Le Marche sono un concentrato di bellezza. Una regione – troppo spesso messa da parte per mete più popolari – che ha moltissimo da offrire, a partire dal suo miglior pregio: l’ospitalità. Visitarla è ogni volta una splendida sorpresa e Cingoli si è rivelato uno dei suoi luoghi più suggestivi, meta perfetta per tutte le stagioni.
Borgo storico tra i più belli d’Italia, Cingoli è soprannominato il “Balcone delle Marche” perché dalle sue mura medievali lo sguardo abbraccia gli spettaccolari panorami di tutta la regione: dagli Appennini Umbro-Marchigiani e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini (i quali offrono anche tanti suggestivi itinerari in moto) fino al blu dell’Adriatico, passando per la vivace distesa verde delle colline e i luminosi riflessi del Lago di Cingoli. Il nome stesso del paese ha un sapore romantico: viene dal latino e significa qualcosa che cinge, nome che si è guadagnato grazie alla sua particolare ubicazione, disteso sulla cima del Monte Circe ad abbracciarne la vetta.
Cosa vedere a Cingoli: itinerario tra le cose da non perdere
Il percorso tra le bellezze storiche e artistiche di Cingoli può iniziare dall’emozionante Carosello dell’Ultimo Sole, in Via della Portella 7, un piccolo capolavoro del maestro campanaro Sauro Corinaldi inaugurato nel 2017. Il carosello si anima ogni giorno 40 minuti prima del tramonto – per capire a che ora ogni giorno basta consultare il quadrante sulla sinistra e calcolare 40 minuti prima rispetto all’orario segnato dalla lancetta orizzontale – suonando un arrangiamento del ritornello della canzone “Il Pescatore” di Fabrizio de Andrè, intervallato da un motivo tratto da “La collina”, altra canzone del cantautore ligure. Perché proprio prima del tramonto? Perché ripropone quell’attimo tra il pescatore e l’assassino in cui “nel calore di un momento […] gli occhi dischiuse il vecchio al giorno”.
Dall’altra parte della strada rispetto al Carosello si trova il Parco delle Pietre Vive, il primo parco di sculture nelle Marche e uno dei pochi in Italia e nel Mondo. Nato grazie ad una collaborazione tra il comune di Cingoli e la famiglia Calamante, il parco espone le opere di scultori contemporanei tra cui “La Mano” di Nazareno Rocchetti, artista mrchigiano che vive vicino Cingoli, dedicata ai martiri di Nassirya e del mondo.
Inoltrandosi per le vie del centro storico del borgo, si raggiunge Corso Garibaldi, il corso principale, e l’itinerario continua partendo da Palazzo Castiglioni, la casa-museo della famiglia Castiglioni, che ha dato i natali a Francesco Saverio Castiglioni, più conosciuto come Papa Pio VIII.
Oltre ad essere una casa-museo il Palazzo è anche vineria e B&B. Eretto nel 1760, è articolato con falsi piani, scale, dislivelli, cortili, poiché è costituito da due precedenti dimore le cui strutture originarie restano distinte. La cosa che colpisce in particolare del palazzo è l’essere tuttora usato come casa dalla famiglia Castiglioni che quando si sposta a Cingoli vive proprio in queste stanze. Fa strano vedere oggetti, cornici e fotografie moderne poggiate sui mobili antichi o appesi accanto ad un vecchio dipinto.
Le stanze più belle e interessanti sono, per me: la Cappella; l’Archivio, dove si trova il registro degli ecclesiastici arrestati con giorno della condanna, colpa, entità della pena; la Biblioteca, la Sala della Musica, con l’unico esempio nelle Marche di soffitto costituito da nove cupole ottagonali; lo studio.
Sotto al Palazzo inoltre si trova una cantina che a causa di una falda è diventata una cisterna d’acqua naturale e potabile, una vera chicca da visitare!
La visita al Palazzo deve essere obbligatoriamente prenotata telefonando al 328.5832320 (guidata, 3€ a persona).
Riprendendo Corso Garibaldi si passa di fronte alla Fontana del Maltempo: presente già nel 1513, riprende lo stemma del Comune di Cingoli, ed è così chiamata perché l’acqua vi scaturiva solo dopo abbondanti acquazzoni. Sembra che bere l’acqua dalla Fontana faccia tornare a Cingoli, vale proprio la pena fare un bel sorso!
Proseguendo lungo il corso si raggiunge il cinquecentesco Palazzo Comunale che, con la sua Torre dell’Orologio, affaccia su Piazza Vittorio Emanuele II. Al primo piano del Palazzo, nella Sala degli Stemmi, si trova un tesoro artistico di incommensurabile bellezza e valore: la Madonna del Rosario di Lorenzo Lotto, dipinto completamente in loco nel 1539. Ispirato dall’Albero della Vita, l’artista ha rappresentato un graticcio con 15 medaglioni in cui vengono raccontati i Misteri del Rosario. Accanto alla Madonna col bambino ci sono San Domenico – la chiesa a lui dedicata, ora inagibile dopo il terremoto del 2016, era la destinataria di questo dipinto – insieme a Sant’Esuperanzio, patrono della città che porge al Bambin Gesù un modellino della città di Cingoli, Maria Maddalena, Tommaso d’Aquino, Caterina da Siena e Pietro da Verona. Si può impiegare moltissimo tempo ad ammirare un’opera così bella, i suoi colori intensi e i raffinati dettagli.
