Il 69° Taormina Film Festival e l’anteprima italiana di “Indiana Jones e il Quadrante del Destino” (e la recensione del film)

Dal 23 giugno al 1 luglio 2023 si tiene a Taormina la 69° edizione del Taormina Film Festival, il festival cinematografico nato nel 1955 dall’idea di alcuni amici di valorizzare il territorio siciliano attraverso il cinema.

Quest’anno ho avuto la possibilità di partecipare come addetta stampa ed è stato entusiasmante ed emozionante. Scoprire il dietro le quinte dei festival, assistere alle anteprime dei film, partecipare alle masterclass… una full immersion che arricchisce mente e spirito.
Il festival ha un programma ricchissimo, soprattutto riguardo le proiezioni: tra la Casa del Cinema e il Palazzo dei Congressi, vengono trasmessi per tutta la durata del festival alcuni dei film più famosi della storia del cinema, come City Lights di Charlie Chaplin, Shining di Stanley Kubrik, The Blues Brothers di John Landis, Monthy Piton ‘s Life of Brian (Brian di Nazarerth) di Terry Jones, Harry Potter e la Pietra Filosofale di Chris Columbus, Un Americano a Parigi di Vincent Minnelli, 2001 Odissea nello Spazio di Kubrik e moltissimi altri ancora, tutti in lingua originale sottotitolati in italiano.

Inoltre – parte altrettanto importante del programma del Festival – alcuni registi tengono delle masterclass in cui raccontano la loro esperienza per aiutare chi vuole intraprendere un percorso così bello e difficile. Ma andiamo con ordine…

69° Taormina Film Festival: Indiana Jones e il Quadrante del Destino

Nella splendida cornice del Teatro Antico di Taormina, il cast principale – in persona! – di Indiana Jones ha presentato il film: Harrison Ford, Mads Mikkelsen e Phoebe Waller-Bridge.
L’evento è stato organizzato da Walt Disney Italia e sul palco ha fatto un saluto anche Walter Frigo, presidente di Walt Disney Italia.
Voglio spendere qualche parola su Mads Mikkelsen: un attore che ho sempre apprezzato molto per le sue abilità recitative e che dal vivo, sul palco, si è dimostrato simpaticissimo oltre che molto affascinante. Quando gli hanno chiesto come si è sentito quando è stato contattato per far parte del film, la sua risposta è stata:

“Bene, mi sono sentito bene… avrei fatto anche la parte di un gatto o di una macchina! […] Da piccolo vedevo Indiana Jones e sognavo di vivere quelle avventure, di diventare Indiana Jones e ora finalmente ho fatto… Il nazista, il cattivo.”

L’organizzazione del Festival ha poi omaggiato gli attori con una piccola sorpresa: uno spettacolo pirotecnico ad accompagnare alcune immagini del film (potete vederlo sulle stories a questo link). Indiana Jones e il Quadrante del Destino, al cinema dal 28 giugno, è l’ultimo film della saga di Indy ed è diretto da James Mangold, prodotto da Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel. Steven Spielberg e George Lucas sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta da John Williams, autore delle musiche di ogni avventura di Indiana Jones a partire dal primo film della saga – I predatori dell’arca perduta – nel 1981.

Il vero protagonista dei Indiana Jones e il Quadrante del Destino è il tempo.
Inizia nel passato, quando un giovane Indy si infiltra tra i nazisti per recuperare un antico reperto ma viene scoperto e deve fuggire. Un salto temporale ci porta poi al 1969 e qui il tempo è protagonista in un altro senso: è la malinconia del tempo che è passato, dell’avventura che non c’è più per il professor Jones. Ora la sua quotidianità sono le lezioni all’università fatte con poco entusiasmo, gli studenti che non lo ascoltano e la classica, rassicurante, routine del “posto fisso”. Routine in cui una giovane – Phoebe Waller-Bridge, dinamica e versatile, interpreta una figura femminile completamente diversa dal solito – irrompe a portare scompiglio. Qui il tempo è rappresentato dal passaggio del testimone: lei è la figlia dell’archeologo che scappò da quel treno di nazisti insieme ad Indy e cerca lo stesso reperto che il padre e il professore tentarono di recuperare da quel treno e che ha portato il padre di lei alla pazzia. Nulla potrebbe far credere all’ormai non più giovane e aitante Indiana, che quell’evento sconvolgerà la sua vita e il suo tempo, riportandogli contro un vecchio nemico – ancora i nazisti – brillantemente interpretato da Mads Mikkelsen, che nella parte del cattivo non delude mai.
Un finale avventuroso e diverso del solito, che osa molto rispetto ai precedenti, forse per chiudere (davvero?) in bellezza la saga.

