Valle della Loira insolita: visitare la Maison du Jour de Fête di Jacques Tati

Anche se oggi è difficile credere che il cinema non sia nato a Hollywood, la verità è che le origini del cinema si devono alla Francia, grazie all’ingegno e alla creatività di personaggi come i fratelli Lumière, cui si deve la nascita del cinema, George Méliès, padre degli effetti speciali, o Alice Guy-Blaché, la prima regista donna.

Tra i personaggi francesi legati al cinema si distinse anche Jacques Tatì, che fu regista, sceneggiatore, mimo e comico dagli anni ’30 alla fine degli anni ’70 del Novecento. Nel 1973 vinse anche un Oscar onorario per la sua carriera e la sua espressività venne paragonata a quella di Chaplin o di Buster Keaton.

Eppure portò un rinnovamento nel cinema proprio distinguendosi dalla comicità muta di queste due leggende degli albori del cinema.
Tatì riuscì ad entrare nella storia del cinema con soli sei lungometraggi (Giorno di Festa, Le vacanze di Monsieur Hulot, Mon Oncle, Playtine, Monsieur Hulot nel caos del traffico, Parade) grazie alla novità del suo punto di vista comico. Fu tra i primi ad avere il coraggio di affrontare temi delicati e azzardati come il consumismo, l’ossessione per la modernità, l’esagerata differenza tra i ceti. I suoi film furono tra i primi a rappresentare la società dell’epoca, anche se in modo comico, e costituiscono uno snodo fondamentale per la storia del cinema. Arricchì l’espressività del muto con effetti sonori, coincidenze, casualità. I suoi protagonisti pronunciano pochissime parole, il resto lo fanno le situazioni, le gag, lo splastick.


Monsieur Houlot – il suo personaggio più famoso – è uno spettatore maldestro, provocatore e nostalgico del mondo che sta cambiando, che racconta dal suo punto di vista solo apparentemente caotico la modernizzazione del mondo. Fa sorridere senza bisogno di parlare (Khaby Lame vi dice niente?), una comicità gentile che trattava con la giusta ironia il cambiamento della società che stava abbandonando la spontaneità per la razionalizzazione.

Tatì debutta, come regista di lungometraggi, proprio con Giorno di Festa, nel 1949.
Nato come un corto dal titolo “La scuola dei portalettere”, ebbe un così grande successo che Tatì decise di farlo diventare un lungometraggio. Il successo proseguì allargandosi in tutta Europa, arrivando a vincere il premio per la Miglior Scenggiatura Originale al Festival di Venezia. Tatì tentò anche una pioneristica ripresa in Thomsoncolor, che verrà distribuita solo moltissimi anni dopo, nel 1995.
Il film mostra il buffo postino François che, durante un giorno di festa, tra giostre e luci assiste alla proiezione di un documentario sull’efficienza delle poste negli Stati Uniti che lo colpisce particolarmente, al punto da tentarne l’imitazione. Tra gag e burle, il buffo postino arriva alla conclusione che quella veloce efficienza non è adatta alle campagne francesi.

Il Museo “Maison du Jour de fête” nella Valle della Loira

Il film fu girato a Sainte-Sévère-Sur-Indre, nella Valle della Loira, paese in cui Tatì visse durante la guerra, e tutti gli abitanti del paese furono coinvolti nelle riprese. Per omaggiare il regista, la sua storia e le sue tecniche innovative, nel 2009 proprio qui è stato aperto un museo a lui dedicato: La Maison du Jour de fête, che abbiamo visitato durante il nostro viaggio in moto in questa meravigliosa regione francese.

Il museo è particolare perché non solo raccoglie oggetti e storie di scena, ma lo fa in un modo speciale, grazie alla Scénovision. Il percorso – breve ma intenso – è completamente immersivo grazie a suoni, luci, voci, musiche, effetti scenici, un “dietro le quinte” che si conclude con la proiezione del film.

Fuori si viene accolti dalla statua di Tatì nei panni del suo famoso postino e appena si entra nel museo ci si ritrova nel piccolo ufficio postale di François. Da qui proiezioni, scenografie, suoni ed effetti speciali ricreano un universo fedele a quello di Tati in cui gli spettatori vivono le emozioni, le risate e alcune gag del film, guidati dalla voce del piccolo Marcel.

Sainte-Sévère-Sur-Indre non è l’unico paese francese ad omaggiare Tatì. La spiaggia di Saint-Marc-sur-Mer, dove fu girato Le vacanze di Monsieur Houlot, è chiamata “La spiaggia di Monsieur Hulot” ed è sovrastata da una statua – realizzata dallo scultore Emmanuel Debarre – che rappresenta l’iconico personaggio. Infine, a Saint-Maur-des-Fossés, uno dei luoghi dove fu girato Mio Zio, un’altra statua di Mélanie Quentin rende omaggio al regista e al suo personaggio più rappresentativo.



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