Sempre all’interno del Palazzo Comunale si trova il Museo Archeologico Statale, ad ingresso gratuito. Istituito per esporre i ritrovamenti dell’area archeologica di Moscosi – Piano di Fonte Marcosa, ospita importanti e bellissime collezioni di reperti preistorici e di età ellenistico-romana. L’allestimento è organizzato secondo criteri cronologici in quattro sezioni e tra tutti gli interessanti reperti si trovano quelli del villaggio piceno di Piano di Fonte Marcosa, di importanza nazionale perché ha consentito lo studio di questa civiltà.
Usciti dal Museo cercate il Balcone delle Marche, la terrazza da cui si può godere di una vista splendida su tutto il territorio circostante, dai monti fino al mare.
Lasciando il centro storico di Cingoli, appena fuori dal borgo, visitate la Collegiata di Sant’Esuperanzio, un capolavoro dell’architettura gotica di cui si ha menzione già nel 1139. La chiesa è dedicata al Santo patrono della città anche se Cingoli ha due Santi patroni: oltre a Sant’Esuperanzio anche Santa Esperandia protegge la città.
La leggenda raccona che quando Esuperanzio venne nominato dal Papa Vescovo di Cingoli e mandato nel borgo, il paese era ancora pagano, quindi la presenza di una figura religiosa così importante non era ben voluta e spesso il santo venne cacciato dal centro storico a sassate, per questo la Collegiata si trova fuori dal nucleo storico della città. Si dice che per vendicarsi di quello che i Cingolani gli hanno fatto, nei giorni a lui dedicati – intorno al 24 gennaio – il santo faccia sempre piovere durante tutte le processioni e le feste in suo onore.
L’interno della Collegiata è costituito da una sola ampia navata. Il presbiterio è rialzato rispetto alla navata, perché sotto accoglie la cripta che ospita le spoglie del Santo, custodi delle chiavi della città. L’intero edificio è bellissimo dentro, con il presbiterio rialzato e il bellissimo coro ligneo, e fuori ma la cripta mi ha colpito in modo particolare.
Cosa vedere a Cingoli: la bellezze dei dintorni
Il territorio di Cingoli offre tantissime cose da fare e da vedere, anche intorno alla piccola città.
Una vera bellezza naturale da non perdere, soprattutto al tramonto, è il Lago di Cingoli, o Lago di Castreccioni. Nato come riserva d’acqua a servizio dell’agricoltura quando venne costruita la diga su fiume Musone, con i suoi 2,4 km quadrati di superficie è il lago artificiale più grande delle Marche. Da quando è nato disseta lo splendido paesaggio rurale in cui è incastonato e ha creato un proprio ecosistema, diventando un importante centro di biodiversità per la regione.
La vista migliore sul lago si gode raggiungendo il vecchio borgo di Castreccioni, da cui il lago prende il suo secondo nome, e salendo fin dove si trovano i resti dell’antico castello medievale. Il lago offre la possibilità di fare tantissime attività: trekking, passeggiate a cavallo, tour in bicicletta (tra cui quelli offerti da Agostinelli E-Bike), un parco avventura, pesca. Per i riders da non perdere il Museo del Sidecar, aperto da aprile a settembre.
Spostandosi un po’ si può raggiungere Avenale di Cingoli dove si trova, dopo aver percorso circa 7 km di strade sterrate, il Cristo delle Marche.
Arrivati qui la prima cosa che colpisce è il paesaggio sconfinato, un luogo immerso nella natura ma che allo stesso tempo la sovrasta. Non potrebbe esserci posto migliore per l’opera di Nazzareno Rocchetti, poliedrico artista marchigiano:quasi tre metri di granito nero che rappresentano un Cristo sospeso, senza croce, che tiene le braccia aperte ad accogliere il paesaggio circostante, una mano chiusa per il dolore e l’altra tesa a toccare il Creato.
Questa emozionante opera è anche una testimonianza di fede dell’artista, che la realizzò per ringraziare della vita “restituita” a suo figlio dopo un brutto incidente.
