Copenaghen è stata la prima tappa del nostro breve on the road in Danimarca sulle tracce dei Vichinghi. Una città piccola e a misura d’uomo ma ricca di cose da fare e da vedere, tanto che due giorni non sono assolutamente sufficienti per visitarla, soprattutto se come noi optate anche per la caccia ai giganti (nei dintorni di Copenaghen).
Come dico sempre, il viaggio è lo specchio della persona, quindi questo nostro brevissimo itinerario è basato su quello che noi abbiamo scelto di vedere in così poco tempo ma Copenaghen ne ha per tutti i gusti. Se davvero volete gustarvi un po’ la città, vi consiglio di restare almeno tre giorni pieni e dedicare il quarto alla Caccia ai Giganti.
Cosa vedere a Copenaghen: arrivare dall’aeroporto al centro città
L’aeroporto di Kastrup è il maggiore della Danimarca e tra i primi 20 in Europa. Dista circa 10 km dal centro di Copenaghen.
Se avete acquistato la Copenaghen Card, potete ritirarla al Terminal 3 e includere già il viaggio fino al centro città. Oppure, potete scaricare l’app della card e attivarla direttamente da lì con il numero di conferma che vi verrà inviato via mail dopo l’acquisto sul sito.
Potete acquistare la card con una validità da minimo 24 ad un massimo di 120 ore. Per 24 ore, quello che servirà per il nostro itinerario, il costo è di 57€ (per ogni adulto sono inclusi 2 bambini sotto i 10 anni. A questo link potete trovarla con un leggero sconto) a persona e include tutti i mezzi di trasporto, l’ingresso ai Tivoli Garden, moltissime altre attrazioni e tanti sconti anche in diversi ristoranti (tra cui l’Hard Rock Cafè!). Sul sito trovate anche un comodo calcolatore per capire quanto potete risparmiare acquistandola.
A proposito di cosa vedere a Copenaghen, già dall’aeroporto potete iniziare ad ammirare le panchine (Bench) storiche della città: ce ne sono 2500 e i danesi siedono su queste belle sedute in ferro battuto dal 1887, per rilassarsi o ammirare ciò che li circonda (e, per quelle che si trovano ora in aeroporto, attendere il bagaglio).
Per raggiungere il centro città dall’aeroporto ci sono diverse possibilità:
Metro: secondo me il modo più veloce ed economico. Il biglietto costa appena 5€ (se non avete la Copenaghen Card) e la linea M2, che parte da sotto il Terminal 3, in 15 minuti vi lascia direttamente a Nørreport, al centro città.
Treno: dall’aeroporto passa anche il treno che arriva alla Stazione Centrale di Copenaghen (Hovedbanegård). La stazione si trova sempre nel Terminal 3 e il biglietto è lo stesso della metro. Il viaggio dura sempre 15 minuti circa ma le corse sono meno frequenti rispetto a quelle della metro.
Autobus: allo stesso prezzo di treno e metro, offre un servizio più lento. Ci sono diverse linee e la più frequentata è la 5C, che passa sia per la stazione centrale che per Nørreport.
Hotel a Copenaghen: dove dormire
Copenaghen è una delle città più care d’Europa (la Danimarca è seconda alla Svizzera) e trovare un albergo carino ed economico non è semplice. Noi siamo stati al Go Saga Hotel, un 2 stelle centrale – dista 5 minuti a piedi dai Tivoli Gardens ed è praticamente dietro la stazione centrale – senza troppe pretese, ma la camera era essenziale, comoda e pulita, con bagno privato. Il personale gentile e sempre a disposizione. Uniche cose da segnalare: l’ingresso è stretto e ci sono delle scale, se avete il passeggino tenetene conto; il parcheggio nei dintorni è tutto a pagamento ed è caro.
Cosa vedere a Copenaghen: primo giorno, i classici
Nelle nostre 24 ore in città abbiamo scelto di seguire i classici, le attrazioni simbolo della città che, anche se molto turistiche, non si possono perdere.
Prima tappa: la Sirenetta, lungo la passeggiata Langelinie.
Sentivo molti dire di essere rimasti delusi quando si sono trovati di fronte la statua simbolo della capitale danese, perché molto più piccola delle aspettative (molti lo dicono anche di Lady Liberty!). Personalmente mi è piaciuta tantissimo. L’ho trovata delicata, romantica, elegante. Piccola, sì, ma chi ha mai detto che le sirenette sono giganti?
