Vedere le persone in limousine a Roma, le rare che girano per la città, mi ha sempre fatto voltare gli occhi. Sono rare: incuriosiscono, e, lo ammetto, il fatto che siano auto extra-lusso fa sognare un po’. La loro linea elegante, decisa, i finestrini oscurati che ti fanno chiedere sempre chi ci sarà dentro provando a sbirciare, quel bianco puro che scintilla al buio…
chissà perché poi mi è sempre capitato di vederle passare di notte. Tranne una volta, a Barcellona, dove nelle prime ore del pomeriggio la vidi parcheggiata, mentre attendeva una coppia di sposi giapponesi.
Un giro in limousine a Roma
Questa fu la prima sorpresa: mi aspettavo un semplice aperitivo, ed invece al prezzo di 25 euro a persona, oltre alla Limousine avevamo avuto anche la cena. Ricordo che spalancai occhi e bocca di fronte a quell’inatteso buffet… e il cibo si rivelò anche molto buono. Anche il locale non era male, l’unica cosa che non sopportavo era la musica troppo alta. E’ una cosa che non concepisco nei pub o nei locali in cui si mangia e beve, locali dove si va anche per parlare, e invece non si riesce per la musica troppo alta. Ma se volevo sentire la musica me ne andavo in discoteca, no?
A parte questa piccola cosa, comunque sopportabe, il locale mi piacque molto, un locale dallo stile newyorkese, i colori chiari, l’arredamento essenziale. Il servizio fu impeccabile, stavamo così a nostro agio che quasi mi dimenticai della Limousine, finchè non la vidi spuntare all’ingresso del locale, visibilissima dalla porta a vetri, una Hummer Limousine che sfilava in tutta la sua maestosità. Alternai lo sguardo tra la limo e lui, che dopo pochi istanti si voltò, stupito nel vedere un’auto simile, ma mi accorsi che non aveva ancora capito, così gli sorrisi, e lui capì. Gli si illuminarono gli occhi e tornò a guardare la limo con occhi diversi.
Uscimmo, ritrovando con noi altre sei coppie. L’autista, un signore sulla cinquantina molto simpatico, ci fece fare le prime foto fuori dalla macchina, e potevo vedere su tutti, me compresa, un sorriso che andava da un orecchio all’altro. L’emozione delle prime volte, del fare qualcosa che sembrava proibito, inarrivabile.
Dopo le foto entrammo, e l’interno non era proprio come me lo aspettavo, ma molto più stretto e basso, avevo quasi paura che lui sarebbe dovuto stare con la testa piegata tutto il tempo, invece ci entrò per un soffio. A parte gli spazi stretti però, era sicuramente come ci si aspetta sia una limousine simile: di classe. Interni in pelle, schermo lcd, luci basse… e, come avevano promesso, spumante e stuzzichini elegantemente esposti su quella sorta di mini bancone all’interno, di fronte i divanetti.
L’autista stappò lo spumante e riempì i bicchieri, mentre tutti noi incrociavamo di sfuggita i nostri sguardi, emozionati ed imbarazzati. Riuscimmo però a fare un brindisi di gruppo, si accese la musica, le luci blu, e finalmente il giro iniziò.
Guardavo le auto fuori dal finestrino chiedendomi se adesso loro giravano la testa verso di noi, come avrei fatto io, sentendomi subito imbarazzata, tanto che sentii le guance scaldarsi e arrossire.