Mangiare ai Castelli Romani: il ristorante l’Oste della Bon’Ora

Trovare un posto in cui mangiare ai Castelli Romani è sempre un’impresa ardua, data la vastità dell’offerta di alta qualità.

Ci sono ristoranti e locali però che riescono comunque a distinguersi, non solo per la qualità del cibo, ma anche per il servizio e per l’atmosfera, fattore che sta diventando sempre più importante nella scelta di un ristorante.
Non parlo di atmosfere chic o eleganti in questo caso, ma del sentirsi a casa nonostante l’atmosfera elegante (dico nonostante perché io personalmente nei luoghi/locali troppo chic mi sento a disagio).

Conoscete la figura dell’oste e la sua storia?
Nella ristorazione l’oste è sempre stato un punto di riferimento in tutta Europa. Come, dove e perché sia nata nessuno lo sa con esattezza, ma è una figura che esiste da sempre, da che si parla di taverne, ristoranti e osterie. È una figura presente nella letturatura, nell’arte, nella cultura, nelle testimonianze dei viaggiatori dai tempi più antichi. L’oste era un personaggio fuori dal tempo, che serviva ubriaconi e borghesi, maledicendo e benedicendo il mondo intero tra un piatto e una bottiglia.
Interpretava gli umori sociali e politici, seguendo la crescita della città dal suo osservatorio popolare, nutrendo i clienti a seconda delle loro disponibilità. All’oste competeva la scelta e lo spaccio del vino, da consumarsi in loco o da asporto, mentre il cibo contraddistinguevano il livello di un’osteria: nella più semplice si servivano alimenti locali (pane, salumi, formaggi) e conserve; in quella più qualificata si offriva non solo cibo freddo e sempre pronto, ma anche un pasto caldo compatibilmente con le stagioni e i raccolti.
A fine Ottocento, l’osteria si guadagnò il favore dei ceti borghesi e intellettuali per il costo moderato, le derrate semplici, i sapori intensi. In questo periodo in cui l’organizzazione delle brigate di cucina era l’emblema dell’ “alta” ristorazione, questi nuovi Osti, cuochi e gestori, divennero agli occhi dei viaggiatori l’essenza stessa della tradizione e del colore locale.

L’ingresso del ristorante L’Oste della Bon’ora

 

Il ristorante L’Oste della Bon’Ora, oltre a distinguersi per ambiente e qualità del cibo, lo fa anche per questo suo ritrovare la vera figura dell’oste, una persona che racconta storie e aneddoti sul locale, i piatti, il luogo.

Mangiare ai Castelli Romani: il ristorante l’Oste della Bon’Ora a Grottaferrata

Perché scegliere il ristorante l’Oste della Bon’Ora?
Per Massimo, l’oste, che tra una portate e l’altra racconta le sue storie, di come ha imparato a conoscere e preparare i piatti che serve, ognuno studiato a dovere. Per la sua crema di piselli che ha imparato a cucinare in Francia da un famosissimo chef che gliel’ha insegnata personalmente. Non perché Massimo lavorasse per lui, ma perché pur di conoscerlo è arrivato fino in Francia e quando lo ha visto gli ha saputo raccontare la sua storia, uno dei pochissimi a conoscerla in Italia. Quale miglior premio per quel viaggio, se non quello di insegnarli la sua ricetta preferita?
Per Maria Luisa, la cuoca, moglie di massimo, che ha in viso la stessa dolcezza che si assapora nei suoi piatti, preparati egregiamente (organizza anche corsi di cucina, di gruppo e individuali!). Qui fanno tutto in casa, tranne la pasta che viene comprata dal miglior pastaio di Roma.
Per il vino, il migliore del territorio imbottigliato appositamente per l’Oste, ma anche perché se volete potete portare il vostro da casa.

Il vino dell’Oste

Per il menù, che rispetta la tradizione romana ma ogni piatto è rivisto e reso unico dalla creatività della chef, che riesce ad esaltare ogni singolo ingrediente.
Per l’ambiente, perché si mangia in un luogo curato in ogni singolo dettaglio. Nulla è lasciato al caso… e la sala con la libreria è spettacolare! Un ambiente accogliente, accompagnato da buona musica di sottofondo.

L’ambiente dell’Oste della Bon’Ora

Se tutti questi motivi non vi bastano, ve ne do altri ancora.
Perché qui potete assaggiare anche la cucina francese, sempre rivistata con la creatività dello chef, di cui Massimo è un vero appassionato.
Per i menù, che vi permettono di assaggiare il meglio della cucina del ristorante ad un ottimo prezzo.
Per il fatto che Massimo ci ha aperto la cucina, mostrandoci come lavorano sereni. Perché ci ha presentato la cameriera che trattano come una figlia. Perché qui ci si sente davvero in famiglia, a cena da amici, a casa propria.
E se ancora non vi basta, vi convincerò con due foto dei piatti!

La famosa crema di piselli e seppie

 

Il dolce: fragole, panna e coppetta di cioccolato

 

Ultima cosa ma abbastanza importante: pur non trovandosi in una posizione favorevole per tutti (raggiungibile solo in auto), il ristorante è dotato di un comodissimo parcheggio interno (che quando il locale è pieno si riempie, quindi arrivate presto e non avrete problemi!)

State già prenotando un tavolo?

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Itinerari di cinema e d'America ©Copyright 2014-2023. All rights reserved.
Close

Enjoy this blog? Please spread the word :)