La statua, fu commissionata nel 1909 dal figlio del fondatore della Carlsberg, Carl Jacobsen, rimasto impressionato dall’opera di Andersen che vide rappresentata a teatro. Fu realizzata dall’artista Edvard Eriksen, che usò come modella la moglie Ellen Price (prima ballerina dell’opera che vide Jacobsen, che pare si innamorò in realtà proprio dell’interpretazione di lei), rappresentando la Sirenetta nel momento della trasformazione da sirena a essere umano. A differenza della versione della Disney, la favola di Andersen non finisce affatto bene ed è molto più brutale (se non la conoscete, potete acquistare il libro qui). La statua secondo me rappresenta benissimo la malinconia dell’eterna attesa dell’amore.
Venne mostrata al pubblico per la prima volta nel 1913 ma all’inizio non riscosse molto successo. Iniziò ad attirare interesse quando, anni dopo, alcune foto vennero pubblicate su di una rivista americana. Fu vandalizzata più volte (nel 2003 tentarono addirittura di farla esplodere), tanto da costringere la città a togliere la statua originale per metterla al sicuro, anche se secondo una leggenda la statua originale in realtà non fu mai esposta ma venne nascosta in un luogo segreto e al suo posto fu utilizzata da subito una copia. Considerando tutti gli atti vandalici che ha subito, spero la leggenda sia vera!
Una curiosità: nel 2012 gli artisti Elmgreen e Dragset hanno creato un “sirenetto”, una statua quasi uguale a quella della Sirenetta ma in versione uomo. Si trova a Helsingor ed è posizionata di fronte al mare, al porto, in modo da guardare verso la sorella.
Dopo il saluto d’obbligo alla Sirenetta, abbiamo proseguito verso Nyhavn, il “porto nuovo”.
Qui, al numero 67 e al numero 18, tra il 1845 e il 1864 ha vissuto Hans Christian Andersen, oggi ricordato da una targa posta fuori la sua vecchia abitazione.
Nonostante il nome, in realtà è l’antico porto della città, costruito tra il 1670 e il 1673 dai prigionieri di guerra svedesi. Fulcro del commercio marittimo, era la zona più losca della città, famosa per la birra, le prostitute e frequentata soprattutto dai marinai.
Oggi le storiche case colorate affacciate sul canale nel quale sono ormeggiate le antiche barche di legno, le luci e i riflessi, ne fanno una delle zone più caratteristiche e frequentate della città. Viene definito anche il “più grande bar della Scandinavia” grazie ai numerosi cafè, ristoranti e locali che vi si trovano.
Cosa vedere in particolare lungo il Nyhavn? Il Mindeankeret, il monumento a forma di ancora dedicato ai marinai caduti durante la Seconda Guerra Mondiale; il Veteran and Ship Museum Harbor, le storiche barche esposte lungo il canale; infine lo storico Hotel 71 Nyhavn, costruito come magazzino dal mercante Ole Bernt e il capitano Just Ludvigsen nei primi anni del 1800, trasformato in hotel nel 1970 e tutt’ora icona storica di Copenaghen.
In alternativa, potete visitare il centro storico con un Free Walking Tour, oppure una crociera lungo i canali, più breve e particolare.
Dopo pranzo (abbiamo mangiato all’Hard Rock Cafè, perché chi ci segue sa che uno dei nostri obiettivi è quello di provare tutti i Local Legendary del mondo), siamo andati a visitare la Città Libera di Christiania.
Christiania è una vera e propria città indipendente, un esperimento sociale unico al mondo, con tanto di bandiera (tre dischi gialli su fondo rosso) e inno (I kan ikke slå os ihjel dei Bifrost, che significa “Non potete ucciderci”). È stata fondata a settembre del 1971, quando un gruppo di hippy occupò l’area militare della caserma Bådsmandsstræde, alle porte di Copenaghen, inutilizzata e abbandonata da dopo la Seconda Guerra Mondiale. Fu dichiarato subito territorio autogestito dagli abitanti ma solo dopo diversi anni e varie vicissitudini, fu considerato tale anche dal governo.
Cosa vedere all’interno della Città Libera? Pusher Street è la via principale e si, è proprio ciò che suggerisce il nome: ci sono dei chioschetti che vendono hashish. Ci sono anche negozi di artigianato, laboratori artistici, bar, ristoranti… come in ogni vera e propria città. Gli edifici sono colorati e ricchi di Street Art, altro lato che l’ha resa famosa.
Segnalo che all’interno di Christiania ci sono diverse regole da seguire e che la polizia non ha libero accesso all’interno della città, quindi è molto importante che le regole vengano seguite (le trovate all’ingresso sui cartelli “Do’s” e “Don’t”). È vietato – oltre al furto, la violenza, le droghe pesanti, le automobili e le moto, i fucili, i coltelli, i giubotti antiproiettili, cose che credo nessuno abbia intenzione di fare o portare – anche correre, parlare al telefono e scattare fotografie. Di foto ne vedo parecchie in giro ma noi abbiamo voluto evitare, perché sono state segnalate anche aggressioni ai turisti con la macchina fotografica al collo (sono vietate anche quelle con lo smartphone. Quella che vedete sopra l’ho fatta con l’Iphone dall’esterno della città).
