Itinerario nel Nord della Sardegna alla scoperta delle location della Sirenetta, il live action Disney

La storia della Sirenetta è un viaggio che parte dalle pagine scritte in Danimarca da Hans Christian Andersen nel 1837, passa per i disegnatori di Walt Disney in California nel 1989 e si posa tra le mani degli attori del cast – sempre Disney – e le spiagge della Sardegna nel 2023.

Un viaggio fatto di successi, polemiche e rinnovamenti. Come, oserei dire, qualsiasi grande storia.
Partiamo dalla storia originale di Andersen: la protagonista è una giovane sirena che vive sul fondo del mare con il padre vedovo (il Re del Mare), sua nonna e le cinque sorelle maggiori. Quando compie quindici anni, le viene finalmente permesso di salire in superficie per osservare il mondo degli esseri umani. È in quel momento che vede per la prima volta un giovane principe di cui si innamora perdutamente, dopo averlo salvato durante una tempesta. Da quel giorno, la Sirenetta sogna di poter vivere sulla terra con lui e di ottenere un’anima immortale come gli umani, perché sa che il destino delle sirene è dissolversi in schiuma dopo la morte. Decide quindi di rivolgersi alla Strega del Mare, che le offre una pozione magica in cambio della sua bellissima voce. La pozione le donerà gambe umane, ma il prezzo da pagare è altissimo: ogni passo sarà come camminare su coltelli e se il principe non la amerà e sposerà lei morirà al sorgere del giorno dopo le sue nozze. La Sirenetta accetta e sulla terra conquista l’attenzione del principe, che però non può innamorarsi di lei completamente, non sapendo che è stata proprio lei a salvarlo. Infatti, alla fine, lui sceglie di sposare un’altra donna, convinto che sia la sua vera salvatrice.
La Sirenetta, devastata, ha un’ultima possibilità: le sue sorelle le offrono un pugnale magico con cui uccidere il principe e salvare sé stessa. Ma l’amore che lei prova è più forte: rifiuta di farlo e si getta in mare, pronta a dissolversi. A differenza di quel che credeva, però, non si dissolve. Per premiare la sua purezza e il suo sacrificio, viene trasformata in una figlia dell’aria: uno spirito invisibile che potrà guadagnarsi un’anima immortale facendo del bene agli altri per 300 anni. Ogni volta che farà sorridere un bambino buono, un anno le sarà tolto dalla pena; ogni volta che ne farà piangere uno cattivo, un giorno le sarà aggiunto.

Facciamo un salto di quasi cento anni e arriviamo agli anni 30 del Novecento. Dopo il successo di Biancaneve, la Disney pensò di realizzare un lungometraggio che includeva una serie di vignette animate dedicate alle storie di Andersen, tra cui proprio La Sirenetta. Il progetto fu messo da parte per vari motivi (ma mai cancellato del tutto… il legame tra la Disney e Andersen merita un approfondimento a parte) fino al 1985, quando Ron Clements si mise a lavorare a Basil l’Investigatopo insieme a John Musker e, facendo ricerche in libreria per il film, si imbatté in un libro della storia originale della Sirenetta di Andersen. Ritenendo che la storia fornisse una base ideale per un lungometraggio animato e desideroso di creare un film ambientato sott’acqua, Clements scrisse un trattamento di due pagine de La Sirenetta ai Walt Disney Studios e lo presentò al dirigente Jeffrey Katzenberg, durante un incontro noto come “gong show” (una riunione che si faceva un tempo alla Disney – portata in realtà da Katzenberg dalla Paramount – in cui chi aveva delle idee per un film si presentava scrivendo il suo nome su un biglietto. I nomi venivano inseriti in una cappello e poi estratti a sorte: chi veniva chiamato doveva farsi avanti proponendo la sua idea e i dirigenti dicevano subito se piaceva o meno). Katzemberg scartò subito la proposta di Clements, perché in quel momento stavando già sviluppando Splash – Una sirena a Manhattan e temeva che La Sirenetta fosse troppo simile. Ci ripensò però già il giorno dopo, approvandola per un possibile sviluppo, insieme a Oliver & Company.
Durante la produzione del lungometraggio animato, fu ritrovato molto del materiale originale che Key Nielsen realizzò negli anni Trenta per il progetto sulle storie di Andersen e si scoprì che, incredibilmente, molte delle modifiche fatte alla storia originale coincidevano con quelle adottate da loro cinquant’anni più tardi.
Clements e Musker ampliarono quell’idea scritta su due pagine in una bozza da venti pagine ma i piani per il film furono momentaneamente messi da parte, in quanto la Disney si stava concentrando su Chi ha incastrato Roger Rabbit e Oliver & Company. Il progetto fu ripreso nel 1987, quando affidarono la sceneggiatura a Howard Ashman e decisero di rivisitare tutta la struttura del film, per trasformarlo in un musical stile Broadway, in cui le sequenze musicali fungevano da pilastri del film. Ashman (vi consiglio di guardare “Howard” su Disney+, il documentario che racconta la sua storia) e il compositore Alan Menken, noti per il loro lavoro nel musical off-Broadway La piccola bottega degli orrori, si unirono per comporre l’intera colonna sonora.
Nel 1988, La Sirenetta fu designato come il successivo grande film Disney.

