Sono stanca, distrutta, ma di quella stanchezza che ti fa essere contento, che ti fa sentire pieno e felice di andare a letto, ancora entusiasta.
La prima tappa del viaggio Tratturo Coast to Coast è andata: 26 (ma anche qualcosa in più) km a piedi, da Lucera a Motta Montercorvino.
Procediamo però per gradi. Voglio ringraziare prima di tutto i ragazzi di AttraversoIlMolise, che mi hanno dato la possibilità di vivere questo viaggio e, di conseguenza, anche fare una delle cose della famosa lista (la n.252, per l’esattezza). Il mio primo viaggio vero a piedi, un’esperienza unica.
Non solo è il mio primo viaggio a piedi, ma è anche la prima volta che viene percorso così il cammino del Regio Tratturo, con un gruppo organizzato che lo scopre tappa dopo tappa, e grazie al lavoro degli organizzatori, viene mappato e messo a disposizione di chiunque decida di volerlo percorrere in modo anche autonomo, come ha fatto Francesco Cimino, percorrendo il cammino in solitaria, alla scoperta di questa strada storica, simbolo del territorio.
Il Tratturo Coast to Coast è un cammino che segue le orme dei Sanniti, un popolo stanziato nell’alta Puglia, la Lucania, il Molise e il basso Abruzzo, che viveva principalmente di pastorizia: ed il cammino segue proprio i passi che i pastori facevano per portare il loro gregge al pascolo, o per i commerci.
La strada parte da Lucera, dalla sua piazzetta, dove ci viene consegnata la Carta delle Credenziali di Viaggio, una sorta di passaporto dove ogni borgo che verrà attraversato lascerà il proprio timbro. Una carta completamente illustrata a mano, dove sono rappresentati i simboli del cammino: animali, borghi, religione. Vi è rappresentato anche il percorso, così come era rappresentato sulle mappe del 1600, insieme ad una poesia : un ricordo davvero unico, quasi da incorniciare… se non sui muri di casa, sicuramente nella memoria. La poesia scritta accanto alla mappa, è quella che recitavano alle mogli i pastori che partivano tre giorni ogni quindici per portare le pecore al pascolo.
La prima tappa è stata la più difficile tra quelle che ho fatto. 26 assolatissimi km, ripagati dal piacere unico di scenari e paesaggi che sarebbe impossibile vedere in altro modo. Il sole, il contatto con la natura, la sfida con te stesso… e soprattutto la gente. Non solo i compagni di viaggio, ma quelle poche persone incontrate lungo il percorso e, soprattutto, la gente che ci accoglieva all’arrivo nel borgo. Meravigliosi, semplicemente.
Anche a Lucera, prima della partenza la Pro Loco Lucera ci ha fatto trovare pronta la colazione in piazza: ottimi muffins e fresco succo di frutta per caricarci di energia e augurarci buon viaggio. Ci hanno fatto sentire coccolati già alla partenza!
Ma le coccole migliori di tutti sono stati i sorrisi, i consigli, gli abbracci, gli in bocca al lupo. Il sentirsi importanti: questo da la carica migliore di tutte. Non serviva nemmeno presentarsi a tutti: si stava partendo per la stessa avventura, tutti avevamo un solo scopo: vivere questo viaggio fino in fondo, consumare i nostri passi alla scoperta di un’antica via. Persone di ogni età (non dimenticherò mai Luca, il mio esempio, il mio mito. Il più anziano, credo, del gruppo, oltre i 70 anni: non si è mai, mai lamentato, ha sempre camminato senza mai fermarsi, senza mai sembrare stanco. Ha tutta la mi ammirazione, e ce l’avrà per sempre), di ogni città, di ogni tipo. Un gruppo ben mescolato, e forse in questi casi anche questa è una sfida: vivere un viaggio così particolare insieme a sconosciuti, mettere le tue debolezze, mostrare i tuoi limiti a persone mai viste prima nella tua vita. Altra parte, meravigliosa, dei viaggi: la solidarietà, il doverti fidare per forza di uno sconosciuto, cosa ormai sempre più rara nelle situazioni normali.
