In occasione del Veterans Day, che si festeggia ogni anno l’11 novembre, abbiamo avuto modo di celebrare la giornata insieme all’American International Club of Rome e altri club americani di Roma, ritornando al Sicily-Rome American Cemetery, il cimitero americano di Nettuno dove sono seppelliti i soldati (e non solo) che hanno perso la vita durante la Campagna d’Italia negli sbarchi in Sicilia, Salerno e Anzio.
É stato emozionante trovarsi qui in una giornata così importante per gli Americani, sempre molto legati alle loro forze armate. Abbiamo partecipato ad un tour guidato del cimitero e assistito alla 13-folds flag ceremony, la cerimonia di piegatura della bandiera americana. Ma andiamo con ordine.
Il Veterans Day: cos’è, perché si celebra
Il Veterans Day si celebra in America – ma anche in Canada, Australia e Regno Unito, anche se in giorni diversi – ogni anno l’11 novembre, in onore dell’ “undicesima ora, dell’undicesimo giorno, dell’undicesimo mese” in cui entrò in vigore l’armistizio che mise definitivamente fine alla Prima Guerra Mondiale (erano le 11 dell’11 novembre 1918, anche se la fine ufficiale della guerra arrivò sette mesi dopo).
Nel novembre 1919, il presidente Wilson proclamò l’11 novembre la prima commemorazione dell’Armistice Day (il nome della festività cambiò nel 1954 dopo che gli Stati Uniti combatterono altre due guerre: la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra di Corea) con le seguenti parole:
“Per noi in America le riflessioni del Giorno dell’Armistizio saranno piene di solenne orgoglio per l’eroismo di coloro che sono morti al servizio del Paese, e di gratitudine per la vittoria, sia per ciò da cui ci hanno liberato sia per l’opportunità che hanno dato all’America di mostrare la sua simpatia per la pace e la giustizia nel consiglio delle nazioni.”
La giornata divenne festa ufficiale solo nel 1938, con una legge apposita e dal 1954 la giornata serve ad onorare tutti i veterani delle guerre combattute dagli Stati Uniti, per il loro patriottismo e l’amore per la patria.
Qual è la differenza con il Memorial Day che si celebra a Maggio?
Sia il Veterans Day che il Memorial Day onorano la comunità militare degli Stati Uniti, ma le due festività hanno scopi diversi e le loro origini sono radicate in due diverse guerre.
Il Veterans Day era originariamente chiamato Armistice Day, viene celebrato ogni 11 novembre e onora tutti coloro che hanno prestato servizio nelle forze armate statunitensi.
Il Memorial Day affonda le sue radici nella guerra civile e onora specificamente coloro che sono morti durante il servizio militare degli Stati Uniti. È stato originariamente creato per onorare i soldati che hanno combattuto nella guerra civile, ma, come il Veterans Day, è stato successivamente ampliato per includere coloro che sono morti in tutte le guerre. Il Memorial Day era originariamente chiamato Decoration Day e veniva celebrato il 30 maggio. Era il giorno in cui le persone decoravano le tombe dei soldati morti nella guerra civile, sia i soldati dell’Unione che quelli della Confederazione. Una tradizione ancora oggi diffusa in tutto il paese. Nel 1971 il Congresso ha spostato la festa ufficiale all’ultimo lunedì di maggio.
Storia e curiosità del Sicily-Rome American Cemetery
Questi uomini morirono valorosamente ed eroicamente, dando la vita affinché i popoli d’Europa potessero essere liberati dalla tirannia… ora riposano tranquilli e sicuri nell’amico suolo d’Italia. Possa il nostro grande debito verso di loro, e verso tutti gli altri che sono morti per la causa della libertà, servire da ispirazione a tutti i popoli, affinché si dedichino alla libertà e ad una pace duratura.
Con queste parole, nel 1956, il presidente Eisenhower dedicò il cimitero americano di Nettuno a tutti i militari che morirono nella Campagna d’Italia (sbarco e liberazione della Sicilia a luglio e agosto del 1943; sbarco a Salerno a Settembre 1943; sbarco ed occupazione di Anzio tra Gennaio e Maggio 1944) e che qui furono seppelliti.
