricco di storia e ancora oggi rappresenta il centro vitale della città, dove si tengono manifestazioni politiche, celebrazioni e concerti all’aperto che hanno ospitato personaggi storici come i generali Washington e Lafayette, il reverendo Martin Luther King Jr., Papa Giovanni Paolo II e molti altri.
Sono tantissimi i luoghi da vedere nel parco: la Brewer Fountain Plaza, il famoso e amato Frog Pond, The Embrace – la bellissima scultura dedicata a Martin Luther King e sua moglie Coretta Scott King – il Parkman Bandstand, l’edificio a forma di tempio greco, il Central Burying Ground e diverse sculture commemorative come il Boston Foundation Monument, un bassorilievo in bronzo che celebra la fondazione della città, e il Boston Massacre Memorial. Senza dimenticare la scultura più famosa di tutte: Make Way for Ducklings, creata da Nancy Schön, che ricrea la famiglia di anatre del classico per bambini di Robert McCloskey, il quale racconta la storia di due anatre che cercano un luogo in New England adatto a crescere una famiglia e alla fine scelgono proprio di stabilirsi nel Boston Common.
Dopo aver esplorato il parco, è il momento di scoprire Beacon Hill, una delle più pittoresche zone di Boston. In passato è stata il cuore del movimento antischiavista e tra i suoi abitanti illustri c’è stato anche il senatore Charles Sumner, un fervente abolizionista. Successivamente, Beacon Hill è stato il centro della vita sociale e politica della Boston ottocentesca. Oggi è una delle zone più prestigiose della città: le strade acciottolate, le case in mattoni rossi con le persiane scure, i lampioni a gas e le porte colorate adornate di piante creano un’atmosfera d’altri tempi. É uno dei più storici e ben conservati quartieri di Boston, noto anche per le sue affascinanti boutique, i caffè caratteristici e l’eleganza senza tempo.
Qui si può percorrere anche il Black Heritage Trail, un percorso che si snoda tra case, scuole e chiese e testimonia la comunità afroamericana libera – nel 1790 il Massachusetts già non aveva più neanche uno schiavo – e impegnata contro la discriminazione razziale. Il percorso comprende il Robert Gould Shaw & the 54th Regiment Memorial, primo reggimento nero, la George Middleton House, la più antica casa costruita da afroamericani a Beacon Hill, e la Phillips School, una delle prime scuole di Boston con un corpo studentesco interrazziale.
Altro punto di interesse a Beacon Hill è la bellissima Massachusetts State House, che domina il lato nord del Boston Common. Questo maestoso edificio, progettato dall’architetto Charles Bulfinch (il quale si sipirò a due edifici londinesi: la Somerset House e il Pantheon di Oxford Street), fu completato nel 1798 e la sua cupola dorata è uno dei simboli di Boston. La State House è la sede del governo del Massachusetts, e si può partecipare a un tour gratuito per scoprire la storia politica dello Stato e visitare le eleganti sale interne.
Una piccola curiosità: la cupola della Massachusetts State House non è sempre stata dorata. Inizialmente era fatta di legno e rivestita di rame, ma venne dorata nel 1874 per renderla più visibile. Durante la Seconda Guerra Mondiale, per motivi di sicurezza, la cupola fu dipinta di nero per evitare di essere un punto di riferimento in caso di attacchi aerei, poi venne di nuovo ripulita per essere riportata al suo splendore.
Non lontano dalla State House si trova Acorn Street, una delle strade più fotografate degli Stati Uniti. Questa piccola via acciottolata con le case di mattoni ricoperte di edera è il simbolo della bellezza senza tempo di Beacon Hill.
Un tempo era la dimora di molti servitori e artigiani della zona, mentre oggi è considerata uno dei luoghi più esclusivi e ricercati dove vivere a Boston. Le case lungo questa strada sono rimaste in gran parte invariate nel corso degli anni ed è questo a conferirle un fascino particolare e a dare la sensazione di fare un vero salto indietro nel tempo.
Nel pomeriggio, potete sperimentare un modo unico per esplorare Boston: il celebre Duck Tour. Il tour si svolge su veicoli anfibi che viaggiano prima su strada, poi entrano direttamente in acqua! È un modo alternativo per scoprire la città da una prospettiva completamente diversa, mentre la guida, soprannominata “ConDUCKtor”, racconta aneddoti storici e curiosità in modo vivace e ironico.
I veicoli utilizzati sono mezzi anfibi di origine militare, basati sui DUKW utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale per trasportare truppe e materiali da terra all’acqua.