La Sirenetta rappresentò un punto di svolta per l’animazione Disney, ricevendo il maggior investimento in termini di fondi e risorse degli ultimi decenni. Oltre al principale studio di animazione a Glendale, in California, durante la produzione venne aperto un centro satellite a Lake Buena Vista, in Florida, all’interno del parco tematico Disney-MGM Studios (oggi Disney’s Hollywood Studios) di Walt Disney World. Inaugurata nel 1989, la nuova struttura esordì con due progetti chiave: il cortometraggio Roller Coaster Rabbit, con Roger Rabbit, e il supporto alla fase di inchiostrazione e colorazione proprio per La Sirenetta.
L’ambientazione subacquea comportò una sfida tecnica senza precedenti, richiedendo il più alto numero di effetti speciali animati dai tempi di Fantasia (1940). Il supervisore Mark Dindal stimò che per il film vennero disegnate a mano oltre un milione di bolle, accanto all’utilizzo di tecniche come aerografo, retroilluminazione, sovrapposizioni e un uso limitato della computer grafica. Data l’enorme mole di lavoro, la Disney affidò parte delle animazioni — in particolare quelle relative agli effetti subacquei — alla Pacific Rim Productions, una compagnia con sede a Pechino. Anche la leggendaria macchina da presa multiplano della Disney fu riesumata nel tentativo di ottenere inquadrature più profonde, ma le sue condizioni non ne permisero l’uso diretto: le poche scene multiplano presenti nel film vennero quindi realizzate in uno studio esterno.
In linea con una tradizione storica risalente a Walt Disney, il film segnò anche il ritorno all’uso di attori dal vivo come riferimento per l’animazione dei personaggi. A interpretare le scene chiave nei ruoli di Ariel ed Eric furono Sherri Lynn Stoner (nota per il suo lavoro nel gruppo comico Groundlings di Los Angeles) e Joshua Finkel, attore di Broadway. Le loro performance furono guidate dalle registrazioni vocali di Jodi Benson, già scelta come voce di Ariel, e Christopher Daniel Barnes come voce di Eric.