Il terreno ora occupato dal cimitero, è quello in cui avanzò la 3° Divisone di Fanteria degli Stati Uniti dopo lo sbarco di Anzio a Gennaio del 1944. Inizialmente era un cimitero di guerra temporaneo, messo su due giorni dopo che l’unità del VI Corps sbarcò sulla vicina spiaggia.
Ci sono oggi 7861 tombe – appena il 35% dei caduti nella Campagna d’Italia – distinte secondo la religione (la Stella di David per gli ebrei, la Croce per i cattolici) ma non secondo il grado: come tutti i cimiteri dell’ABMC – American Battle Monuments Commission – ufficiali e semplici soldati sono sepolti fianco a fianco.
Non solo soldati morti in battaglia però, ci sono anche le infermiere che hanno affiancato i soldati e soldati morti senza un fucile in mano.
Sono tante le storie che il cimitero ha da raccontare.
Come quella della squadra che ha perso sei soldati su otto e sono stati tutti sepolti vicini.
O quella dei due gemelli: uno morto in battaglia, l’altro alla fine della guerra in un incidente d’auto sulla sua camionetta (pensate che brutto, sopravvivere a due guerre, alle battaglie, e poi morire per un incidente d’auto a guerra finita, indossando ancora la divisa…). Anche loro sono stati sepolti vicini.
O le storie delle 60 donne che hanno dato la vita per curare i feriti, in particolare quella del Secondo Luogotenente Ellen G. Ainsworth, che diresse l’ospedale sul campo di battaglia con estremo coraggio e calma, instilando sicurezza e forza in chi le stava intorno, riuscendo così a salvare diverse vite prevendo panico e ferite peggiori, tutto direttamente sul campo.
Perché seppellirli qui e non in America, a casa? Fu chiesto alle famiglie dei caduti cosa preferissero fare, se lasciarli in Italia o riportarli in Patria, ma quasi tutti scelsero di lasciarli qui, nel luogo in cui avevano dato la vita. Il cimitero è territorio italiano, nonostante sia gestito dalla ABMC e, di conseguenza, chi ci lavora è dipendente del governo americano.
Visitare il Sicily-Rome War Cemetery: cosa vedere
Il cimitero americano, oltre che un luogo di pace e di preghiera, è anche un posto dove scoprire molto sulla storia della Seconda Guerra Mondiale e non solo.
Il Visitor Center è un ottimo punto di partenza per questo percorso di scoperta e si trova proprio all’ingresso. Aperto nel 2014, accoglie un’esibizione permanente che racconta – tramite display interattivi, mappe, fotografie, reperti e un breve film – la Campagna d’Italia e l’impegno americano durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli schermi interattivi raccontano non solo le operazioni nel Sud Italia, ma anche alcune delle storie degli uomini e delle donne sepolti nel cimitero, per ricordare le loro vite e le loro gesta. La visita si conclude alla Sacrifice Gallery, dove sono onorati i soldati, i medici e le infermiere che sacrificarono la loro vita alla Patria durante la guerra.
Qui si possono incontrare anche gli impiegati, le guide e i custodi del cimitero, sempre disponibile a rispondere a qualsiasi domanda. Noi abbiamo fatto la visita guidata con Luca, che è stato veramente straordinario: preparato, appassionato, ha saputo raccontare tutto in modo coinvolgente.
Lasciato alle spalle il Visitor Center, incamminandosi verso l’area centrale del cimitero, la prima cosa che si nota è la reflecting pool, un laghetto di forma ellittica con al centro un piccolo giardino che accoglie un monumento funebre di travertino a forma di sarcofago circondato da cipressi. É tutto in puro stile americano, con dettagli all’italiana.
Superata l’area delle sepolture, con le sue croci bianche ordinate fatte di marmo di Lasa, si arriva al Memoriale, una vera e propria opera d’arte. Guardato da due bandiere americane, sulla facciata si notano subito le due sculture chiamate “Remembrance”, che raffigurano un angelo in volo sopra il cimitero con in mano una corona di alloro.
Saliti i pochi scalini, oltre le colonne ci si ritrova di fronte alla scultura “Brothers in Arms”, che raffigura due soldati a braccetto: un uomo dell’esercito (Army) e un altro della Marina/Aeronautica (Navy). La statua (nella seconda foto dell’articolo) simboleggia l’unione e la cooperazione di queste due forze, fondamentale durante la Guerra. L’opera è di Paul Manship, un artista di New York, ma è stata creata nella Fonderia Battaglia di Milano.