Il tour inizia con un giro per le strade della città, toccando alcune delle principali attrazioni come il Quincy Market, la Old North Church e la Trinity Church. Ma la parte più divertente arriva quando il “duck” entra nel fiume Charles: in un attimo, il veicolo si trasforma in una barca e comincia a navigare, offrendo anche una vista mozzafiato sullo skyline di Boston. Qui danno anche la possibilità di provare la guida a chiunque voglia, anche i bambini (e chi lo fa riceve un bell’adesivo per celebrare il fatto di avere “guidato una papera”)!
Il tour è adatto a tutti, grandi e bambini, con la sua miscela di storia, umorismo e avventura.
Tre giorni a Boston offrono un assaggio perfetto della città, con la sua affascinante combinazione di storia rivoluzionaria, quartieri pittoreschi e attività moderne e immersive. Dalla quiete elegante di Beacon Hill ai musei interattivi come il Boston Tea Party Ships & Museum, fino al divertimento dei Duck Tours, ogni giorno è un’opportunità per scoprire nuovi aspetti di questa vibrante città.
Ma Boston ha molto di più da offrire: dalla scena culinaria alle passeggiate lungo il Charles River Esplanade, dai quartieri culturali come il North End, noto per le sue radici italiane, alle università prestigiose come Harvard e MIT. Non resta che tornare e ritornare!
Dove mangiare a Boston: 3 locali da provare (e 1 da non perdere!)
Qualche consiglio su dove mangiare, vi segnalo i posti che più abbiamo apprezzato:
Cobblestones
Si trova a Beacon Hill ed è l’ideale per un pasto più leggero e buono: insalate, panini (più in stile italiano, non i classici hamburger), proposte vegetariane. Il locale è piccolo e ci sono pochi posti ma è ideale per un pasto veloce. Noi abbiamo provato i panini e ci sono piaciuti moltissimo. Si trovano anche piatti freddi di pasta o riso.
Back Deck
Sotto la Opera House, è un più classico ristorante americano, ottimo per la carne alla griglia e il BBQ. Particolari i dessert e buono anche il Kid’s Menù (che offre anche il salmone!). I prezzi sono leggermente più elevati ma la qualità è molto buona.
New York Pizza
Se avete voglia di un po’ di pizza all’americana, qui vi troverete bene. La classica New York Style Pizza, famosa per le dimensioni immense delle sue slice. Offre anche una buona scelta di fritti/antipasti. Ideale sempre per un pasto veloce o a portar via (se riuscite a mangiare una fetta di pizza così grande camminando!)
Cheers
Ultimo, sicuramente non per importanza (anzi!), è Cheers. Esatto, proprio come la serie TV (potevo non parlare di film anche in questo articolo?!) degli anni 80. In Italia andò in onda col titolo di Cin Cin e raccontava di un ex giocatore dei Red Sox che si è ritrovato a gestire un pub e ruota intorno alla vita dei dipendenti e dei clienti del pub. Il locale ha mantenuto integra l’atmosfera anni 80 e, ciliegina sulla torta, si mangia benissimo. Preparatevi solo a una lunga attesa per entrare!
Approfondirò meglio ma intanto potete dare un’occhiata all’articolo di Simona, che ne ha parlato per prima, qui.
Dove dormire a Boston: il Best Western Adams Inn Quincy-Boston
Nel nostro viaggio a Boston abbiamo soggiornato all‘Adams Inn Quincy-Boston e, nonostante la distanza dal cuore di Boston, mi sento di consigliarlo vivamente. Anche se il centro città non è esattamente dietro l’angolo, è comunque facile da raggiungere grazie alla linea rossa della Metro (MBTA), che dista circa 15 minuti a piedi.
L’hotel si affaccia direttamente sul suggestivo Neponset River, offrendo una vista rilassante e l’occasione per fare piacevoli passeggiate lungo il fiume. L’altro lato della zona, purtroppo, non è altrettanto incantevole, ma niente che rovini il soggiorno, perché è come se l’hotel si trovasse in un suo angolo personale di pace.
La colazione è stata una piacevole sorpresa: varia, abbondante, con opzioni dolci e salate, anche senza lattosio e senza glutine, servita a buffet. Perfetta per iniziare con la giusta energia.
Le camere? Spaziose e luminose, con ampie vetrate che regalano una vista rilassante sul fiume. Il tutto in un’atmosfera di totale tranquillità: non un rumore fuori posto. L’albergo è davvero pulito e il personale sempre gentile e disponibile, pronto ad aiutarti con un sorriso.
Un altro plus che abbiamo apprezzato è il pub all’interno dell’hotel, ideale per concludere la serata con una birra o un pasto semplice senza dover uscire.
E, ciliegina sulla torta, i prezzi! Sono decisamente più bassi rispetto agli hotel in pieno centro città, rendendo l’Adams Inn una scelta ottimale per chi vuole esplorare Boston senza spendere una fortuna.