Trekking a Scanno: tra Terra di Mezzo e un lago a forma di cuore

Quanto la natura possa arrivare ad essere romantica, rilassante ed infinita allo stesso tempo l’ho scoperto a Scanno. Lì tra quei monti che circondano il borgo più bello d’Abruzzo, punto di partenza anche per spettacolari trekking.
Due, per la precisione: il primo porta a vedere dall’alto il famoso lago a forma di cuore, il Lago di Scanno, mentre l’altro fa scoprire paesaggi e vallate che ricordano, almeno agli appassionati come me, la Terra di Mezzo.

Il lago a forma di cuore

Per vedere davvero la forma a cuore di questo lago di un blu intensissimo, non esiste altro modo di salire fin sopra le montagne che lo circondano e ammirarlo dall’alto.
Come ci si arriva?
Noi siamo partiti direttamente dal paese, prendendo un sentiero sterrato che inizia vicino al B&B in cui abbiamo dormito. Un sentiero che risale lungo la collina e che ci ha fatto apprezzare, a fine Ottobre, tutti i caldi colori d’autunno, passando per sentieri e ampi spazi aperti in cui la natura esplode in tutta la sua bellezza. Fiori, funghi, alberi dalle foglie verdi, gialle e rosse, distese d’erba e rocce.

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Tramite questo sentiero in circa un’ora di cammino si raggiunge il punto panoramico migliore per vedere la vera forma del Lago di Scanno: un cuore blu (non vi fa pensare un po’ al famoso gioiello del Titanic?) circondato di verde. Da qui, un piccolo spiazzo all’ombra del bosco, si vede non solo il lago, ma anche le curve della strada che ne segue i confini e i borghi che vivono sulle sue sponde, come Villalago e Frattura. Si può restare incantati per ore, accompagnati dal volo dei falchi o dei germani reali, ad ammirare la perfezione di Madre Natura che ha voluto incastonare qui a forza questo suo gioiello, dalla forma così perfettamente chiara.

La realtà vuole che il lago sia nato dopo una grossa frana caduta dal Monte Genzana, deviando il corso del Fiume Tasso poco dopo la glaciazione.
La leggenda invece è più bella (e ormai sapete che a me piace credere nelle leggende e nelle storie popolari) e narra di un tempo in cui tra Scanno e Villalago vivevano un mago ed una strega. Un giorno litigarono e il mago urlò contro la strega: “Dove caschi vi possa nascere un lago!” e così fu.
Chissà se è la strega che lo ha fatto nascere, che ancora vive là sotto, a dare vita a tutti i misteri del lago: pesci che muoiono senza una ragione, bussole che impazziscono, oggetti non identificati che appaiono e scompaiono, armi belliche di oltre 70 anni fa che riemergono all’improvviso. Questi fenomeni non sono leggenda ma vengono testimoniati dagli abitanti dei borghi in riva al lago, dai sub e dai tecnici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che ancora non sono riusciti a dare una spiegazione.
Sarà anche questo a renderlo così affascinante, romantico, misterioso?

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Tornando indietro per risalire ancora un po’ lungo il monte, si raggiunge l’Eremo di Sant’Egidio, un piccolo e antichissimo santuario dedicato al santo che qui visse e aperto solo il 1 settembre di ogni anno, giorno della festa di Sant’Egidio, durante la quale, secondo la tradizione, i giovani del paese si contendono un gallo portato all’eremo per l’occasione.
Da qui si inizia a scendere per tornare verso le sponde del lago, passando per quei sentieri usati durante la Seconda Guerra Mondiale dai militari e da chi cercava di scappare.
In meno di un’ora si raggiunge il lago e il Santuario della Madonna del Lago che sorge proprio sulla strada statale che passa per il lago. È un piccolo santuario fatto di roccia e risalente ai primi del settecento, semplice e povero se non fosse per i numerosi ex voto che ne decorano le pareti alle spalle dell’altare.
Sembra far parte della natura stessa, come se non fosse stato creato dall’uomo ma dal paesaggio stesso.

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Un luogo che ispira relax, pomeriggi passati a guardare il cielo respirando l’odore dell’erba mentre si ascolta il lieve rumore delle acque del lago.

La Terra di Mezzo

Chiarisco subito che non esiste un posto che si chiama davvero Terra di Mezzo in Abruzzo. È il nome alternativo che ho dato io alla Serra di Ziomas (nome già molto evocativo di per sé), perché mi ha ricordato proprio i paesaggi in cui hanno camminato Frodo e la sua variopinta compagnia.
Questo trekking spettacolare inizia dalle sorgenti del fiume Tasso, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, un posto pulito, limpido, autentico, fatto di sola natura, un’area protetta in cui si può entrare solo se autorizzati.
Un posto che mi ha lasciato con gli occhi pieni di bellezza e un po’ di paura: arrivare dalle Sorgenti del Tasso alla Serra di Ziomas non è semplice. Noi eravamo con una jeep 4×4 e si faticava ad andare avanti su quei sentieri sterrati, stretti e ripidi. Stretti al punto che, guardando dal finestrino, l’unica cosa che si vedeva era il dirupo a fianco. Quei momenti in cui combatti tra la paura e la voglia di tenere gli occhi chiusi per non guardare e la voglia di tenerli aperti per guardare la meraviglia di ciò che ti circonda.
Per fortuna però eravamo guidati da esperti, persone che percorrono quelle strade tutti i giorni, e tutto è filato liscio.
Una volta arrivati alla Serra di Ziomas tutto ciò che puoi fare è respirare e guardare.

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L’unica opera dell’uomo qui è una stele che ricorda il passaggio di Giovanni Paolo II.
Tutto il resto è opera di Madre Natura.
E si, una volta arrivato qui pensi che ne è valsa decisamente la pena di rischiare quelle strade sterrate.

In ogni passeggiata nella natura l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca.
(John Muir)

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