Alla sinistra della statua, sul muro si trova la targa commemorativa che rappresenta l’importanta che gli Stati Uniti danno a questo luogo.
Proprio accanto alla targa si accede alla Cappella. Le mura, in marmo di Carrara, sono scolpiti con i nomi dei 3095 dispersi o finiti sepolti in mare, morti durante le battaglie. Per ognuno è scritto nome, grado e Stato.
In fondo si trova l’altare con il trittico, bellissima opera sempre di Paul Manship.
La particolarità più bella della cappella è il suo soffitto. Ideato da Gugler, Kimball&Husted e realizzato da Manship e Bruno Bearzi, rappresenta i segni zodiacali, le costellazioni e i pianeti nella posizione esatta in cui si trovavano alle 2 del mattino del 22 Gennaio 1944, data e ora in cui le prime truppe americane sbarcarono sulla spiaggia di Anzio. A luci spente, si accendono le stelle più rappresentative di ogni costellazione.
Dalla parte opposta alla Cappella si trova la Map Room. Al centro della stanza si trova un tavolo in bronzo circolare, dove è scolpita una mappa dell’Italia, circondata dal mare – un mosaico di marmo dalle diverse sfumature di blu – su cui è raffigurato il percorso che volevano seguire le truppe americane.
Le mappe sulle pareti – della Sicilia, del litorale laziale, e del Sud Italia – invece sono realizzate con una tecnica antica, molto usata nel medioevo: l’affresco, ovvero la miscelazione dei pigmenti con l’intonaco man mano che viene applicato sulla parete.
Infine, ci sono i due piccoli giardini. Nel giardino Sud è di rilievo la statua in bronzo di Orfeo a riposo, mentre il giardino Nord è molto più particolare: ricco di fiori, ci sono rappresentate le stelle americane, alla fine delle quali si trova una fontana circolare di granito.
The 13-folds flag Ceremony
La cerimonia delle 13-piegature, come si potrebbe tradurre in italiano, è una cerimonia tradizionale durante i funerali o le celebrazioni per i veterani. il rettangolo blu contenente le stelle sulla bandiera americana, rappresenta gli Stati che i veterani hanno servito indossando l’uniforme. Quindi durante queste cerimonie la bandiera viene ammainata, piegata a triangolo e tenuta sotto controllo per tutta la notte come tributo ai defunti onorati. La mattina dopo viene portata fuori e issata come simbolo di fede nella resurrezione del corpo.
Perché proprio 13 volte?
Perché rappresenta gli stessi principi religiosi su cui sono stati originariamente fondati gli Stati Uniti:
- La prima piega è un simbolo di vita;
- La seconda piega è un simbolo della fede nella vita eterna;
- La terza piega è fatta in onore e ricordo del veterano che ha lasciato i ranghi e che ha dato una parte della sua vita per la difesa del Paese;
- La quarta piega rappresenta la natura più debole dell’uomo e la fiducia in Dio;
- La quinta piega è un omaggio agli Stati Uniti. Nelle parole di Stephen Decatur: “Il nostro paese è sempre il nostro paese, giusto o sbagliato che sia”;
- La sesta piega rappresenta il cuore degli americani, col quale giurano fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti d’America e alla repubblica che essa rappresenta;
- La settima piega è un tributo alle forze armate, perché è attraverso di esse che si protegge il Paese e la bandiera contro tutti i nemici, che si trovino all’interno o all’esterno dei confini;
- L’ottava piega è un tributo a colui che è morto, affinché possa vedere la luce;
- La nona piega è un tributo alla femminilità e alle madri. Perché è stato attraverso la loro fede, il loro amore, la loro lealtà e devozione che il carattere degli uomini e delle donne che hanno reso grande questo Paese è stato plasmato;
- La decima piega è un tributo al padre, perché anche lui ha donato i suoi figli e le sue figlie per la difesa del nostro Paese;
- L’undicesima piega rappresenta la parte inferiore del sigillo del re Davide e del re Salomone e glorifica il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe;
- La dodicesima piega rappresenta un emblema dell’eternità e glorifica Dio Padre, Figlio e Spirito Santo;
- La tredicesima e ultima piega: quando la bandiera è completamente piegata le stelle sono in alto, e ricordano il motto nazionale: “In God We Trust”.