La storia di Halloween, delle zucche, l’origine del Pumpkin Patch e il campo di zucche più grande d’Italia: il Giardino delle Zucche a Pignataro Maggiore (Caserta)

La tradizione del Pumpkin Patch ultimamente ha preso molto piede anche in Italia. E’ l’ennesima divertente tradizione importata dagli Stati Uniti, che a loro volta l’avevano in parte ereditata dall’Irlanda. Ma di cosa si tratta e da dove viene esattamente?

Era tradizione celtica dell’Irlanda e delle Highlands scozzesi scolpire una rapa alla vigilia di Ognissanti e mettervi del fuoco per allontanare gli spiriti maligni. Secondo alcuni storici, oltre alle rape venivano intagliate anche zucche, patate e persino barbabietole. Tradizione alimentata anche dalla storia irlandese di Stingy Jack, un vecchio miserabile che beveva troppo e faceva brutti scherzi alle persone. Secondo la leggenda, Jack era un tale imbroglione che riuscì persino a fare uno scherzo al diavolo in persona, intrappolandolo in un melo, circondandolo di croci in modo che non potesse scendere. ll diavolo gli giurò che avrebbe preso la sua anima per vendicarsi e quando Jack morì, si ritrovò chiuso fuori dai cancelli celesti per essere stato così meschino e miserabile durante il suo tempo sulla Terra e, come punizione per lo scherzo fatto, venne lasciato fuori anche dall’Inferno, così da restare bloccato in un limbo e perdersi per sempre. Il diavolo gli lanciò contro anche una fiamma dall’Inferno, che Jack infilò dentro la rapa che si era portato dietro come simbolo dei suoi scherzi. Jack se ne andò, condannato a camminare per l’eternità tra il paradiso e l’inferno con nient’altro che la sua lanterna (Jack O’) per illuminare la sua strada. Avete mai sentito parlare del Will of the Wisp (o Wil-o’-the-wisp)? La traduzione sarebbe fuoco fatuo, ma non è altro che uno dei tanti nomi che venne dato a Jack-O’-Lantern.

pumpkin patch giardino delle zucche
Tante lanterne per Jack!

Quando gli irlandesi arrivarono in America, scoprirono che una zucca era più grande e più facile da tagliare della rapa e in un crogiolo di culture come era (ed è) l’America, la leggenda irlandese si mescolò facilmente con altre. Nel tempo la storia venne raccontata in mille forme, le più famose sono quella di Washington Irving e il suo “Racconto di Sleepy Hollow” scritto nel 1820, e A Nightmare Before Christmas della Disney.
Oggi intagliare la zucca è sopratutto un’attività per divertirsi in famiglia e si inizia proprio dalla ricerca della zucca perfetta dei pumpkin patch. Ma come si è arrivati ad usare la zucca come decorazione?

L’importanza delle zucche, qualche curiosità e Halloween

All’epoca in cui i coloni arrivarono in America, trovarono tante zucche e di tutti i tipi, forme e colori. Sono una delle colture più antiche degli Stati Uniti, ne sono state trovate perfino coltivazioni risalenti a seimila anni fa nella zona sud-occidentale. Quando arrivarono i coloni ne trovarono tantissime, per loro però era solo ottimo cibo, di cui apprezzavano in modo particolare i semi che venivano tostati. Anche per questo, in realtà, nacque la tradizione dell’intaglio della zucca. I coloni irlandesi e scozzesi che arrivarono a metà del 1800 portarono anche le loro tradizioni e vedendo come venivano aperte le zucche per arrivare ai semi… fu un attimo immaginare come potevano intagliarle bene al posto delle rape, così piccole!
La zucca era così importante e mangiata in quantità tali che i primi coloni le dedicarono una strofa della prima canzone folk americana: New England Annoyances or Forefathers Song:

Instead of pottage and puddings and custards and pies,
Our pumpkins and parsnips are common supplies;
We have pumpkins at morning and pumpkins at noon,
If it was not for pumpkins we should be undone!


