“…Oscure intanto fumano le nubi
su l’Appennino: grande, austera, verde
da le montagne digradanti in cerchio
L’Umbria guarda…”
Giosue Carducci
Parlare di Perugia è sempre una lotta contro i luoghi comuni, contro i clichè che hanno fatto diventare la città etrusca prima “la città del cioccolato”, poi quella di Meredith ed infine quella dell’eroina. Una lotta contro quello che spesso e volentieri pseudogiornalisti continuano ad inventare o ingigantire a dismisura, magari alimentando malumori in vista di ballottaggi politici o soltanto per trovare l’ennesimo scoop che suona tanto come la danza sopra un ferito. Si, sopra un ferito perchè Perugia non è di certo morta nonostante i colpi che ha subito in questi ultimi anni in cui il centro umbro si è trovato nell’occhio di un ciclone che ha spazzato via molto di ciò che è stata la sua storia più recente.
Qualcuno di voi magari avrà studiato qui – si, perchè scrivo da qui – o magari si è ritrovato in visita di piacere fra gli anni novanta ed il duemila, magari prima dell’omicidio della Kercher, così da conservare di questo posto ricordi ottimi fatti di passeggiate nello splendido Corso Vannucci pieno di giovani anche nei freddi mesi invernali, arrivando magari dal panorama mozzafiato dei Giardini Carducci per dirigersi verso la movida della Piazza. Piazza IV Novembre, la Piazza della Fontana, lì dove la sera si radunavano mandrie di universitari e non incuranti della lezione del giorno dopo, pronti a vivere e socializzare lì a due passi della Fontana Maggiore, quel bellissimo esempio di gotico che s’incastra alla perfezione fra la Cattedrale di San Lorenzo ed il Palazzo dei Priori, attuale sede del Municipio e della Galleria Nazionale Umbra.
Ecco, tutto il gotico è rimasto ma se qualcuno di voi cerca ancora la Zozza (chioschetto storico sulla parallela del corso) o il vecchio Mania (Adriano Celentano Mania, per la precisione) rimarrà deluso. Andati. Persi. Il centro ha perso quei due simboli degli anni novanta-duemila, quell’epoca d’oro per Perugia che attirava giovani da tutta Italia, me compreso.
E viene da pensare che l’epoca d’oro per Perugia coincideva, ironia della sorte, con quella del Perugia di Gaucci, quell’incredibile squadra che tutti gli amanti del calcio (e non) ricorderanno con affetto, un po’ per i talenti come Grosso, Materazzi e Nakata ed un po’ per Crozza che imitava quel perugino D.O.C. che è il grande Serse Cosmi.
E chissà se il Grifo tornato in serie B dopo anni di sofferenza non sia un segno anche per la città per risalire da questi anni bui che hanno visto offuscare la sua eterna bellezza.
E dire che le idee ci sono, basti pensare ai ragazzi del Progetto Paul Beathens che nella scorsa primavera si sono riappropriati del Mercato Coperto (sempre in centro) per degli eventi enogastronomici carichi di vita e di vitalità a chilometro zero, facendo respirare un po’ di sana peruginità a quel luogo un po’ troppo dimenticato.
Grossomodo quello che hanno fatto in Via della Viola (sempre centro) con il progetto Fiorivano le Viole, dove anziché prendere la strada mangereccia hanno preso quella dell’arte in vari modi, dalle opere che ammirate passando per la via a delle rappresentazioni che ogni tanto si possono vedere per la strada. Niente cibo ma tanta voglia d’arte anche perchè su qui per mangiare ci sono tre ristoranti interessanti (la Fame, il Civico 25 e l’Osteria de Gufo) oltre che un pub che finalmente ha ridato un po’ di musica al centro, il Free Ride, un posticino accogliente dove potrete trovare di che saziare i vostri gusti musicali grazie ai ragazzi dell’Astio Collettivo che propinano sempre concerti diversi e di che saziare le vostre papille gustative con una buona varietà di birre (non perdetevi le perle che sforna la Birra Perugia ) o con gli ottimi cocktail di Alessandro.
Ma quindi Perugia non è morta? No, se poi venite di mercoledì no di certo. Basta passare in via Ulisse Rocchi all’ora dell’aperitivo, bersi uno sptriz al Minimal e poi andare alla Locanda dell’Arco che sta a fianco, dove troverete un buffet da farvi uscire rotolando a cui accompagnare quattro calici di vino al prezzo disonesto (per quanto basso) di dieci euro. E se tutto quel ben di Dio vi ha un po’ appesantiti non c’è nessun problema, si fa una discesa verso le facoltà poco lontane dove si trova il 110 con il suo Mercoledì Rock, un evento che va avanti da anni e che fra concerti e dj set fa saltare lezioni su lezioni il giovedì mattina agli universitari ed alle universitarie che vanno lì a divertirsi.