Infine abbiamo concluso la giornata ai famosi Tivoli Gardens.
Inaugurato il 15 agosto 1843, è il terzo parco divertimenti ancora in funzione più antico al mondo. Pare che Georg Carstensen, il fondatore di Tivoli, ottenne da Re Cristiano VIII una licenza valida cinque anni per costruire il parco, convincendolo che “Quando la gente si diverte, non pensa alla politica”.
Oggi l’attrazione più famosa del parco sono le Rutschebanen, le montagne russe in legno costruite nel 1914. Bellissimo anche il Dæmonen, che gira in loop raggiungendo i 77 km orari simulando un volo nell’antica Cina, dove si incontrano anche draghi e demoni. O ancora lo Star Flyer, che sale per 80 metri e dà l’impressione di volare, o lo storico Ballongyngen, la ruota panoramica da cui si può ammirare Copenaghen dall’alto. Per gli amanti dell’adrenalina ci sono anche Mælkevejen, un ride nella galassia, e Aquila, dove si sale a bordo di un’aquila e da 11 metri di altezza si osserva il mondo sotto sopra.
E per i bambini? Tutto il parco è, in generale, un’attrazione meravigliosa che incanta grandi e piccoli. Noi lo abbiamo visto ancora addobbato per Natale ed è stato come entrare in una favola: luci, pupazzi di neve, negozi di caramelle con vetrine colorate che sembravano uscite da un libro sul natale. Ma anche tutta la zona dedicata alla Cina o quella stile vecchio villaggio danese… un vero incanto dall’ingresso in poi. In particolare per i bambini c’è l’aria Petzi’s World, 1300 mq interamente dedicati ai più piccoli.
All’interno del parco ci sono circa 50 ristoranti (qui abbiamo assaggiato le tipiche Smørrebrød, la versione danese della bruschetta in pratica), tra cui lo storico Nimb, aperto dal 1909.
Il Tivoli è anche uno dei parchi divertimento in assoluto più rispettosi dell’ambiente: è interamente alimentato dal parco eolico di Advedore della Dong Energy e utilizza dal 1999 un sistema di riciclaggio dei bicchieri che permette di risparmiare 1,4 milioni di bicchieri di plastica l’anno.
Cosa vedere a Copenaghen: secondo giorno, la caccia ai giganti
Se avete voglia di fare qualcosa di insolito, divertente e di scoprire i dintorni di Copenaghen e i bellissimi luoghi naturali che circondano la città, la caccia ai Sei Giganti Dimenticati è perfetta (anche per i bambini) e vi impiegherà l’intera giornata.
Forgotten Giants è un progetto di Thomas Dambo (qui il sito ufficiale) che vuole portare l’arte fuori dai musei e far scoprire luoghi belli ma troppo spesso trascurati. Le sei sculture sono tutte realizzate con legno riciclato e rappresentano solo il primo capitolo della “Grande storia del piccolo popolo e dei troll giganti” che Dambo vuole raccontare.
Le sei creature gentili si trovano nei comuni di Rødovre, Hvidovre, Vallensbæk, Ishøj, Albertslund e Høje Taastrup e per trovarli bisogna fare una vera e propria caccia al tesoro, perché è possibile vederli solo individuando un’incisione posta nei paraggi di ognuno di essi, su cui ci potrà essere una mappa o una poesia con degli indizi che portano al luogo esatto in cui si trova il gigante.
I sei giganti sono: l’Amichevole Teddy (Friendly Teddy), Oscar Sotto Al Ponte (Oscar Under the Bridge), l’Addormentato Louis (Sleeping Louis), Piccolo Tilde (Little Tilde), Thomas sulla montagna (Thomas on the Mountain) e Trine sulla Collina (Hilltop Trine).
Passerete per foreste, spiagge e colline, luoghi assolutamente fuori da qualunque percorso turistico ma bellissimi e che vale assolutamente la pena di vedere (oltre al divertimento della caccia al tesoro). Consiglio assolutamente di inserirla come cosa da fare in un viaggio a Copenaghen!
Non c’è un ordine preciso per vedere i giganti e il percorso può essere diviso anche in più giorni, perché i luoghi in cui si trovano sono davvero belli ed è facile scegliere di fermarsi per esplorarli meglio. Decidete in base ai vostri ritmi e al tempo a disposizione (e a quello metereologico)!