Finalmente provo a parlarne anche qui.
Non ho problemi ad ammetterlo, in realtà, ma parlare su un blog di viaggi della paura di volare è un po’ stonato… e soprattutto non ne ho mai parlato così approfonditamente.
Ne parlo ora perchè settimana scorsa sarei dovuta salire su un aereo, che poi ho perso (per altri motivi).
Non era il primo volo, ho volato già tante volte, ma stavolta ho cercato di analizzare meglio le mie emozioni.
La prima cosa che mi viene in mente è la rabbia.
Rabbia perchè viaggiare per me è fondamentale, una cosa che mi rende DAVVERO felice.
Amo la strada, la libertà di scelta e movimento che ti da, osservare i paesaggi che ti scorrono intorno e vederli mutare piano piano. Per questo sono una on the road addicted (ce l’ho perfino nel logo del blog! Avete visto che bello quello nuovo fatto da Fattorie Digitali?), per questo il blog è dedicato soprattutto ai viaggi on the road.
Ci sono posti meravigliosi però che non si possono raggiungere con la strada. O meglio, non li si può raggiungere in breve tempo.
Volendo uno in America ci arriva anche via mare, ma ci vuole una settimana. Oppure aspetti che si ghiacciano i mari del Nord e vai per il giro largo, ammesso riesci a sopravvivere. (Si vede che ho provato ad informarmi?)
L’aviofobia esiste, è una fobia riconosciuta che ha tre stadi: il primo, quello meno pesante, è la forma più leggera, uno stato d’ansia che prende chi è già in volo nell’ascoltare rumori sconosciuti o durante le turbolenze; il secondo è una forma più acuta, l’ansia si fa sentire già da quando si ha il biglietto in mano e fino al momento di salire sull’aereo si è incerti sulla partenza; la terza è la forma peggiore, quella dove solo l’idea di volare fa venire crisi di panico.
Dicono sia una fobia che deriva da altri problemi, come la claustrofobia o la paura di non avere il controllo della situazione.
Io sono al secondo stadio.
L’ansia inizia dal momento in cui ho acquistato il biglietto, quel momento in cui ho la certezza che dovrò volare.
A tutti è capitato di avere paura o un vero e proprio terrore nella vita. Ecco, i sintomi sono gli stessi: mani fredde e sudate, respiro pesante, una stretta alla bocca dello stomaco, occhi sgranati e visioni catastrofiche in testa, solo vedere l’immagine di un aereo in volo ti fa tremare.
Tutti i discorsi sul fatto che l’aereo è il mezzo più sicuro al mondo (ho scoperto che è addirittura 6 volte maggiore la possibilità di essere uccisi da un parente dell’avere un incidente aereo) servono a poco, se hai paura hai paura. La paura di volare E’ una fobia, come la claustrofobia o anche un po’ come le vertigini. Non puoi farci nulla, qualsiasi cosa ti diranno, qualsiasi prova ti porteranno, continuerai ad averla.
Passi le notti in bianco a fissare il soffitto e combattere tra la tua voglia di partire e la paura che cerca scuse per non farlo.
Quando sei lassù magari invece ti piace pure: impossibile non farsi piacere il mondo visto dall’alto. Però lo vivi sempre con il cuore a mille, i sensi all’erta, la paura negli occhi… alla fine non te lo godi e sceso dall’aereo sei stanco come se avessi fatto un viaggio di 15 ore ininterrotte in auto. Invece si è trattato solo di 2 ore di volo. Ti senti quasi ridicolo, ma è una cosa più forte di te.
Per un viaggiatore tutto questo è un tormento. Una lotta continua dentro se stesso, un combattimento serrato tra la paura incontrollata e la voglia di vedere e conoscere quante più zone possibili del mondo. Non la vuoi questa paura e ci combatti senza tregua, ma non puoi controllarla… o perlomeno è difficile farlo e non basti da solo.
I modi per limitarla sono tanti (se li conoscete, ditemeli, magari ce n’è qualcuno che non conosco!), ma non la cancellano. Ritorna ogni volta, ad ogni viaggio.
Puoi solo sperare che la voglia di viaggiare sia sempre più forte della paura e pensare che il mondo è bello anche dall’alto, e proprio non puoi perdertelo.
Oddio non ti invidio per niente.
Anche io ho un po’ di ansia prima dei voli (soprattutto da quando sono mamma) ma mi passa appena metto piede in aereo, quindi direi che non rientra in queste casistiche..
So che esistono dei percorsi terapeutici per superare questa paura, a volte organizzati dalle stesse compagnie aeree. Ci hai mai provato?
So dei corsi, ma ancora non ho mai provato… Non sono proprio economici. Li userò come risorsa in extremis 😀
Grazie del consiglio!
Lucia tu lo sai che io ti capisco e quanto ti capisco!!!! Io anni fa ero al terzo stadio, una volta ho pure chiesto di abbandonare l’aereo prima del decollo. Sudorazione, ansia, battiti a mille …panico! Ma questa cosa non mi piaceva e ho voluto capire da dove venisse tutta questa paura. Ho scoperto che non è proprio dell’aereo, perché è l’aereo che contiene le nostre paure, e le sprigiona in un momento di nostra debolezza. Ci lavoro da anni e non smetterò di farlo. Ora non ho più ansia quando acquisto un volo, ma la chiamerei euforia! La paura latita, è sempre dietro l’angolo, ma abbiamo il potere di darle un calcio quando si ripresenta! Se vuoi info di libri e forum che mi hanno aiutata fammi sapere! Un abbraccio grande! Cri
Si, seguo tutti i tuoi racconti sui voli :p
Come hai fatto a lavorarci su? Qualcosa in particolare che ti ha aiutata a superare la cosa?