Con La Sirenetta si chiuse anche un’era tecnica per i Walt Disney Animation Studios. Fu infatti l’ultimo film realizzato con il metodo tradizionale delle celle dipinte a mano. Già dal film successivo, Bianca e Bernie nella terra dei canguri, si passò al sistema CAPS (Computer Animation Production System), sviluppato da Pixar per la Disney, che digitalizzava la colorazione e la composizione dei disegni. Questo nuovo processo eliminò l’uso delle celle, della multiplano e di molti effetti ottici impiegati per l’ultima volta proprio nel film di Ariel.
Un prototipo del sistema CAPS fu testato in una sola scena de La Sirenetta: la penultima inquadratura del film, quella della nave nuziale che salpa sotto un arcobaleno, è l’unica realizzata interamente in digitale. Alcuni elementi tridimensionali vennero inoltre realizzati con la computer grafica: modelli wireframe furono utilizzati per animare i relitti nella battaglia finale, una scalinata nel castello di Eric e la carrozza su cui Ariel ed Eric viaggiano nella scena dell’inseguimento. Questi modelli furono poi tracciati a mano e colorati secondo le tecniche tradizionali. La Sirenetta è, insomma, un film di confine: l’unico del cosiddetto Rinascimento Disney a utilizzare ancora la tecnologia della xerografia (in uso dal 1961 con La carica dei 101) e, allo stesso tempo, il primo a sperimentare le potenzialità della produzione digitale.

Arriviamo al presente, al live action del 2023.
Ariel (Halle Bailey), principessa sirena e figlia minore di re Tritone (Javier Bardem), è affascinata dal mondo umano, che non ha mai visto: Tritone infatti proibisce a tutti i suoi sudditi di salire in superficie, dopo che la madre di Ariel è stata uccisa da un uomo. Nonostante il divieto, Ariel, con l’aiuto dei suoi migliori amici Flounder e Scuttle, colleziona oggetti umani caduti in mare e studia i relitti per capire meglio quel mondo.
Una notte, Ariel nota dei fuochi d’artificio e risale in superficie, scoprendo che provengono dalla nave del principe Eric (Jonah Hauer-King), un giovane che sogna di esplorare il mondo. Quando una tempesta affonda la nave, Ariel salva Eric e lo porta a riva, cantando per tenerlo in vita finché non sente arrivare i soccorsi e corre a nascondersi.
Ursula, osservando tutto tramite la sua sfera magica, decide di usare la situazione a suo vantaggio. Intanto, Sebastian cerca di convincere Ariel a restare nel suo mondo, ma lei è ormai innamorata di Eric e Tritone, insospettito dal comportamento di Ariel, si fa raccontare da Sebastian ciò che è accaduto. Furioso, il Re distrugge la collezione di oggetti umani della figlia e poco dopo Ariel viene avvicinata da due murene che la conducono nella tana di Ursula. Ursula le propone un patto: potrà diventare umana per tre giorni e, se entro quel tempo riceverà un bacio d’amore, resterà tale per sempre. In caso contrario, tornerà sirena e diventerà prigioniera di Ursula. In cambio dovrà rinunciare alla voce, che Ursula conserverà in un guscio magico. Ariel accetta e trasformata in umana, viene portata in superficie da Flounder e Sebastian. Alcuni pescatori la trovano e la conducono al castello di Eric, dove viene accolta. Il principe rimane colpito da lei, anche se la sua mancanza di voce lo confonde. Nel castello, Ariel scopre che Eric colleziona oggetti trovati nei suoi viaggi, e i due iniziano a legare, scambiandosi conoscenze sui loro mondi. Il giorno seguente, visitano il regno e Sebastian, Scuttle e Flounder organizzano un piano per farli baciare, ma proprio quando ci stanno per riuscire, le murene di Ursula rovesciano la barca. Furiosa, Ursula prende sembianze umane con il nome di Vanessa e usa la voce di Ariel per incantare Eric.
La mattina seguente, Ariel scopre che Eric sta per annunciare il fidanzamento con Vanessa. Scuttle scopre la vera identità della donna e avverte Ariel, la quale corre alla cerimonia, rompe il guscio magico e recupera la voce, liberando Eric dall’incantesimo. Ma il sole tramonta prima che possano baciarsi e Ariel torna sirena. Ursula la trascina in mare e Tritone tenta di salvarla, ma il patto è inviolabile. Decide di sacrificarsi al posto della figlia, venendo disintegrato. Ursula prende il Tridente, ma Ariel e Eric la affrontano e durante la battaglia, Ursula uccide per errore le sue murene e scatena una tempesta. Ariel riesce a salire su una nave e, quando Ursula sta per uccidere Eric, la trafigge con il bompresso spezzato dell’imbarcazione. Con la morte di Ursula Tritone torna in vita e riconoscerà il coraggio di Eric e l’amore di sua figlia, restituendole la libertà trasformandola in umana per sempre.