Verso le 9 si parte da Lucera. Il primo giorno prevede uno dei percorsi più lunghi, 26 km, quasi tutti in piano, in mezzo a strade di campagna. Qui si scopre il Granaio d’Italia e le sue meraviglie. Pochi alberi e poca ombra, ma quando ci si guarda attorno ci si dimentica della fatica e del caldo. Non posso dire altro se non che ne vale la pena, ciò che si vive e si vede vale ogni singolo passo che si fa.
La prima sosta, all’ora di pranzo, si fa all’Azienda Agricola Frattetti, ex Masseria Ruggero. Pranzo a base di pasta e fagioli con le vongole, degustazione di salumi e formaggi, frutta, e vino della casa. Tutto preparato e prodotto da loro, tutto talmente buono che tutti abbiamo fatto il bis.
Dopo pranzo alcuni hanno approfittato di ogni superficie adatta a sdraiarsi: sedie, scale, tavole di legno, pavimento. Un bel sonno ristoratore, una rinfrescata, e via, si riparte di nuovo.
Nel secondo tratto lo scenario cambia leggermente. Iniziano a vedersi gli alberi, tratti di ombra. Qui abbiamo vissuto un’altra cosa che mi ha fatto sorridere e che mi è piaciuta. Abbiamo raccolto la frutta dagli alberi, albicocche e ciliegie, e l’abbiamo mangiata direttamente, appena raccolta. A casa, in città, quanti problemi ci facciamo? Laviamo, disinfettiamo, puliamo, controlliamo… e invece in viaggio, quando la fame e la stanchezza prendono il sopravvento, su tutto vincono i nostri istinti più naturali. Ed è bellissimo.
Il percorso del primo giorno termina con una lunga e ripida salita, che conduce alle porte della nostra prima tappa: Motta Montecorvino, un borgo situato su una collina che conserva ancora, al centro storico, la sua impronta medievale.
Ci accolgono con musica tipica e canti, saluti del sindaco che mette personalmente il timbro sulle nostre credenziali di viaggio, e con una cena preparata in piazza, insieme a tutti gli abitanti. Una vera e propria festa, ci si sente accolti come degli eroi (e noi un po’ eroi ci siamo sentiti, a sopravvivere alla giornata, al caldo e a tutti quei km a piedi…).
Facciamo una visita al Museo della Civiltà Contadina, dove è stata ricreata un’antica casa contadina in tutto e per tutto, con tanto di utensili. Contiene inoltre, una delle rarissime (una decina in tutta Italia) lapidi che Mussolini regalò nel 1935 a tutti i comuni italiani, in ricordo di tutte le ingiustizie subite dal Paese dalle altre nazioni, che si unirono contro di noi nella guerra in Abissinia.
Altra cosa da ricordare qui è la Ciupparella, un piatto tipico che consiste in agnello molto grasso cotto con vino e salvia. Squisito!
E, soprattutto, non può mancare una sosta sotto la Quercia di San Luca simbolo del comune. Un albero di oltre 800 anni, tra i più antichi di tutta la Capitanata, inserita nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia.
Finalmente arriva l’ora di andare a dormire. E non c’è niente di più bello dell’andare a dormire stanchi di emozioni, sentendosi pieni di sensazioni.
E questo, durante il Trattuto Coast to Coast, succede ogni giorno.
Consigli di viaggio: Portate tanta, tanta, tanta acqua. Non solo da bere, ma anche per rinfrescarvi durante il viaggio, da mettere su polsi, fronte, collo.
Coprite bene la testa, evitando magari cappelli o fasce di colore nero, che attira il sole.
Portatevi dietro frutta secca: non appesantisce e carica di energie.
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