Dimmi pure i libri e i forum, le voglio provare tutte!
Non ho mai avuto paura di volare… anzi, mi trovavo spesso nella parte di quella che diceva ad altri “mai dai… cosa vuoi che sia”.
Poi nel 2012 c’è stato il terremoto qui in Emilia e quelle scosse mi hanno cambiata un po’.
Ho cominciato ad avere paura di quello che non riesco a controllare e, al primo viaggio aereo dopo quel periodo, mi sono accorta che l’aereo cominciava a lasciarmi sensazioni spiacevoli.
Adesso è passata ma ci ho messo un po’. Sicché capisco bene quelle sensazioni.
Esatto Giovy! “Paura di quello che non riesco a controllare”… credo sia proprio quello il problema principale.
Tu come hai fatto a fartela passare?
Non credo sia ancora riuscita a farmela passare.
Un mesetto fa ero in Austria e stavo risalendo una gola con annesso corso d’acqua.
Ho dovuto affrontare una scalinata in cui, ad ogni gradino, vedevo il vuoto sotto di me.
Sono arrivata in cima ma mi sono fermata lì un po’.
Continuavo a dirmi “è solo una scala, è solo una scala” e piano piano ce l’ho fatta.
Quando “mi prende male” cerco di buttare dentro la mia testa un pensiero super razionale.
Questo potrebbe essere un buon metodo, ma serve super controllo sulle proprie emozioni… Complimenti Giovy!
E grazie per aver condiviso questo consiglio, ne farò tesoro!
anche io, come Giovy, sono una di quelle che dice “ma cosa vuoi che sia”, sono quella che tiene la mano alle amiche, quella che dà conforto. Eppure mi rendo conto delle difficoltà ed è bello che tu abbia deciso di affrontarle pubblicamente. Qui con noi 🙂
Allora Manu se mai prenderemo un aereo insieme, allena la mano 😀
Ciao Cara,
Capisco il senso di impotenza che si prova davanti alla paura vera.
Non posso capire come sia la paura di volare ma posso immaginare il senso di frustrazione che ne deriva per un viaggiatore incallito.
Pensa solo che lavorandoci con costanza si migliora in tutto, perché non anche in questo?
Mi piacerebbe poterti essere più utile ma in fondo dipende tutto da te e il tuo autocontrollo.
Ti abbraccio,
Danila.
Grazie mille Danila, già sentire tanti pensieri e modi di vedere la cosa è un grande aiuto. Parlarne fa bene!
Cercherò di “guarire” in ogni modo possibile, vediamo cosa si riesce a fare…
Ciao! I primi voli sono stati tutti tranquilli ed ero felicissima di volare. Ora crescendo sono al primo stadio. Quando salgo e ci sono turbolenze vado un pò nel panico quindi mi comincio ad alzare e passeggiare nei corridoi. La cosa positiva che conosco un sacco di persone! 😉
a presto!
Ti ammiro… io resterei avvinghiata al sedile durante le turbolenze!! Non ce la faccio proprio…
Ti auguro di tornare allo stadio zero… volare dovrebbe essere un piacere per tutti!!
Cara Lucia, ho lo stesso problema, tant’è che nel 2007 ho viaggiato fino in Romania andata e ritorno su un AUTOBUS. Adesso, se ci ripenso, paragono le ore di sofferenza in volo con quelle schiacciata tra due sedili con l’aria viziata e le risicate pause in autogrill per assolvere tutte le funzioni vitali in 10 minuti 10. La lotta è dura.
Una volta, per andare a Londra, mi sono procurata dello Xanax e – ironia delle ironie – la boccetta mi è scivolata di mano rompendosi in mille pezzi al momento del controllo bagagli. In quella particolare occasione ho deciso che la mia paura di volare mi aveva DAVVERO stufato.
Ogni volo è una piccola avventura, e noi siamo avventurose, giusto? 🙂
I miei metodi per conviverci:
– Leggere: ti eclissi. Se poi sono libri fantasy, dove la gente vola in groppa ai draghi durante battaglie all’ultimo sangue, l’idea che ti fai è che c’è sempre chi sta peggio di te.
– Parlare con i vicini: diventi una seccatura per il prossimo ma intanto ti sfoghi e ridimensioni il problema. Se la conversazione è coinvolgente, sei praticamente costretta a pensare ad altro.
– Fissare il finestrino con sguardo glaciale: guarda fuori, affronta il demone. Le cose che mettono più paura sono anche le più belle.
– Adottare una routine: il rituale aiuta. In base alla durata del volo, stabilisci che ad un certo punto hai da fare una certa cosa tipo andare in bagno, rifarti il trucco, controllare il bagaglio, prendere qualcosa dal bagaglio, rimetterlo a posto, ascoltare una canzone, ripulire la memoria del cellulare. Metti in ordine queste cose, sono punti fermi nell’esperienza che aiutano anche a far passare il tempo.
– Pensare a Fight Club: male che vada, c’è sempre l’ossigeno per sballarsi.
Fra, penso che questo commento lo salvo, stampo, appendo in camera e me lo porto dietro al prossimo viaggio 😀