Lasciando da parte ogni polemica sui live action (che nel 2025 mi sembrano davvero insensate, ma riassumo in soli tre punti i motivi per cui vengono fatti: adattare i film alle nuove generazioni, i guadagni e il rinnovo dei diritti) a me il film non ha entusiasmato particolarmente, le location invece si. L’itinerario dedicato alle location della Sirenetta permette di scoprire luoghi della Sardegna meno nominati (e lo scoprire luoghi meno noti è una delle mie cose preferite del viaggiare alla scoperta delle location dei film) rispetto ad altri ma comunque bellissimi.

Molte delle riprese, soprattutto degli interni, si sono svolte nei Pinewood Studios di Londra (anche quelle subacque, realizzate all’interno di vasche professionali dotate di attrezzature ad hoc e con la supervisione di un coordinatore marino). Per gli esterni, invece, è stata scelta la Sardegna. Perché proprio la Sardegna? Ce lo racconta Rob Marshall, regista e co-produttore del film:

“Era importante trovare una location che fosse in grado di comunicare l’epicità e il dramma di cui la storia aveva bisogno. La Sardegna aveva tutto quello che ci serviva: acque azzurre e cristalline, un litorale spettacolare, scogliere scoscese, fortezze, vaste spiagge e strade di campagna.”

E John Myhre, sceneggiatore del film, aggiunge:

“L’acqua è la più blu, le rocce sono le più belle che abbia mai visto. Abbiamo trovato la Sardegna nei nostri sogni prima ancora di arrivarci.”

E dopo le riprese, Halle Beley e Javier Bardem (aka Ariel e Tritone) hanno commentato che girare in Sardegna è stata “la cosa più bella del mondo”, “un sogno per tutti noi.” Lo chiamerei “effetto Italia”!

Ora andiamo a scoprire quali sono le location della Sirenetta.
Qualche informazione utile: se volete visitare solo le location, senza fermarvi sulle spiagge, tutto l’itinerario è percorribile in una giornata.
Potete arrivare sia ad Alghero (da dove siamo partiti noi, quindi le tappe sono in ordine partendo da Alghero e andando verso Olbia) che ad Olbia, gli aeroporti più vicini ai luoghi del film. Se possibile, evitate l’alta stagione, fine maggio è il periodo ideale per andare, anche solo per passare 3/4 giorni in Sardegna.

Arroccato su un promontorio che domina il Golfo dell’Asinara, Castelsardo è uno dei borghi più suggestivi della Sardegna, fondato nel XII secolo dalla famiglia genovese dei Doria.
Con le sue mura antiche, il castello medievale e i vicoli in pietra che scendono verso il mare, ha offerto alla produzione de La Sirenetta uno scenario perfetto per rappresentare il villaggio del principe Eric. Sebbene molte inquadrature siano state integrate digitalmente, l’atmosfera autentica del borgo – tra bastioni, terrazze panoramiche e scorci sul porto – è ben riconoscibile nelle scene ambientate attorno al castello e nelle passeggiate di Ariel con Eric.
Oltre al castello dei Doria, soprannominato “castello bellavista” per i panorami che offre, che ospita il Museo dell’Intreccio Mediterraneo – tra i musei più visitati della Sardegna – meritano una visita anche la Cattedrale di Sant’Antonio Abate con il suo campanile affacciato sul mare – all’interno della quale si trova il piccolo museo del Maestro di Castelsardo, un pittore misterioso di cui non si sa nulla – e la famosa Roccia dell’Elefante, poco fuori dal centro storico.

