Berlino è una città che ho sempre desiderato vedere e non appena si è presentata l’occasione piena di entusiasmo sono partita, pronta a visitare questa grande città così piena di contrasti. E la mia prima volta a Berlino è stata proprio così: entusiasmante.
Berlino mi è piaciuta moltissimo, proprio per quel suo modo di essere così moderna e al tempo stesso così ricca di storia. Visitarla in dicembre poi è stato ancora più bello perché ho avuto la possibilità di vederla imbiancata e colma di mercatini di Natale, dove tra l’altro ho assaggiato per la prima volta il vin brulè, davvero ottimo per scaldarsi.
Prima volta a Berlino: cosa non perdere
Ogni città che visitiamo, tra tante bellezze, curiosità o particolarità, ci regala sempre qualcosa che ci colpisce di più di ogni altra, qualcosa che ci resta ben impressa nella mente e sarà proprio quella cosa, quel dettaglio, quel monumento, quel sapore, quel profumo che ricorderemo più di ogni altra cosa e che porteremo a casa.
Ecco! Di Berlino mi sono portata a casa tante sensazioni contrastanti: dall’ammirazione all’orrore. Ammirazione per la rinascita e l’orrore per una storia recente ancora ben visibile nel cuore di questa città che non fa niente per nascondere gli errori commessi perché ricordare può servire a non sbagliare ancora.
A cominciare dal suo parlamento situato nei piani bassi nel palazzo del Reichstag, accessibile e visibile dai piani superiori a chiunque, anche e soprattutto quando il Bundestag (il Parlamento appunto) è riunito, perché secondo chi lo ha progettato i politici sottostanno al popolo che veglia e controlla il loro operato.
Un palazzo spettatore di tanti eventi fondamentali nella storia della Germania e che il suo ultimo progettista (negli ultimi secoli ha subito vari restauri) Sir Norman Foster, ha nominato “il Parlamento più trasparente del mondo”. Infatti è sormontato da una grande cupola di vetro e acciaio dalla quale, grazie a tutta una serie di meccanismi ecologici, convoglia e gestisce aria, luce e calore nell’intero palazzo. In questa cupola c’è una doppia rampa ellittica percorribile a piedi in modo da avere una splendida vista di Berlino dall’alto (anche questo simbolicamente rappresenta che la gente cammina sulla testa dei politici) e nella quale ci sono foto e appunti della storia della Germania. Insomma, per ciò che rappresenta e per ciò che è vale davvero la pena andarlo a vedere.
Un’altra cosa da non perdere, e che ho vissuto come un pugno nello stomaco, è stato il Memoriale dell’Olocausto, un monumento voluto e studiato proprio per far riflettere e far provare sensazioni forti. È composto da blocchi rettangolari di calcestruzzo grigio (sembrano un po’ delle lapidi) su una base ondulata. Formando una specie di labirinto, i blocchi aumentano di numero e di altezza verso il centro, in modo da far passare poca luce e creare in chi li percorre uno stato di smarrimento, proprio come quello che provavano gli Ebrei strappati alle loro famiglie per essere poi condotti nei lager.
Ho letto che il suo progettista – Peter Eisenman – intendeva proprio “rappresentare un sistema teoricamente ordinato, che fa perdere il contatto con la ragione umana in un’angosciante solitudine”. Beh, Eisenman per me l’obiettivo l’ha centrato in pieno.
Sia il Palazzo del Reichstag che il Memoriale dell’Olocausto si trovano nel quartiere di Mitte, vicino alla Porta di Brandeburgo, il simbolo di Berlino. Anche lei ne ha di storia alle spalle, dalla sua costruzione del 1794 ad oggi, ed è il simbolo della riunificazione.
A tal proposito un’altra cosa che non si può non andare a vedere è il Check-point Charlie, il posto di blocco più famoso tra le due Germanie. Ora c’è una riproduzione perchè la garitta originale è stata spostata nel Mauermuseum, il museo che racconta la guerra fredda (anche questo da vedere), ma la cosa che più mi ha colpito è vedere la differenza così netta tra le due parti, perchè guardando verso ovest (la parte degliStati Uniti) si ha difronte un quartiere moderno, mentre basta girarsi verso est (la parte sovietica) e si ha la sensazione di essere trasportati indietro nel tempo.
A guardia delle due entrate ci sono due manifesti con due soldati, uno americano e l’altro russo, oltre alle bandiere e ai sacchi di sabbia. A volte ci sono dei figuranti vestiti da militari che fanno un finto passaporto per attraversare il passaggio.
Una curiosità: sembra che Lucio Dalla abbia scritto Futura seduto su una panchina proprio difronte il checkpoint.
Berlino è questo e molto altro, la sua metropolitana è fantastica e ti permette di raggiungere comodamente tutti I punti della città; il suo Duomo è imponente e, secondo me, forse un po’ troppo scuro; le sue piazze sono tutte da vedere, magari passeggiando in bicicletta. È una città piena di gioventù e di verde, è efficientissima e la gente è cordiale, ma quello che più mi colpito di questa città è la sua enorme voglia di riscossa.