Quindi Perugia non è solo eroina, cioccolato e studentesse erasmus che vengono uccise? No, non lo è. Non è quello. Ed a volersi fare un giro nei periodi giusti potete trovare eventi che non hanno nulla da invidiare alle città più rinomate, basti pensare che al momento c’è una mostra di Steve McCurry (si, vabbè, io la mostra di Steve McCurry l’ho vista pure a Poggibonsi ma fa sempre la sua porca figura dire che c’è la mostra di Steve McCurry) (Ho scritto troppe volte Steve McCurry, vero?) e che da poco si è concluso l’Immaginario Festival che oramai, purtroppo per voi, vi siete persi. Magari però non vi perderete il Mercatino delle Strenne che dal 6 dicembre si aprirà nella stupenda cornice della Rocca Paolina, così da potervi fare ammirare l’opera papalina mentre scegliete i regali di natale in quel piccolo mondo pieno d’artigianato locale e non.
Ed ancora il Festival Internazionale del Giornalismo per chi ha voglia d’incontrare Saviano al Teatro Morlacchi (non c’è Saviano quest’anno!?) (e che Festival del Giornalismo è allora?!) o l’Umbria Jazz, il quale avrà si perso il fascino di un tempo ma resta ancora un evento musicale di spicco nel panorama italiano. Come di spicco è Piacere Barbecue, il primo evento BBQ italiano che dopo i settantamila presenti lo scorso anno quest’anno si prepara ad una ricca, e soprattutto gustosa, terza edizione.
Insomma come dicevano i ragazzi di Terence&The Hill (due dj trash perugini ), sfottendo un po’ il “girotondo” cittadino Perugia Muore che parlava di una città oramai morente: “Perugia muore… E noi ci balliamo sopra”.
Non mancano le cose da fare qui fra gli etruschi. I problemi ci sono e ci sono stati, negarli sarebbe raccontare menzogne ma nonostante questo, nonostante tutti i problemi che può aver avuto questa città negli ultimi anni, Perugia è ancora viva. Ed i perugini non hanno intenzione di mollare.
E poi perchè mollarla?
Basta camminare fra le sue vie medievali, magari costeggiando la strada belvedere che risale da Piazza Grimana verso Piazza Morlacchi, lasciandosi sulla destra quel panorama che sembra un presepe sotto al quale si trova quello scorcio da cartolina che è l’acquedotto. Basta risalire oltre Piazza Cavallotti, passando fra quelle arcate enormi che sovrastano le nostre teste, lì dove si piazzano all’ombra i suonatori jazz squattrinati per riparsi al caldo di luglio, suonando per chi vuol lasciare loro quattro spicci o solamente per chi ha voglia di riempirsi l’anima con un po’ di musica. Basta proseguire verso la piazza, ritornare verso Corso Vannucci lentamente, fra i tavoli dove belle studentesse erasmus conversano bevendo grechetto o sagrantino. Un passo alla volta, con calma, fino ad arrivare ai Giardini Carducci. Potreste fermarvi lì a prendere il fresco seduti in una panchina ma vi consiglio di proseguire, di andare verso quell’angolo di mura oltre la strada, sulla vostra sinistra. Andate lì, dove un semicerchio in marmo vi indica ciò che state vedendo. Ma voi non credo che starete lì a leggere dove si trova Assisi e dove si trova Roma. Non lo farete, preferirete sicuramente guardare il panorama. Quel panorama che vi dice tutto, che vi riempie il cuore della bellezza infinita di Perugia, questa città che è stata ferita più e più volte negli ultimi anni ma ancora ora, come un Grifone, è pronta a spiccare il volo da lì.
Dalla sua eterna bellezza.
Un post bellissimo, emozionante. Io che nella Perugia pre-Meredith ci ho studiato e vissuto non posso che leggere queste parole con un po’ di nostalgia, augurandomi che questa città speciale e splendida continui a lottare!
Che bello sapere che ti ha emozionato!
Si, deve lottare e ritrovare la bellezza di una volta…
Più leggo di Perugia più non vedo l’ora di andare a visitarla!!
E’ una bella città, a suo modo stupisce… quando vai avvisa che ti guido 😀
Perugia è una mia grande mancanza e questo post ha aumentato la mia voglia di visitarla, fai da guida anche a me? 😉
Quando vuoi, Cri!
Ti porto anche a fare il giro delle cose più buone da mangiare 😀