Per celebrare l’uscita del film, sul borgo è stato realizzato – in collaborazione con Sardegna Film Commission – il più grande videomapping d’Italia, e uno dei più grandi al mondo, coinvolgendo un’area di 25000 mq, su cui sono state proiettate scene del film e uno spettacolo di suoni e luci utilizzando 16 sistemi di proiezione.
Qui trovate il video che è stato poi utilizzato per raccontare le location della Sirenetta e promuovere questa zona della Sardegna:

A pochi chilometri da Santa Teresa Gallura, Rena Majore è una lunga e selvaggia distesa di sabbia bianca, circondata da una pineta e da scogliere di granito modellate dal vento. Poco frequentata anche in alta stagione, ha conservato nel tempo un’atmosfera naturale e incontaminata, che l’ha resa una delle principali location della Sirenetta. Proprio qui è stata girata la celebre scena in cui Ariel salva Eric dopo il naufragio e lo porta a riva. Una curiosità: lo scoglio che si vede nelle scene non esiste nella realtà e non è neanche stato realizzato digitalmente. É stato costruito appostamente per le riprese e posizionato in acqua poco prima dell’arrivo del cast in Sardegna.
Rena Majore deve il suo nome all’estensione della spiaggia (“rena” in sardo significa sabbia) e alla sua imponenza rispetto alle baie vicine. Oggi è raggiungibile tramite un breve sentiero, perfetto per una breve passeggiata panoramica. Attenti però a non uscire dal sentiero: è severamente vietato toccare la sabbia in certi punti!

Incastonata tra scogliere e vegetazione mediterranea, Rena di Matteu è una piccola baia appartata nel territorio di Aglientu, a pochi minuti di auto da Rena Majore. Meno conosciuta e più intima, questa spiaggia conserva un fascino selvaggio grazie alla sua sabbia dorata, alle acque turchesi e al paesaggio ancora incontaminato. Nel live action della Sirenetta, è stata scelta come sfondo per la romantica corsa in carrozza tra Ariel ed Eric, una delle scene che celebra il loro legame crescente e l’emozione della scoperta reciproca.
Il litorale, modellato dal vento e dai secoli, offre prospettive spettacolari, ideali anche per chi ama passeggiare tra rocce granitiche e piccole calette. Per la sua tranquillità e per l’accesso non immediato, Rena di Matteu è ancora oggi un angolo autentico, lontano dagli affollamenti delle spiagge sarde. Inoltre, è perfetta in inverno per chi ama fare surf, grazie alle onda generate dal Maestrale!

Sul versante nord-orientale della Sardegna, nei pressi del Golfo degli Aranci, si apre Cala Moresca, una baia dal fascino selvaggio, circondata da promontori rocciosi e macchia mediterranea. Le sue acque trasparenti e i fondali ricchi di sfumature la rendono una meta ambita per escursioni e snorkeling. Come location della Sirenetta è stata utilizzata per ricreare il villaggio di pescatori ai piedi del castello di Eric, con riprese effettuate lungo la costa e nelle aree portuali (segui il sentiero che porta alla spiaggia per ritrovare il piccolo molo utilizzato nelle scene del villaggio marinaro).
La baia conserva un’atmosfera autentica e raccolta e non è così facile raggiungerla. Il parcheggio auto si trova a circa 500 metri dalla spiaggia, ed è il posto più vicino raggiungibile coi mezzi, oltre è possibile proseguire soltanto a piedi. Per raggiungere il parcheggio dovete arrivare fino alla stazione ferroviaria, superarla e costeggiate i binari fino a raggiungere l’area.

Nelle vicinanze si trova anche Capo Figari, area protetta e punto panoramico d’eccezione, da cui si gode una vista spettacolare su tutto il golfo.

Consiglio finale: andate a visitare questi posti tra Maggio, Giugno e nella seconda metà di settembre. Lo vivrete molto meglio e potrete terminare il viaggio con qualche giorno nella zona di San Teodoro, per godersi spiaggie bianche e un mare da sogno.

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