Chi passeggia per le strade di Siena, molte volte non ha idea del mondo sommerso che nasconde la città.
Una Siena nascosta fatta di un intrigo di canaletti, grotte, sistemi dalle idee troppo moderne per essere stati inventati nel medioevo.
Eppure è così, i suoi Bottini sono nati nell’epoca buia e ancora oggi resistono sotto la città.
Cosa vedere di insolito a Siena: i Bottini di Siena
In questa opera d’arte sotterranea Siena ha dato la dimostrazione di che potenza fosse nel medioevo, una città all’avanguardia con un governo migliore di quelli di oggi.
L’ingresso ai Bottini di Siena è da brividi. Una scala che scende nel buio, in cunicoli che hanno ospitato partigiani durante la guerra, detenuti evasi e chiunque cercasse un nascondiglio. Sono cunicoli che raccontano la storia di una città, che nascondono segreti.
Cosa sono i Bottini?
Nel medioevo, durante il periodo del Bongoverno, i senesi scoprirono di vivere in una città costruita su terra arenaria… praticamente sabbia. Perchè Siena fu costruita su quello che un tempo era un fondale marino… sembra incredibile a pensarci oggi, eppure proprio lì, migliaia di anni fa, c’era il mare. Per questo esiste il colore Terre di Siena: il colore particolare della terra che usavano i senesi per costruire i loro palazzi, quella che un tempo non era che sabbia arenaria.
Questa terra particolare permetteva il filtraggio dell’acqua, così decisero di iniziare a scavare delle grotte sotterranee in cui costruire i gorelli, piccoli canali in cui far fluire l’acqua.
Per costruirli venivano utilizzate due squadre: una che partiva in una direzione e l’altra nella direzione opposta, fino ad incontrarsi. Gli scavi venivano fatti utilizzando i picconi, e ancora oggi è possibile vedere i segni delle picconate e capire la direzione da cui proveniva la squadra di cui stiamo seguendo le orme!
Un tempo non avevano gli strumenti di oggi, e per capire se stavano andando dritti e seguendo la giusta direzione, sapete come facevano? ogni tot metri si fermavano e scavavano verso l’alto fino ad arrivare in superficie… una volta fuori era facile capire se la direzione presa era giusta!
L’acqua che scorreva nei gorelli arrivava alla fontana più grande della città, di fronte il Palazzo Pubblico: Fonte Gaia.
Qui la gente poteva abbeverarsi, e l’acqua scivolava in una seconda fontana in un’altra parte della città che serviva per abbeverare gli animali. Poi via, verso l’ultima fonte, dove l’acqua veniva utilizzata per lavare i panni, dagli agricoltori e per altri lavori.
Insomma, non veniva mai sprecata!
Per facilitare l’uso delle fontane, il terreno della città venne piastrellato… ed era l’unica città del medioevo ad essere pavimentata!
Tutto questo sistema però poteva diventare pericoloso: all’epoca le guerre erano all’ordine del giorno e per decimare la città bastava riuscire ad avvelenare l’acqua. questa possibilità rappresentava un pericolo costante, così gli ingressi ai bottini erano tenuti costantemente sotto sorveglianza.
La privatizzazione dell’acqua
Proprio a Siena e con i Bottini è nata la privatizzazione dell’acqua.
Infatti un giorno i nobili e i ricchi decisero di non voler più andare alle fontane pubbliche per prendere l’acqua, per non mischiarsi al popolo.
Ne parlarono con il governo che si inventò il modo di deviare il flusso dei gorelli direttamente dentro la casa del nobile che lo richiedeva.
Il flusso d’acqua però veniva fermato da un mattone, sul quale veniva inserito il dado, un buco da cui passava acqua sufficiente a riempire otto barili d’acqua. Ogni buco costava 40 lire senesi, quindi se il nobile aveva bisogno di una maggiore quantità d’acqua doveva pagare per aumentare il numeri di dadi sul mattone del suo gorello.
Nei Bottini, ad ogni deviazione dei gorelli, c’era una targa con indicato il nome e l’indirizzo del signore per il quale era stata fatta quella deviazione, targhe visibili ancora oggi.
Avevano la loro acqua privata anche chiese, conventi ed altri locali della Chiesa… ovviamente gratuitamente.
Insomma un viaggio nei Bottini di Siena è un viaggio alla scoperta della storia della città, dei suoi abitanti, della sua cultura… una visita che non si può perdere se si vuole dire di conoscere veramente Siena!
Informazioni utili
Oggi i Bottini sono gestiti dall’Associazione La Diana, che organizza visite guidate su prenotazione al costo di 9,46 euro, dopo accettazione della richiesta.
E’ vietata la visita ai minori di 8 anni e a chi soffre di claustrofobia.
Foto e appunti di Picchiapò in cucina, inviata per noi a #WeSiena.
ecco, io Siena la immagino proprio così: misteriosa e affascinante.
Sì, caspita devo assolutamente fare un giro da quelle parti!
Non posso non esserci mai stata 🙁
E’ un gioiellino Manu, ho ancora tanto da raccontare…
Noooo… devi farti un on the road in Toscana e vedere tutto il possibile!
Come ti dicevo io non sono riuscita a farla, proprio per via della claustrofobia. Ma tua mamma è una grande!;)
Ahaha, grazie Marika! Riferisco 😉
Mi spiace tu non sia riuscita ad andare, spero ti passi questa fobia, così potrai tornare e… conquistare la preda!
Io purtroppo sono stata a Siena qualche ora e abbiamo “perso” tempo con una rassegna enogastronomica 🙂 Più tardi pubblico il post!
Ma putrroppo non avevo prenotato comunque la visita quindi non sarei riuscita a farla! Devo tornare..molto interessante!
Non si perde mai tempo mangiando :p
Hai la scusa per tornarci e passarci tutto il tempo che merita!