La prima vera notizia delle zucche di Halloween, fu pubblicata nel 1866 sulla rivista per bambini “Harper’s Young People” dove si raccontava di “un grande sacrificio di zucche nella notte di Halloween”. Così l’intaglio della zucca divenne più popolare e negli anni ’20 Halloween fu abbracciato in tutti gli Stati Uniti. Intagli, feste e costumi divennero la norma e presto arrivò la tradizione di “dolcetto o scherzetto” a metà degli anni ’30, anche se divenne davvero popolare solo nel 1951 grazie ad un fumetto dei Peanuts e, l’anno successivo, al cartone Disney intitolato “Dolcetto o scherzetto” con protagonisti Paperino, Qui, Quo e Qua. Inizialmente, erano i bambini poveri che, vestiti da anime pure, andavano a bussare a casa delle famiglie benestanti e ricevevano in dono un dolce chiamato “Soul Cake”. Più tardi si passò al dolcetto o scherzetto, mescolando la tradizione della Soul Cake con la leggenda di Stingy Jack.

Qualche altra curiosità sulle zucche e i pumpkin patch: il primo patch di zucche fu creato nel 1590 nel villaggio di Secotan, nell’attuale Carolina del Nord; viene chiamato pumpkin patch perchè sono appezzamenti di terreno – un tempo parti di giardini o orti – coltivati con solo zucche, le quali simboleggiano prosperità e abbandonanza, grazie alla loro resistenza e alla capacità di crescere in terreni anche poveri. Lo stato che coltiva più zucche negli USA è l’Illinois, mentre il più grande pumpkin patch al mondo si trova in California: il Cool Patch Pumpkins, grande ben 63 acri.

Il Pumpkin Patch più grande d’Italia: il Giardino delle Zucche

Spostiamoci in Italia, dove negli ultimi anni ha preso sempre più piede questa tradizione e numerosi Pumpkin Patch sono nati su tutto il territorio nazionale. Il migliore di tutti, al momento, per noi resta quello che si trova a Pignataro Maggiore: il Giardino delle Zucche. Qui sembra di stare davvero in New England, di fare un salto oltreoceano per celebrare una tra le più amate feste americane.
Anche la sua storia è bellissima: il campo è una promessa d’amore. Circa cinquant’anni fa, Ferdinando Turino, produttore di Kiwi, conosce l’italoamericana Elvira in New England. Si innamorano subito ma lui non poteva lasciare l’Italia e lei non voleva lasciare il New England. Così Ferdinando compra in Italia un terreno dove fa piantare 40.000 zucche, per convincere la sua amata a raggiungerlo. E come dire di no ad un gesto simile? Elvira si convince, si trasferisce in Italia e i due si sposano. Avranno tre figli: Emily, Raffaele e Antonio. Sarà Emily ad avere poi l’idea del giardino e del pumpkin patch intorno alla loro casa in puro stile americano, con tanto di porticato.

Non manca davvero nulla per sentirsi negli USA: migliaia di zucche, i pickup rossi, i carrellini per portare la zucca, le big bench, installazioni artistiche con le zucche, il labirinto di mais di 7000 mq (dove si svolge anche uno speciale evento “da paura” per Halloween), la fattoria con le casette rosse, lo shop in stile country dove comprare tutti gli ingredienti per la pumpkin pie, lo sciroppo d’acero e molto altro… ed è solo una parte delle cose che ci sono!

Ma come funziona l’esperienza del Pumpkin Patch?
Si entra soltanto previo acquisto del biglietto (19€ a persona) nella fascia oraria scelta al momento dell’acquisto del biglietto. Il campo all’ingresso viene riempito di zucche e, una volta pronto, viene aperto e si può entrare. Si hanno circa 45 minuti di tempo a disposizione per scegliere la zucca (una a biglietto), mettendola sull’apposito carrellino rosso, e fare tutte le foto che si vuole. Dopo si passa ai laboratori di intaglio o pittura e infine si può continuare il giro passando per il bar, la verande del tè, arrivando agli shop e l’area food, finendo poi con la fattoria e il labirinto di mais.
La visita dura circa 2/3 ore o anche un poì di più se decidete di restare per pranzo e provare il cibo a tema (quasi tutto con la zucca, ovviamente!) servito nell’area food. Personalmente, sarei rimasta a lungo!
Lascio parlare qualche foto e il nostro reel dedicato alla visita del Pumpkin Patch!


Il Giardino è aperto solo un mese l’anno – da fine settembre al 31 ottobre – e i biglietti vanno sold out presto, quindi tenete d’occhio il sito per l’apertura e acquistate in fretta!

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