Cosa vedere a Cingoli: il Fiume Incantato di San Vittore
A circa 15 minuti da Cingoli si trova San Vittore, un piccolo paese sul fiume Musone. Fiume che è diventato famiglia per chi vive lì, tanto da decidere di dedicarsi completamente a lui quando ha rischiato di versare in condizioni rovinose. È partito tutto da Stefano e Claudia, che si sono rimboccati le maniche e hanno deciso di dare nuova vita a questo letto d’acqua. Con il loro entusiasmo hanno ben presto contagiato tutta la comunità e grazie al lavoro e alla creatività di tutti oggi il fiume si è trasformato in un luogo incantato. Gnomi, folletti, casette e piccoli animali hanno preso il posto di rovi, erbacce e sporcizia e ci raccontano quanto a volte basta poco, solo piccole attenzioni, per rendere speciale ciò che ci circonda.
Luogo ideale per i bambini che possono divertirsi a giocare con le colorate creature che popolano le sponde del fiume, ma anche per gli adulti che possono godersi una passeggiata accompagnati dal suono dolce dell’acqua che scorre nel letto del fiume, in questo luogo di pace.
Il progetto è ancora in corso e si arricchisce giorno dopo giorno, con l’obiettivo di creare un’ampia area naturalistica.
Cosa vedere a Cingoli: il mini itinerario del B&B Amor di Lavanda
A pochi chilotri dal centro di Cingoli si trova un B&B che riflette l’anima di Alessandra, la sua proprietaria: il B&B Amor di Lavanda. Oltre ad offrire un soggiorno comodo e rilassante, si può percorrere un mini itinerario intorno alla struttura. Si parte dalla quercia secolare chiamata Quercia del Tedesco, proprio di fronte il B&B, così chiamata perché si racconta che tra le sue radici venne sepolto il corpo di un tedesco ucciso dai partigiani nel 1943, proseguendo poi verso l’antica edicola votiva dedicata a San Floriano, per terminare infine il percorso nel profumato lavandeto.
Cosa fare a Cingoli: esperienze enogastronomiche
Non solo storia, arte e natura, Cingoli offre anche diverse eccellenti esperienze enogastronomiche.
Per gustare qualcosa di nuovo andate all’azienda agricola Nero Visciola, in località S. Maria del Rango, che racconta una storia di amore per il territorio e per le ricette tradizionali. Giorgio, il proprietario, costretto a rinunciare al suo vecchio lavoro e spinto da, come dice lui, un pizzico di incoscienza e tanta passione, nel 2011 ha creato l’azienda agricola Antinori e regolarizzato un’antica ricetta della tradizione contadina locale per creare il vino di visciola, un vino dolcissimo e aromatico (di cui mi sono innamorata al primo sorso proprio per la sua dolcezza). Oltre al vino producono anche salame di fico (assolutamente da provare), confetture, la Sapa, un condimento a base di mostocotto, olio di mignola e creme e prodotti per viso e corpo a base di visciola. Tutto naturale al 100%, perché una delle principali caratteristiche dell’azienda è l’attenzione per l’ambiente.
Altra esperienza enogastronomica immancabile a Cingoli è una degustazione di vino e prodotti locali cingolani con visita guidata presso la Cantina Bacelli, proprietà della storica famiglia cingolana Bacelli. Nata nel 1970 grazie a Dario Bacelli, dal 2005 è guidata dal giovanissimo figlio Giovanni aiutato dalla famiglia che con dedizione e passione porta avanti l’attività da cinquant’anni.
La particolarità della loro produzione parte dalla vendemmia fatta a mano, così da selezionare le uve direttamente dai vigneti, poiché hanno scelto di valorizzare la qualità rispetto alla quantità, per produrre vini di valore dal sapore fortemente legato alle caratteristiche del territorio.
Vanto della cantina è il Ciocò, un Verdicchio Castelli di Jesi Riserva Classico D.O.C.G., che prende il nome dal soprannome dato amorevolmente da Dario al figlio Giovanni.
Dove dormire a Cingoli: l’Agriturismo Casale Fabrizi
Il luogo ideale in cui dormire a Cingoli è l’Agriturismo Casale Fabrizi, a pochissima distanza dalla Collegiata di Sant’Esuperanzio.
L’agriturismo ha alle spalle una lunga storia di accoglienza, nasce infatti nel 1600 per accogliere i pellegrini che arrivavano a Cingoli in visita alla Collegiata. Il Casale, benché ristrutturato, mantiene ancora le caratteristiche originarie ed è affiancato da una casa di campagna che offre agli ospiti silenzio, relax e un’autentica immersione nel territorio. Proprietà della famiglia Fabrizi fin dagli anni ’50, oggi l’Agriturismo è gestito da Marisa, Maria Sole e Alessandro e i loro punti di forza sono, oltre alla premura per gli ospiti, la simpatia e la cucina locale, la voglia di fare e creare. Infatti la struttura ospita spesso eventi e laboratori in cui imparare a fare qualunque cosa: saponi, disegni sulla stoffa, cesti, aromaterapia. Nel 2021 inizieranno anche a produrre olii essenziali terapeutici con le piante coltivate direttamente nel loro giardino.
Ideale anche per le famiglie con i bambini, verso cui hanno un occhio di riguardo.