Il Natale mi riporta alla mente tante cose: luci, neve, regali, famiglia, cenoni… e mercatini.
Mercatini che accendono le città e i sorrisi in ogni parte del mondo, ognuno con la sua tradizione a volte anche millenaria…
Ogni anno sogno di poter andare a vedere i mercatini del nord Italia o del Nord Europa: con il loro freddo, la neve, e quella tradizione speciale che li distingue.
E’ un sogno che ho, ma l’atmosfera del Natale mi piace in ogni città, mi emoziono al solo pensiero di come potrebbero essere in questo periodo città come Londra o New York.
…E poi c’è un posto in particolare che AMO andare a vedere ogni anno.
Ci andai per la prima volta due anni fa, in un freddo pomeriggio di Gennaio (prima dell’Epifania, quando l’esposizione si conclude), e anche se Natale era passato, in mezzo a quella strada sembrava di riviverlo, che dovesse ancora arrivare. Cercare di descrive il Natale a San Gregorio Armeno è veramente difficile, la moltitudine di piccole e grandi botteghe, bancarelle, negozietti che affollano quell’antica via, che unisce via dei Tribunali a Spaccanapoli, è tanto omogenea quanto diversa.
Il Natale a San Gregorio Armeno
Ogni bottega ha la sua specialità, il suo modo di “fare presepe”: chi mostra pupazzi meccanici, chi statuine alte 1 metro, chi preferisce riprodurre i personaggi moderni.
La tradizione del presepe a Napoli nasce proprio da questo, dalla competizione che si scatenò nel XVIII secolo tra le famiglie ricche, a chi possedeva il presepe più bello, e intere stanze venivano riservate al presepe. Anche oggi è un po’ così, ma la competizione avviene tra le botteghe, anche se meno agguerrita e sicuramente più umana.
Come insegna Eduardo de Filippo in “Natale a Casa Cupiello”, a Napoli dire “non mi piace il presepe” è un’offesa imperdonabile.
Quando mi trovai a San Gregorio Armeno la prima volta fu emozionante. C’era ancora aria di festa, di Natale, di freddo. I bottegai accanto alle loro creazioni, esposte fuori dalla bottega, ci invitavano ad entrare, mostrandoci con orgoglio le loro creazioni, orgoglio che brillava loro negli occhi. Questa è una cosa che amo di Napoli: la cordialità e la semplicità della sua gente, che riesce anche a farti sentire un re.
Le statuine sono fatte con una perfezione impressionante, alcune hanno veri e propri vestiti cuciti su misura, le case e le botteghe sono ricostruite con tutti gli utensili e l’occorrente.

La cosa che più mi colpì però non furono tanto le riproduzioni perfette dei personaggi classici, quanto le statuine che rappresentavano personaggi moderni, più o meno illustri. Ne avevo sentito parlare, ma non immaginavo ne esistessero tanti, tutti diversi e di tanti tipi… altra prova che la fantasia dei napoletani non ha eguali. Da Maradona e Totò, immancabili in ogni bottega, da Berlusconi e Cavani. Tante caricature, serie e divertenti, tutte uguali e tutte diverse, che rappresentano, insieme alle statuine classiche, l’anima delle botteghe e dei loro proprietari, che svolgono un mestiere che si tramanda da generazioni.
Venni a sapere che ogni anno c’è una specie di votazione sul personaggio che più di tutti ha fatto parlare di sè, tanto da meritare un posto tra le statuine del vicolo più famoso di Napoli… Un po’ come per la copertina del Time!
Ma non solo statuine: davanti i miei occhi in ogni bottega si susseguivano anche casette, oggetti, alberi, sfondi, botteghe e tutto l’occorrente per costruirsi ogni cosa da sè o per ampliare il presepe. E tra queste, negozi di souvenir, di addobbi natalizi, di prodotti tipici. E io impazzii di fronte a tutte quelle creazioni artigianali natalizie, avevo voglia di comprare tutto, sembravo una bambina in un negozio di giocattoli. Per questo dopo quella prima volta, cerco di tornarci ogni anno… perchè i luoghi che fanno sentire bambini sono così rari che meritano di essere custoditi nel cuore e visitati almeno una volta l’anno, giusto per ringraziarli dell’emozione che regalano.
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