69° Taormina Film Festival: la masterclass con John Landis

Come dicevo, un altro punto di forza del Festival sono le masterclass. Ho avuto il privileggio di assistere a quella di John Landis sulla Commedia nel cinema ed è stato, per me, il momento più entusiasmante del Festival. John Landis è veramente un mito, lo specchio dei suoi film. Ha raccontato parte della sua vita e delle sue avventure e ha trasmesso pura gioia di vivere ed energia positiva. Un’ispirazione ancor prima di essere uno dei registi – attore e sceneggiatore – più affermati di Hollywood.

Nato a Chicago, la sua famiglia si è trasferita a Los Angeles quando lui aveva appena quattro mesi, quindi si considera a tutti gli effetti un Angelenos.
A 9 anni vide al cinema “Il 7° viaggio di Sinbad” – uno dei più grandi successi al botteghino che consacrò gli effetti speciali in stop-motion – e rimase talmente affascinato da come il cinema potesse creare mondi e storie, che corse a casa e chiese alla madre come poteva fare per riuscire anche lui a creare quei mondi. La sua risposta fu “Devi fare il regista” e da quel giorno John ha speso ogni energia e ogni fondo per realizzare quel sogno. A 16 anni andò alla 20th Century Fox a chiedere un lavoro, mentendo sull’età, e gli offrirono un posto come porta lettere, che lui accettò. Iniziò anche a rispondere alle lettere di Raquel Welch, che l’attrice riceveva dai soldati impegnati in Vietnam, e divenne bravissimo a falsificare la sua firma e a rispondere ai militari, convinti di parlare davvero con lei (una volta a uno di loro inviò anche un reggiseno preso dal reparto costumi).
Raggiunti i 19 anni, chiese alla Fox un vero lavoro nel cinema e loro risposero che se fosse riuscito a raggiungere Belgrado, dove stavano girando “I Guerrieri”, glielo avrebbero dato. Così lui speso 800$ per un biglietto solo andata per Londra, convinto si trovasse vicino a Belgrado. Scoprì la verità sulla distanza tra le due città una volta arrivato lì e alcuni hippie lo aiutarono ad avvicinarsi tramite l’autostop. Erano però i tempi della Cortina di Ferro ed entrare nell’allora Jugoslavia era impossibile, così gli suggerirono di farlo clandestinamente legandosi sotto ad un treno. Incredibilmente, lo fece e sopravvisse ma una volta giunto a destinazione gli dissero che per poter avere il lavoro sarebbe dovuto entrare legalmente nel Paese, perciò fu costretto ad uscire di nuovo, illegalmente, e poi rientrare legalmente. Fu così ottenne il suo primo lavoro.

Dopo, passò l’esame di aiuto regista col punteggio migliore di tutti ma gli fu negato il contratto perché non era laureato. Chiese come poteva fare allora per diventare regista e gli dissero che l’unico modo era produrre un film. E così fece, creando il bruttissimo – secondo lui – Slok, nel 1973, finanziandolo metà lui stesso e metà grazie ai soldi che gli prestarono amici e parenti. Nonostante il fallimento però, ora aveva prodotto il suo film e poteva considerarsi a tutti gli effetti un regista.
E dalla sua mente nacquero alcuni dei più grandi capolavori del cinema: The Blues Brother, Una poltrona per due, Il principe cerca moglie, Animal House e moltissimi altri.

In conclusione, il Taormina Film Fest è uno scrigno di opportunità – in una location meravigliosa – per imparare dai più grandi ma anche per conoscere in anteprima la stagione cinematografica che ci attende.
Imperdibile per appassionati e addetti ai lavori.

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